Il 10 aprile 2025 Prada S.p.A. ha annunciato l’acquisizione del 100% di Versace da Capri Holdings per una cifra di 1,25 miliardi di euro, segnando una delle operazioni più significative nel panorama della moda italiana contemporanea
Un ritorno alle radici italiane
Fondata nel 1978 da Gianni Versace, la maison è stata per anni simbolo di opulenza e audacia stilistica. Dopo l’acquisizione da parte di Capri Holdings nel 2018 per circa 2 miliardi di euro, Versace ha affrontato sfide nel posizionamento del marchio, soprattutto in un’epoca dominata dal trend del “quiet luxury” . Con questa operazione, Versace torna sotto il controllo di un gruppo italiano, rafforzando il patrimonio culturale e creativo del Made in Italy .
Strategia e sinergie
L’acquisizione sarà finanziata attraverso un nuovo debito di 1,5 miliardi di euro e si prevede che l’operazione si concluda nella seconda metà del 2025, previa approvazione regolamentare . Prada intende mantenere l’identità creativa di Versace, integrandola nella propria piattaforma operativa e industriale . Secondo Andrea Guerra, CEO di Prada, l’acquisizione rappresenta “un passo evolutivo” per il gruppo, aggiungendo una dimensione complementare al portafoglio esistente
Implicazioni per il mercato del lusso
L’unione di Prada e Versace crea un polo del lusso con ricavi pro-forma stimati in circa 5,9 miliardi di euro, posizionandosi come un concorrente diretto dei giganti francesi del lusso come LVMH e Kering . Per Capri Holdings, la vendita di Versace rappresenta un’opportunità per rafforzare il bilancio e focalizzarsi su altri marchi del portafoglio, come Michael Kors e Jimmy Choo .
L’acquisizione di Versace da parte di Prada segna un momento cruciale per il settore della moda italiana, con la possibilità di consolidare ulteriormente la presenza del Made in Italy nel panorama globale del lusso. La sfida sarà integrare efficacemente le due identità di marca, preservando l’essenza di ciascuna, mentre si esplorano nuove sinergie e opportunità di crescita.