Nel 2019 il comparto dei Parchi Permanenti, che comprende parchi a tema, come Leolandia (BG), parchi faunistici, come l’Acquario di Genova, e parchi acquatici, come Caribe Bay (VE), ha generato ricavi pari a 420 milioni di euro per un totale di 20 milioni di visitatori provenienti dall’Italia, 1,5 milioni di arrivi dall’estero e 1,1 milioni di pernottamenti in hotel. Considerando ristorazione, trasporti, merchandising e soggiorni alberghieri, il volume d’affari complessivo dell’indotto nel 2019 supera la barriera di 1 miliardo di euro. Oltre a generare 25.000 occupati diretti, tra fissi e stagionali, si stimano almeno 60.000 posizioni legate all’indotto che, per via dell’emergenza coronavirus, oggi rischiano di perdere buona parte della stagione dato lo slittamento delle assunzioni. Inoltre è chiaro che anche in caso di una riapertura, un luogo di aggregazione come un parco avrebbe molte difficoltà a far rispettare il “social distancing” e assieme a molte altre attrazioni turistiche e per famiglie sarà tra i settori più danneggiati .
In relazione alle sue conseguenze economiche, Giuseppe Ira, Presidente dell’Associazione Parchi Permanenti Italiani (PPI) e del parco a tema Leolandia (BG), spiega: “E’ innegabile che questa crisi avrà un impatto deflagrante su diversi settori, tra cui il nostro. Alle misure stringenti imposte dal Governo, che ci hanno coinvolto per primi già nel mese di febbraio, dovrà necessariamente far seguito un’adeguata compensazione, commisurata alla redditività accertata delle imprese nei periodi normali. L’operatività dei parchi è bloccata e questo ha comportato la mancata assunzione dei lavoratori stagionali, che a breve saranno scoperti perché termineranno i sussidi alla disoccupazione. Il problema si allarga anche ai lavoratori a tempo pieno, perché per molte realtà il rischio default è sempre più concreto. Non ci sono entrate, ma ci sono costi continui legati a tante attività che non possono essere sospese come le manutenzioni, la messa in sicurezza degli impianti e il controllo dei sistemi di irrigazione. Per i parchi faunistici, a cominciare dagli acquari, è inoltre fondamentale accudire e mantenere in vita gli animali. A ciò va aggiunto che, spinti dal trend di crescita degli ultimi anni, molti parchi hanno sostenuto investimenti importanti per il potenziamento dell’offerta 2020 e adesso, anziché rientrare dei costi, dovranno investire ulteriormente per incrementare le misure a tutela della sicurezza sanitaria degli ospiti e per rilanciare il comparto attraverso campagne di comunicazione molto forti. Tutto ciò costa e il sistema bancario, da solo, difficilmente ci potrà sostenere. Nell’immediato servono finanziamenti a tassi agevolati e un concreto sostegno dello Stato, attraverso un accordo specifico tra ABI e Ministero dell’Economia e delle Finanze”.
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