Il prossimo 13 gennaio 2025, Lufthansa finalizzerà l’acquisizione del 41% di ITA Airways, la compagnia aerea italiana nata dalle ceneri di Alitalia. Questo investimento, pari a 325 milioni di euro, rappresenta un passo significativo per l’integrazione di ITA nel gruppo Lufthansa, con l’obiettivo di rafforzare la presenza nel mercato europeo e migliorare la competitività.
Parallelamente, oltre 2200 ex dipendenti di Alitalia ancora non sono stati ricollocati. E per questo motivo la Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria (CIGS), è stata ulteriormente prorogata fino al 31 ottobre 2024, garantendo un ulteriore sostegno economico “temporaneo”.
Questa ennesima misura fa però nascere interrogativi sul perché tutte queste persone con esperienza nell’aviazione, tra cui anche figure molto richieste come i piloti, non sia ancora riuscita a trovare un nuovo impiego, tanto che dopo oltre tre anni dalla chiusura di Alitalia stanno ancora ricevendo un trattamento di estremo favore rispetto a lavoratori di altri settori. Perché una cosa è una misura di sostegno al reddito, altro ricevere per tre anni uno stipendio senza lavorare.
La situazione attuale mette in luce un contrasto netto: da un lato ITA Airways, inspired by Alitalia, prosegue nel suo percorso di crescita e integrazione con un partner internazionale di rilievo; dall’altro, gli ex dipendenti di Alitalia rimangono vincolati a misure di sostegno temporanee, senza una soluzione definitiva all’orizzonte, facendo pensare che un po’ ci stiano marciando sopra. Questo scenario mostra al di là di ogni ragionevole dubbio le difficoltà strutturali e gestionali che hanno impedito ad Alitalia di raggiungere una stabilità economica e operativa nel corso degli anni.