American Airlines

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Si parla sempre più spesso di come le compagnie aeree tradizionali abbiano nel passato sottostimato la minaccia posta dai vettori low cost, ritenendo che nessun passeggero si sarebbe adattato al comfort ridotto delle compagnie no frills per più di 4 ore di volo.

Per anni quindi hanno ritenuto che il fatto avrebbe riguardato solo i voli medio raggio e che il loro successo fosse un fenomeno isolato, e hanno reagito con estrema lentezza. Peccato che la più grande compagnia aerea d’Europa sia attualmente Ryanair!

ryanair

Ma l’entrata sul mercato dei voli intercontinentali dei vettori low cost, Norwegian in testa (ne parleremo in un prossimo post), ha scombinato una volta di più le carte in tavola, obbligando le compagnie aeree a correre ai ripari per contrastare sul fronte del pricing i vettori a basso costo.

Questo per quello che riguarda lo scenario internazionale.

Allegiant-Air

Negli USA, i competitor più aggressivi sul fronte dei prezzi si chiamano ora Frontier Airlines, Allegiant Air, and Spirit Airlines, (ultra low cost) – mentre le low cost sono Southwest, JetBlue, Virgin America e Alaska, che hanno posto seri problemi alle major nel 2000, obbligandole a rivedere le loro strategie – e se i tempi di reazione delle major sono sicuramente stati più lenti, l’avvento di queste tariffe era ormai inevitabile.

Ed ecco che anche American Airlines, (che già aveva previsto di introdurre nella seconda parte del 2016 questa tariffa, n.d.r), mercoledì 18 gennaio ha annunciato che da febbraio, su dieci rotte interne, sarà possibile acquistare la tariffa Economy Basic, già operativa su Delta, e in procinto di essere introdotta anche su United.

In questo modo i Big Three del trasporto aereo americano, pur con alcune differenze fra loro, combattono le tariffe ultra low cost e scommettono sull’Economy Minus, come alcuni chiamano la nuova tariffa.

Sedili più ravvicinati, nessuna possibilità di cambiare itinerario o essere rimborsati (neanche pagando una penale), nessun bagaglio a mano incluso nella tariffa, nessuna possibilità di scegliere in anticipo il posto a bordo, bagaglio a mano piccolissimo, che stia sotto il sedile di fronte.

Si gioca su questi (dis)servizi, con alcune differenze fra le tre compagnie: Delta per esempio include nella tariffa bevande, snack, wi-fi e l’intrattenimento a bordo, ma il rischio di avere a disposizione solo in sedile in centro, “quello che nessuno vuole”, è sempre altissimo. Sembra che si faccia apposta per invogliare il viaggiatore a passare alla classe superiore!

La cosa divertente è che, parallelamente, molte compagnie stanno introducendo a bordo la Premium Economy, o Economy Plus, e investono molto nelle classi Business e First, con sedili ultra-confortevoli che diventano letti, pasti on demand ecc.

Una segmentazione dell’offerta che permette di soddisfare sia la clientela molto attenta alle tariffe che quella che cerca “l’esperienza Premium”, come ha sottolineato Robert Isom, Presidente di America Airlines.

Glen Hauenstein, presidente di Delta, da parte sua, ha dichiarato che la Basic Economy è parte di una strategia volta ad aumentare le entrate frazionando la cabina in diverse fasce di prezzo, e ha aggiunto che la segmentazione è ancora nelle fasi iniziali, ma ben presto darà vantaggi significativi anche agli azionisti.

E se noi Europei siamo ormai abituati a viaggiare con Easy Jet e Ryanair e le altre compagnie a basso costo, come saranno accolte queste tariffe dalla clientela americana?

Per ora Delta, che è stata la prima compagnia fra le major americane a scommettere sul prodotto (i primi test furono fatti nel 2012) si dice soddisfatta, ma solo il tempo dirà se questa è la strada giusta. Per le compagnie, intendo: i viaggiatori non possono che gradire. Salvo poi lamentarsi della mancanza di comfort e di servizio!

Del resto i vettori low cost già da tempo hanno introdotto tariffe più flessibili che includono la scelta del posto, la priorità all’imbarco, il fast track, la possibilità di modificare la data un numero infinito di volte e naturalmente, argomento spinosissimo, bagaglio in stiva, che la tariffa base non prevede.

I prezzi? Anche 4 volte più alti della tariffa standard.

A questo punto la domanda è: quale sarà a breve la differenza a bordo fra compagnie tradizionali e airlines low cost?

EasyJet-2015

 

Autore

  • Laureata in Geografia, giramondo e appassionata di fotografia, Roberta F. Nicosia parla quattro lingue ed è la nostra inviata speciale. A dieci anni, complice la copia di National Geographic che ogni mese trovava sulla scrivania e i filmini Super8 del papà, sapeva già dove erano il Borobudur, Borocay o Ushuaia e sognava di fare il reporter. Sono suoi quasi tutti gli articoli sulle destinazioni e le foto apparsi sul nostro Magazine. Dopo una parentesi con ruoli manageriali nel campo della comunicazione e dell’advertising, si è dedicata alla sua vera passione e negli ultimi vent’anni ha collaborato con riviste leisure come Panorama Travel, D di Repubblica, AD, specializzandosi poi nel MICE con reportage di viaggio, articoli su linee aeree e hotellerie. È stata caporedattore e direttore di diverse riviste di questo settore, e ha pubblicato una trentina di Guide Incentive con la collaborazione degli Enti del Turismo italiani.

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