In che modo il cambiamento climatico e le migrazioni dei popoli impatteranno sul patrimonio culturale? Come può la cultura mantenere la pace in zone di conflitto intenso? E che tipo di itinerario di viaggio promuove al tempo stesso lo sviluppo territoriale e il rispetto delle identità locali? Il futuro del turismo si scrive a Firenze: dal 15 al 18 novembre torna “The World in Florence”, il festival delle culture promosso da Fondazione Romualdo Del Bianco e organizzato da Movimento Life Beyond Tourism – Travel to Dialogue.
La seconda edizione della manifestazione sarà itinerante tra il complesso monumentale di Santa Croce – nel Cenacolo affrescato da Taddeo Gaddi – e Palazzo Coppini, dimora rinascimentale che ospita la sede della Fondazione e un museo con oggetti insoliti e prestigiosi provenienti da 111 paesi diversi, a pochi passi dalle Cappelle Medicee (via del Giglio 10). Quattro giorni di talk, approfondimenti e cultural storytelling per ascoltare la narrazione dei territori dalla viva voce dei locals, tra interventi live e collegamenti da remoto. Ma anche un modo per ripensare il turismo, nell’ottica di trasformare il viaggio in un’esperienza di inclusione, solidarietà e dialogo interculturale, insieme a un pool di oratori provenienti dalle più prestigiose organizzazioni per la tutela e la valorizzazione del patrimonio, da UNESCO a ICCROM e ICOMOS, oltre a rappresentanti di istituzioni e università di tutto il mondo.
Una direzione in cui si muove anche il progetto “Luoghi Parlanti”®, innovativo concept di turismo sostenibile tra tech e passaparola, sviluppato proprio da Movimento Life Beyond Tourism – Travel to Dialogue, che dall’Europa sta per estendersi all’Africa e le cui nuove tappe saranno al centro del festival.
Tra gli highlights il focus sui paesi “caldi” del panorama internazionale, da Taiwan all’Ucraina, dal Kosovo all’Azerbaijan, dall’Armenia al Kyrgyzstan. Prevista anche una selezione di keynote speakers, incaricati di tracciare le prospettive dei siti Patrimonio dell’Umanità in chiave di pace e dialogo, impatto climatico, inclusività e sostenibilità: tra i coordinatori Francesco Bandarin, Assistant Director General UNESCO for Culture; Joseph King, Senior Director ICCROM; e Aparna Tandon, Senior Programme Leader ICCROM.
Gli stessi territori saranno protagonisti della mostra fotografica interattiva di “The World in Florence” che resterà aperta durante tutta la durata dell’iniziativa presso il Cenacolo di Santa Croce (ore 9.30 – 17.00, ingresso libero). Grazie a pannelli dotati di tecnologia NFC/QR code e al proprio smartphone i visitatori potranno aumentare l’esperienza della visita scoprendo curiosità e approfondimenti sui luoghi ritratti, sperimentando il concept dei “Luoghi Parlanti”®. L’iniziativa, in collaborazione con Touring Club Italiano, conta già su oltre 50 punti attivi tra l’Italia e l’estero: attraverso l’installazione di targhe interattive in siti di interesse turistico è possibile accedere a informazioni storiche, curiosità, e suggerimenti sulla cucina tipica.
The World in Florence sarà inaugurato martedì 15 novembre alle 18.30 al Cenacolo di Santa Croce con interventi di partner, ospiti e istituzioni. Seguirà alle 19.30 nel Loggiato sud del Cortile di Arnolfo la preview della mostra fotografica, che aprirà al pubblico mercoledì 16 novembre con sessioni di Q&A virtuali insieme agli autori e workshop creati con le tecniche del gaming per coinvolgere i visitatori più giovani e gli istituti scolastici fiorentini e toscani, in collaborazione con ICCROM. Si comincia alle 9.30 con “inSIGHT”, gioco partecipativo per riflettere su come le pratiche e le conoscenze tradizionali contribuiscano alla gestione sostenibile delle risorse e alla prevenzione di eventuali catastrofi naturali. Alle 12.00 il Creative Advisor del progetto Luoghi Parlanti® Paolo Iabichino sarà protagonista del talk “Travel for social, not social for travel”, sull’importanza di veicolare il tema dei viaggio in modo consapevole all’interno dell’ambiente digitale, con particolare riferimento ai social media; seguirà il momento del Touring Club Italiano con gli interventi di Fiorenza Frigoni, Direttrice Touring Academy, e Margherita Azzari, Vicepresidente Società Geografica Italiana, sui programmi di conoscenza e educazione rivolti alle giovani generazioni. Alle 14.30 in programma “PATH”: attività guidata per accompagnare i partecipanti nell’analisi dell’interazione tra il patrimonio culturale e le cause di scontri e conflitti. Cosa significa pace per le comunità che vivono in zone di guerra? E quale ruolo gioca il patrimonio nel realizzare quella pace, nel contesto di dispute su identità, religione, risorse e potere?
