Department of Defense senior leaders attend the 9/11 Observance Ceremony at the Pentagon in Washington, D.C., Sept. 11, 2017. During the Sept. 11, 2001, attacks, 184 people were killed at the Pentagon. (DOD photo by Navy Petty Officer 1st Class Dominique A. Pineiro)

L’America delle primarie si scopre debole di fronte al coronavirus: il presidente Trump dopo aver dichiarato che la covid-19 è poco più di un’influenza è stato costretto a fare marcia indietro dopo pochi giorni e al crescere dei contagi ha ordinato di chiudere i voli con tutta l’Europa (o meglio l’area Schengen, escluso quindi il Regno Unito e l’Irlanda) dal 14 marzo fino al 28 marzo.

Voli bloccati dunque? Non proprio: si potrà sempre volare da Londra e Dublino, inoltre Lufthansa e Air France hanno ridotto gli operativi ma non hanno sospeso del tutto i voli.

Lufthansa in una nota spiega che continuerà ad offrire voli verso gli Usa da Germania, Austria, Svizzera e Belgio con un programma di orari alternativi che permetterà in ogni caso di raggiungere tutti gli States tramite la compagnia partner United Airlines. La compagnia tedesca ha fermato le partenze da Dusseldorf, Monaco di Baviera e Ginevra, ma restano attivi i voli diretti da Francoforte e Zurigo che permettono di raggiungere New York e Chicago, da Bruxelles a Washington e da Vienna alla sola Chicago.

Air France sulla stessa linea conferma che il 12 e il 13 marzo i voli saranno regolari e che pur avendo preso nota delle restrizioni esistenti dal 14 marzo, continueranno le operazioni verso Atlanta, Chicago, Detroit, Los Angeles, New York JFK, San Francisco e Washington mentre si aspettano chiarimenti dalle autorità su Miami, Boston e Houston le cui tratte potrebbero essere sospese.

Dal 28 marzo, poi, data in cui finisce l’orario invernale Air France, allo stato attuale, prevede di proseguire nelle operazioni insieme ai partner KLM, Delta Air Lines e Virgin Atlantic.

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