Si è tenuta mercoledì 5 marzo, a Roma, presso la sede nazionale della Confcommercio, nella sala Orlando di Piazza G.G. Belli 2, l’edizione 2025 degli Stati Generali del Turismo Balneare. Un appuntamento cruciale per discutere il futuro di un comparto strategico per l’economia italiana, che con 175 milioni di presenze turistiche rappresenta il 39,2% del totale nazionale.
L’evento, promosso dal Sindacato Italiano Balneari aderente a FIPE/Confcommercio, ha visto la partecipazione di esponenti istituzionali, rappresentanti delle imprese e stakeholder del settore, con l’obiettivo di affrontare le criticità legate alle concessioni demaniali marittime e delineare una strategia di riforma condivisa.
Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari, ha ribadito l’importanza di una regolamentazione chiara ed equilibrata: “Il turismo balneare è una risorsa chiave per il nostro Paese. Metterlo a rischio con un’errata applicazione della normativa europea sarebbe un grave errore storico”.
Una riforma attesa da anni
La gestione delle concessioni demaniali marittime è da tempo oggetto di proroghe e interventi normativi rimandati: ben otto governi in quattro legislature hanno esteso la validità delle concessioni senza attuare una riforma organica del settore.
Finora il dibattito si è concentrato esclusivamente sulla durata e sul rinnovo delle concessioni, tralasciando aspetti cruciali come la tutela del litorale, l’erosione costiera e il potenziamento dei servizi di salvataggio.
Secondo il Sindacato Italiano Balneari, è indispensabile una discussione ampia e non strumentale, coinvolgendo non solo Governo, Regioni e Comuni, ma anche stakeholder diversi come ambientalisti e associazioni di consumatori, per un confronto che vada oltre la sola questione giuridica.
Le priorità del settore
Tra le urgenze segnalate dagli operatori del turismo balneare, spiccano:
- Un Piano nazionale per la difesa della costa, per contrastare l’erosione e recuperare le spiagge scomparse.
- Interventi per il settore del salvamento, con nuove strategie di reclutamento e formazione del personale, per evitare il rischio che alcuni stabilimenti non possano aprire per mancanza di assistenti bagnanti.
- Una riforma legislativa chiara e bilanciata, che garantisca certezza del diritto e tuteli gli investimenti delle aziende operanti nel settore.
Capacchione ha evidenziato come il turismo balneare resti il fulcro dell’industria turistica italiana: “Per milioni di turisti, italiani e stranieri, vacanza continua a significare vacanza al mare. Lo scorso anno il turismo balneare ha rappresentato circa il 40% delle presenze totali”.
L’urgenza di una nuova normativa
Il Sindacato Balneari chiede una legge di riordino organico che superi la normativa attuale, ritenuta “sbagliata, ingiusta e dannosa”.
- Sbagliata, perché non tiene conto della reale disponibilità della risorsa e della sua rilevanza transfrontaliera, come indicato dalla giurisprudenza europea.
- Ingiusta, perché rischia di espropriare aziende attualmente operanti senza un indennizzo adeguato.
- Dannosa, perché potrebbe compromettere l’intero settore della balneazione attrezzata in Italia.
Secondo gli operatori, senza una soluzione legislativa chiara, si rischia un’ondata di contenziosi che potrebbe bloccare la crescita turistica e generare incertezza per migliaia di imprese