Sono stati ben 28 gli operatori omaniti presenti alla tappa italiana del roadshow del Sultanato dell’Oman che si è svolta a Palazzo Giureconsulti di Milano, a conferma del grande interesse verso la nostra penisola. «L’Italia è uno dei mercati europei più importanti per l’Oman, dopo il Regno Unito, la Germania e la Francia» – racconta Haitham Mohammed Al Ghassani,Direttore Generale del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo dell’Oman.
Nell’ambito della strategia Vision 2040 – che mira a far diventare l’Oman una destinazione di prim’ordine per gli amanti della cultura, per i viaggiatori appassionati di avventura e di scoperta, ma anche per il MICE – si punta a raggiungere la cifra di 5 milioni di turisti. «Quest’anno abbiamo iniziato bene: nei primi 4 mesi dell’anno abbiamo già ospitato 393.645 turisti internazionali e i numeri sono destinati ad aumentare», – continua Al Ghassani. – «Ciò fa ben sperare per tornare ai numeri pre-pandemia. Nel 2019 sono stati 53mila i visitatori italiani, e in questi primi mesi 5.275, il doppio che nel 2021».
Gli italiani – e gli operatori del MICE – apprezzano la grande ricchezza dell’offerta del sultanato, con paesaggi molto vari, se confrontati alle altre destinazioni della penisola araba, grazie alla presenza della catena montuosa dell’Hajar che arriva a 3.000 m, due deserti di dune, uno a nord est, il Sharqiya Sands, detto anche Wahiba Sands, e uno a sud e a ovest con dune altissime che non sono altro che le estreme propaggini sud del Rub al Khali, il “quarto vuoto” della penisola araba. L’Oman vanta anche una capitale autentica affacciata sul mare, Mascate, che si sviluppa solo in orizzontale, (nessun edificio deve sovrastare la torre del Muezzin), cinquecento forti e castelli e tremila chilometri di coste, per lo più affacciate sull’Oceano indiano, dove nidifica la tartaruga caretta caretta.
Sport subacquei, quindi, ma anche minicrociere, trekking sulle montagne, glamping nel deserto, voli panoramici in elicottero, concerti all’Opera House di Mascate sono solo alcune delle esperienze proposte. Tra le novità in questi termini, segnaliamo gli albori di un bellissimo progetto dedicato alla flora omanita e ai prodotti dell’agricoltura che vedrà la luce nei prossimi mesi, l’Oman Botanic Garden e il nuovo progetto storico e culturale Oman Through Time. L’Oman Botanic Garden è un progetto architettonico d’avanguardia che si sviluppa su un’area di 430 ettarialle porte della capitale, vicino al villaggio di Al Khodh.
L’importanza del Mice
«L’incremento delle attività MICE è una priorità nella strategia turistica dell’Oman» – spiega Khalid Al Zadjali, Director of Oman Convention Bureau. «Il nostro Governo ha investito per sviluppare un’offerta infrastrutturale di livello, che posizionerà l’Oman come una delle principali destinazioni turistiche MICE nell’area del Golfo. La visione del Ministero è quella di fornire una gamma unica di servizi con un sapore locale, enfatizzando il nostro ricco patrimonio culturale e le attrazioni naturali del Sultanato». Grazie allo sviluppo di hotel raffinati con strutture congressuali all’avanguardia e a un numero crescente di sedi progettate per accogliere delegati da tutto il mondo, e soprattutto grazie a una popolazione accogliente ed ospitale, insieme alla facilità nel raggiungere la destinazione, l’Oman si sta posizionando infatti come destinazione leader nell’area in questo settore.
In termini di MICE, la capitale dispone di strutture di livello mondiale, tra cui il Muscat International Airport, con una capacità di 12 milioni di passeggeri; e il Mina Sultan Qaboos Waterfront, progetto portuale della capitale curato da Omran Group, società di sviluppo turistico di proprietà del governo. E naturalmente il noto Oman Convention and Exhibition Centre: un’area unica nel suo genere, interamente dedicata a convegni e fiere che si sviluppa su circa 22.000 mq, con un auditorium da 3.200 posti, 2 sale in grado di ospitare fino a 10.000 persone e tre hotel con una capacità totale di 1.000 camere.
Un settore in fermento
Grande dinamismo e molti progetti nel campo dell’hotellerie. Quest’anno è prevista l’apertura di circa 70 nuove strutture alberghiere, con l’aggiunta di ulteriori 4.500 camere Fra gli sviluppi futuri citiamo Jumeirah Muscat Bay, che aprirà a giugno a soli 20 minuti dal centro di Muscat, e nei prossimi mesi il Four Seasons Muscat e il Mandarin Oriental Residences a Muscat, St Regis nella zona di Al Mouj, Nikki Beach Resort a Yiti. Recentemente sono stati aperti l’urban hotel Avani Muscat a Seeb, a pochi chilometri dalla capitale, il resort a 5 stelle Alila Hinu Bay nel Dhofar, a 87 km da Salalah e il Dusit D2 Naseem Resort Jabal Akhdar. I nuovi sviluppi non interessano solo hotel di lusso: nella regione di Nizwa sono state aperte alcune locande e case tradizionali, come il Bustan Inn o Al Suwjara Heritage Village.
Il ruolo dell’Italia
«Nel 2019 l’Oman ha ospitato 52.733 turisti italiani, un dato significativo», – spiega Massimo Tocchetti, Presidente di AIGO, rappresentante del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo del Sultanato dell’Oman per il mercato italiano. – «Grazie al supporto dei nostri partner omaniti, delle compagnie aeree, degli hotel, delle DMC, dei Tour Operator e degli agenti di viaggi italiani, oltre a quello degli operatori MICE e delle aziende italiane, ci aspettiamo che il mercato ritorni a crescere già da quest’anno. La chiave è lavorare fianco a fianco con tutti i partner per rilanciare gli arrivi e siamo già incoraggiati dai primi dati dell’anno: a fine aprile il Sultanato ha accolto 5.735 arrivi dall’Italia, raddoppiando le cifre dello scorso anno. Il nostro obiettivo è fare in modo che il numero dei visitatori torni ai livelli pre-pandemici, ma anche che si distribuiscano nei vari “cluster” dell’Oman: da Muscat a Masirah, dalle montagne ai villaggi tradizionali, dai forti ai viaggi avventurosi nel deserto e godano delle diverse esperienze che il Paese può offrire. Il nostro mercato seguirà le linee guida previste per lo sviluppo del turismo in Oman, che sarà duraturo – secondo la Vision 2040 – e sostenibile, nel rispetto della cultura e dell’ambiente locali”.
A fine aprile inoltre, l’Italia è stata testimone di un altro evento omanita di grande importanza: la prima partecipazione del Sultanato dell’Oman alla Biennale Internazionale d’Arte di Venezia, con un padiglione nazionale commissionato da Sua Eccellenza Sayyid Saeed bin Sultan bin Yarub Al Busaidi, Ministro della Cultura del Sultanato, e curato da Aisha Stoby per presentare i lavori di 5 artisti omaniti: Anwar Sonja, Hassan Meer, Budoor Al Riyami, Radhika Al Khimji, Raiya Al Rawahi. Il padiglione omanita sarà aperto al pubblico fino al 27 novembre.