Giovedì 17 novembre alle ore 10, sempre al Cenacolo di Santa Croce, dopo i saluti di benvenuto di Carlotta Del Bianco e Paolo Del Bianco – rispettivamente Presidente e Presidente Emerito della Fondazione Romualdo Del Bianco – la parola al celebre archeologo Mounir Bouchenaki, Presidente Onorario della Fondazione e Special Advisor del Direttore Generale UNESCO, per lo speech “War is the enemy of man”: sempre più spesso i simboli della cultura vengono identificati come target nell’ambito di guerre e conflitti, con l’obiettivo di attentare alla memoria culturale e l’identità dei popoli. Alle 11.00 al via gli storytelling culturali: in programma interventi dal continente africano per raccontare lo spirito della Comunità Urbana di Bertoua, in Camerun; l’architettura tradizionale dei territori di Kebeya Kamuanya, nella Repubblica Democratica del Congo; la città di Maputo in Mozambico; la comunità di pescatori di Andavadoaka, sulla costa sudoccidentale del Madagascar. Alle 11.30 si prosegue con una prima sessione di keynote lectures centrate sulle sfide della gestione del patrimonio per il futuro, moderata da Francesco Bandarin. Tra i relatori: Michael Turner, architetto e professore emerito alla Bezalel Academy of Arts and Design di Gerusalemme; Giovanni Fontana Antonelli, urbanista specializzato in salvaguardia del patrimonio storico; Patricia O’Donnell, paesaggista e presidente del network OurWorldHeritage; Jean-Louis Luxen, già presidente del Comitato per il Patrimonio Culturale del Consiglio d’Europa e Segretario Generale di ICOMOS; Christina Cameron, per quindici anni direttrice del programma di conservazione del patrimonio all’Università di Montreal, Canada; Jad Tablet, architetto libanese pluridecorato e già membro del Wordl Heritage Committee dell’UNESCO; Tokie Brown, co-fondatore della Fondazione per la preservazione del Patrimonio Culturale in Nigeria; Meetali Gupta, specializzata in patrimonio architettonico. A seguire, alle 14.30, ancora spazio agli storytelling culturali, questa volta con al centro le regioni del Caucaso e dell’Eurasia – dall’Azerbaijan alla Georgia fino al Kirghizistan – con un focus speciale dedicato all’Ucraina.
Venerdì 18 novembre alle 9.00 ad aprire la giornata al Cenacolo di Santa Croce sarà lo storytelling da Estremo Oriente ed Europa: protagonisti Taiwan, Lituania, Kossovo, Slovacchia, Repubblica Ceca, Grecia e Romania. Alle ore 11.00 tornano le keynote lectures, incentrate stavolta sulla funzione del Patrimonio nel preservare l’ecosistema, con la moderazione di Joseph King e gli interventi di Chiara Arrighi, esperta di idrologia dell’Università di Firenze, Özden Coşkun Öner, architetta specializzata in ambiente storico e beni culturali, Chaterine Forbes, rappresentante di ICOMOS Australia. A seguire una sessione di keynote lectures sulla gestione del patrimonio culturale nelle zone di conflitto e del suo possibile ruolo come strumento di pace, con la moderazione di Aparna Tandon. In scaletta le ricercatrici Nathalie Paarlberg dall’Olanda, Marija Kamber dalla regione dei Balcani e Eva Ziedan dalla Siria. Alle ore 16.00 si torna sul cultural storytelling dei territori italiani, guidato dal giornalista Massimo Lucidi, direttore editoriale di The Map Report, per fare il punto sull’avanzamento del progetto “Luoghi Parlanti”®. Chiude la seconda edizione del festival la consegna dei premi e la call per l’edizione 2023. A far calare il sipario sull’iniziativa, alle 21.00, sarà il concerto dell’Orchestra Filarmonica di Cracovia, che eseguirà un programma dedicato alla musica classica tradizionale polacca per commemorare i 200 anni della morte del compositore Józef Rufin Wybicki, autore dell’inno nazionale del paese, con la direzione del Maestro Mateusz Prendota.