A un mese dall’ultimo sondaggio, AIGO, agenzia di marketing e comunicazione per il turismo, l’ospitalità e i trasporti, ha ritenuto opportuno tastare nuovamente il polso degli operatori della distribuzione turistica italiana , per rilevare gli eventuali cambiamenti sul breve periodo e le misure messe in atto per il rilancio da parte del settore. Ne è emerso un quadro più positivo, seppur ancora segnato da una profonda incertezza sul futuro a breve termine e sul ritorno ai livelli precedenti la crisi. Ancora più protagonista in questa fase lo sviluppo di prodotto, insieme innovazione e la flessibilità, mentre si fa spazio tra i consumatori un atteggiamento più propositivo e leggermente meno attendista: Si iniziano a rilevare le prime ricadute positive sulla forza lavoro, anche se la situazione presenta ancora aspetti che preoccupano gli operatori.
“Abbiamo ritenuto importante, in un momento di incertezza al tempo stesso per il settore turistico, aggiornare i dati della survey dello scorso mese, per vedere come sono cambiati tra gli operatori italiani la percezione della crisi e gli strumenti applicati per affrontarla. – spiega Massimo Tocchetti, Presidente AIGO – Questa nuova analisi ci ha confermato l’importanza di sviluppare nuovi prodotti che corrispondano alle nuove esigenze del consumatore e la ricerca di nuovi bacini d’utenza, mostrandoci anche come i consumatori stiano abbandonando gradualmente l’approccio “wait and see” per ritornare a viaggiare, magari cambiando meta. Questo ha permesso di dare un’iniezione di fiducia al settore del turismo, con un mercato che però resta ancora troppo fragile per essere considerato come in pieno rilancio”.
A questa nuova indagine, condotta nell’ultima settimana di giugno 2020, hanno preso parte 95 professionisti del trade italiano. Di questi, il 58% lavora in agenzia di viaggi e il 26% nel tour operating, mentre il restante 11% è impiegato in GSA o presso altri tipi di operatori, garantendo così al sondaggio un campione coerente con quello visto lo scorso maggio.
Un primo passo: focus sullo sviluppo dei prodotti
Dopo una prima fase che ha visto le aziende concentrarsi principalmente sui programmi di formazione, ora i protagonisti del settore si rivolgono soprattutto alla creazione di nuovi prodotti e sullo sviluppo e miglioramento di quelli già esistenti, investendo al tempo stesso in tecnologia e nella revisione dei documenti interni. Rispetto ai risultati di maggio, si può notare come creazione e lo sviluppo dei prodotti siano le voci che sono più cresciute, dando così un primo segnale di fiducia nella ripresa.
Il nuovo approccio dei consumatori
La survey ha anche messo in evidenza come stia già cambiando, a distanza di un solo mese, l’approccio del consumatore italiano nei confronti delle prenotazioni già effettuate. Se è vero che prevale ancora un atteggiamento “wait and see”, è al tempo stesso impossibile non notarne un vistoso calo (-7,1%). Sono invece cresciuti coloro che intendono cambiare la destinazione originale, presumibilmente orientati verso quei Paesi che hanno già riaperto le porte al turismo internazionale o che hanno adottato misure precauzionali meno stringenti. Resta comunque significativo, anche se in leggero calo (28,3% contro 31,4% di maggio 2020) il numero di coloro che sono intenzionati a confermare quanto inizialmente prenotato.
Propensione dei clienti a viaggi futuri
Il ruolo degli enti del turismo nella comunicazione B2C
Per assecondare questa ritrovata propensione al viaggio e prendere decisioni in merito alla programmazione, cresce da parte del trade la richiesta nei confronti delle destinazioni di certificati di sicurezza, di dati aggiornati e di supporto nella creazione e nella pianificazione di campagne B2C che puntino a stimolare le prenotazioni. Sono queste tre infatti le voci che gli intervistati hanno più volte evidenziato come molto importanti, ridimensionando (seppur solo in parte, con una variazione del -5% circa) il ruolo della formazione. Se quest’ultima esigenza era particolarmente sentita nel periodo di stand-by delle vendite, ora la nuova priorità è, sfruttando l’autorevolezza e la puntualità dei dati che gli enti del turismo possono fornire, garantire la sicurezza per non demotivare i flussi la ripresa della domanda.
Importanza delle attività degli enti post-emergenza
Previsioni di sostenibilità e forza lavoro
Con la riapertura delle frontiere ci si aspetta anche un’imminente (seppur parziale) ripartenza del turismo. Questo permette agli addetti ai lavori di vivere il futuro con maggiore fiducia, con le prospettive di sostenibilità oltre 10 mesi che sono cresciute del 6%.
Si è trasformata anche la forza lavoro dei singoli operatori, con un calo sostanziale dei licenziamenti (-11%) rispetto al mese precedente (favorito anche dal blocco dei licenziamenti e dalla proroga della cassa integrazione straordinaria) e un aumento dei contratti part time (+19%).
Nonostante i segnali positivi che si accompagnano all’ormai avviata ripartenza, quello del turismo resta ancora un settore molto fragile, soprattutto a causa delle poche certezze sul futuro immediato. Rispetto allo scorso mese, è cresciuto il numero di coloro che vedono una ripresa dell’attività solo nel 2021, mentre nessuno più sembra credere a una ripresa importante già nel quarto trimestre del 2020. Sarà quindi necessario ricorrere ad ulteriori aiuti governativi, per far sì che il settore possa transitare da una fase di grande instabilità e incertezza verso un rilancio definitivo post-Covid-19. Questo anche alla luce dei nuovi dati sulle perdite stimate nel 2020, con gli operatori che si aspettano un aumento della perdita a breve termine, seguita però da una relativa positività sulla ripresa nel Q4.
Le chiavi della ripartenza
Gli intervistati sembrano confermare quanto già espresso nello scorso sondaggio per quanto riguarda gli strumenti per una ripresa realmente efficace, al di là degli inevitabili dubbi sul futuro. Questa passa necessariamente attraverso un’espansione dei canali di comunicazione, la ricerca di nuovi bacini d’utenza, l’innovazione nell’offerta di viaggi ed esperienze in grado di soddisfare le nuove esigenze dei consumatori. Risulta infatti essere in crescita la percentuale di chi ritiene “molto probabile” la considerazione di nuove strutture (+4% ) e destinazioni (+9%). Si aggiungono poi la creazione di nuove partnership, una radicale modifica delle policy di cancellazione. Come era già emerso nel sondaggio precedente, sarà proprio questa maggiore flessibilità (richiesta dall’85% degli intervistati) una delle maggiori priorità dei consumatori nell’era del post-Covid-19.
Come cambia il marketing del rilancio
Per quanto riguarda la promozione, il marketing della ripresa vede ancora i social media protagonisti, con il 77% (+6%) degli intervistati che intende utilizzarli per la promozione dei propri prodotti. Crescono anche la volontà di intraprendere campagne di rilancio in collaborazione con destinazioni e partner commerciali (45%, +7%) e l’intenzione di incrementare le attività di digital marketing (43%, +8%). Stabili o addirittura in calo sono invece la propensione a investire in advertising ‘tout court’ e nelle attività di vendita, prova che per agganciare la ripresa è fondamentale applicare il giusto marketing mix.