Un’operazione condotta dalla Squadra Mobile di Napoli e dalla Guardia di Finanza, ha portato al fermo di 11 persone, accusate, a diverso titolo, di aver messo in piedi un complesso schema di corruzione per influenzare l’aggiudicazione di appalti rilevanti. In particolare, il principale illecito contestato riguarderebbe l’appalto per la riqualificazione del Rione Terra a Pozzuoli. Secondo le indagini, sarebbero state pagate delle tangenti per garantirsi la gestione di un grande complesso turistico-alberghiero nella zona. Le accuse includono concorso in corruzione, traffico di influenze illecite e turbata libertà degli incanti.
L’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Tribunale di Napoli, ha colpito 4 persone: l’imprenditore Salvatore Musella, l’ex sindaco di Pozzuoli Vincenzo Figliolia, Nicola Oddati, ex dirigente del Partito Democratico e attuale dirigente della Regione Campania, e l’ex presidente di Enit Giorgio Palmucci, che secondo l’accusa risulterebbe coinvolto come membro della commissione valutatrice delle offerte. Nel giro di 7 giorni sono tutti usciti dal carcere e hanno ottenuto il beneficio degli arresti domiciliari. La Procura di Napoli, che aveva ottenuto gli arresti per i reati di turbativa d’asta e traffici di influenze ha manifestato parere contrario alla concessione dei domiciliari, e subito dopo ha deciso di fare ricorso al Tribunale del Riesame chiedendo nuovamente il carcere, stavolta per l’accusa di associazione per delinquere (reato per il quale il GIP aveva già negato l’arresto, non ravvisandone gli estremi).
Secondo le risultanze dell’inchiesta Salvatore Musella avrebbe corrisposto denaro e altre utilità, con cadenza periodica, a Nicola Oddati. Grazie alla intermediazione di Oddati e al contatto privilegiato di Musella con il sindaco protempore di Pozzuoli, Vincenzo Figliolia sarebbe quindi stata manipolata l’aggiudicazione della concessione del Rione Terra anticipando a Musella i requisiti di partecipazione alla gara. Nel corso dell’interrogatorio i quattro hanno negato ogni addebito: Oddati in particolare ha sostenuto avere un rapporto di amicizia con Musella e che i contanti trovati in suo possesso consegnati dall’imprenditore non erano tangenti ma dei prestiti.
Tra i provvedimenti eseguiti ci sono stati anche i domiciliari per due collaboratori di Musella, Salvatore Della Corte e Gianluca Flaminio. Gli altri 5 indagati hanno invece un obbligo di firma con presentazione alla polizia giudiziaria, notificato a Giovanni Bastianelli (all’epoca dei fatti direttore esecutivo dell’Enit), al dipendente del comune di Pozzuoli Angelo Tortora (ritenuto collaboratore di Figliolia), ad Antonio Carrabba, collaboratore di Musella, a Sebastiano Romeo, ex consigliere della Regione in Calabria e candidato a segretario provinciale del Pd a Reggio Calabria, e a Luciano Santoro, anche lui del Partito Democratico, candidato alla segreteria Provinciale Pd di Taranto, ex assessore comunale a Grottaglie ed ex consigliere provinciale a Taranto.
L’inchiesta, che coinvolge figure di spicco nel panorama politico e turistico, pur sottolineando che sono tutti innocenti fino a condanna definitiva, mette sicuramente in evidenza l’importanza di un controllo accurato e di meccanismi di accountability più efficaci nei settori di interesse pubblico per non dare adito a sospetti sull’integrità dei processi di assegnazione e gestione degli appalti che toccano il settore del turismo.