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Gli Europei di calcio non sono un semplice evento sportivo, ma una manifestazione che abbraccia vita, arte e cultura a 360 gradi. In questo senso, le mascotte rappresentano un elemento importante per dare colore, identità e allegria alla competizione. Si parla di una tradizione che ha avuto inizio nel 1980 con Pinocchio, il burattino più famoso della letteratura italiana. Da allora, ogni edizione ha visto la creazione di una nuova mascotte che rappresentasse al meglio lo spirito della competizione, oltre che i valori della nazione ospitante. Vediamo dunque di intraprendere un viaggio alla scoperta delle mascotte più particolari della storia degli Europei.
Albärt (Euro 2024)
Non ha ancora fatto il suo esordio, ma Albärt è già destinato ad entrare nella storia delle mascotte degli Europei. Si parla dell’orsetto gigante che caratterizzerà Euro 2024, nato per spingere i bambini a fare attività fisica. Albärt è solo una delle tante chicche di questa edizione così attesa, che ogni tifoso intenzionato a visitare il paese potrà scoprire grazie alle guide di viaggio per gli Europei in Germania, come quella recentemente pubblicata sul blog di Betway Sports. Tornando alla mascotte, Albärt è già stato etichettato come una delle più simpatiche di sempre.
Pinocchio (Euro 1980)
La prima mascotte della storia degli Europei di calcio è stata introdotta proprio dal nostro Paese, durante l’edizione del 1980. Fu Pinocchio il grande protagonista di quell’evento: una manifestazione della nostra cultura letteraria, oltre che un omaggio allo scrittore e giornalista Carlo Collodi. Una curiosità a margine: in tanti non si ricordano di quella mascotte, ma per un motivo. Fu infatti surclassata nell’immaginario collettivo dalla famosa mascotte Ciao creata per celebrare i Mondiali di Calcio nel 1990.
Peno (Euro 1984)
Quattro anni più tardi, la Francia decise di utilizzare una figura emblematica nazionale per la sua mascotte: il galletto Peno. Una scelta legata non solo alla cultura francese, ma anche alla volontà di esaltare alcuni simboli fondamentali nel calcio, come il coraggio e l’orgoglio. Peno viene ad oggi considerato come una delle mascotte più simboliche, soprattutto per la già citata capacità di unire le caratteristiche della nazione ospitante alle qualità del torneo. Non a caso, sviluppò un legame affettivo con i tifosi reso ancor più forte dalla vittoria finale della Francia.
Le altre mascotte più simpatiche degli Europei
Nel 1988 la Germania Ovest introdusse il coniglio Berni: una decisione nata dalla volontà di esaltare alcune caratteristiche dei giocatori più famosi dell’epoca, dalla velocità alla scaltrezza. Anche la Svezia seguì bene o male questo esempio, dato che nel 1992 scelse un altro coniglio come mascotte, ovvero Rabbit.
I simboli nazionali tornarono più forti che mai con l’edizione del 1996, organizzata dall’Inghilterra. Il paese ospitante scelse infatti il leone Goliath, che era decisamente più di una mascotte, un po’ come avvenuto con Pinocchio e con il galletto francese Peno. Altre mascotte passate alla storia? Basti citare Benelucky (Euro 2000), un diavoletto dalle sembianze di un leone, e Skillzy, la mascotte che a Euro 2020 portò fortuna agli italiani.