Lo scorso 29 dicembre, la Regione Lombardia ha pubblicato i risultati del bando di Sostegno alla Competitività delle Strutture Ricettive Alberghiere e non Alberghiere, che aveva chiuso i termini di raccolta delle domande lo scorso 29 giugno 2023. Il Bando aveva una dotazione finanziaria di 30 milioni di euro e finanziava progetti con contributi a fondo perduto del 50% delle opere ammissibili, fino ad un massimo di 500mila euro.
I risultati hanno premiato 92 strutture, per le quali ho fatto alcune considerazioni statistiche sulla tipologia delle aziende beneficiarie, sulla base dei dati riportati nella graduatoria ufficiale. Il Bando ha premiato 3 società per azioni (5% del totale), 49 Srl (53% del totale) ed un numero sorprendente di 38 società di persone, tra cui ben 15 ditte individuali (16% del totale). Di queste ultime ben tre hanno ottenuto un contributo pari a 500mila euro, e in ogni caso la media del contributo ottenuto dalle microimprese è pari a 256mila euro, pari al 51% del massimo contributo ottenibile. Ad avere ottenuto il voucher da 500mila euro sono state nell’ordine 24 Srl, 2 Spa, 3 SnC, 3 SaS e, come già ricordato, 3 ditte individuali.
I codici ATECO
Dati interessanti, per non dire sorprendenti, si hanno esaminando il codice ATECO corrispondente alle partite IVA delle aziende “premiate”. Premesso che per ben otto aziende non viene riportata la partita IVA (il 9%), di tutti i 25 codici registrati nella casistica, solo 5 sono riconducibili senza dubbi all’attività di struttura ricettiva alberghiera o extralberghiera. Si tratta delle attività di Affittacamere, Albergo, Campeggio, Ostello, Villaggi Turistici. Il dato aggregato dei codici delle strutture ricettive pesa per il 43% del contributo erogato totale, che sale al 60% se si aggiungono i codici ATECO che consideriamo collaterali, dove la ricettività può essere un’attività secondaria (Locazione immobiliare e Ristorazione).
Ma se consideriamo che il bando riguarda le strutture ricettive, la conclusione è che il 57% delle aziende beneficiarie si occupa di altro, con ben 37 codici che riportano le voci più curiose come Assistenza sociale non residenziale, Produzione Birra, Tinteggiatura e persino Veterinario. Per concludere questa breve relazione, espongo anche l’analisi di tutti i codici ATECO aggregati per dicitura corrispondente al codice.
Ora per voi questa potrà sembrare una disquisizione puramente burocratica, dove il termine “burocrazia” viene spesso inteso in senso critico, a significare un sistema o un modo di gestire le operazioni in aziende, organizzazioni o governi dove ci sono molte regole, procedure e passaggi formali da seguire. Ma io credo che la burocrazia sia pensata per garantire che tutto sia fatto in modo ordinato e giusto, seguendo le stesse regole per tutti, ma non sempre è sinonimo di efficacia quando si tratta di prendere decisioni o fare delle scelte. Forse questo è il motivo per cui Mark Schweber, analista finanziario americano, divenne celebre per aver detto: “L’unica cosa da non domandare mai a un burocrate è: perché”.
Nella fattispecie, il codice ATECO ovviamente non identifica necessariamente la gestione caratteristica di un’azienda, anche se verrebbe spontaneo domandarsi “perché” lo si usa se poi può essere travisato. Avendo appena ricordato il monito di Schweber, mi chiedo se nell’analisi fatta dal comitato di valutazione della Regione si sia tenuto conto, al momento di assegnare i benefici, del ruolo e delle qualifiche dei titolari delle domande nel mercato alberghiero in termini di esperienza e importanza.
Guardando le forme giuridiche sappiamo che le ditte individuali di imprese edili hanno fatturati annui di qualche milione di euro, ma d’altro canto è impossibile non ricordare i dati attualissimi del governo sul concordato preventivo, per cui i lavoratori autonomi con una pagella ISA affidabile dichiarano in media un fatturato da 74.698 euro annui, che scendono addirittura a 23.530 euro per chi ha un voto più zoppicante. In questo caso, come è stato valutato il rapporto tra il fondo perduto erogato e le capacità finanziarie dei soggetti che ne hanno beneficiato? Dati alla mano non possiamo saperlo, certo le aziende leader del settore che ho individuato tra quelle finanziate è limitatissimo.
Concordo con il fatto che le logiche dei finanziamenti pubblici debbano essere un’alternativa a quelle private, ma tutti i soldi che la nostra pubblica amministrazione distribuisce oggi, li dovremo restituire a caro prezzo. In questi termini, stabilire se è meglio puntare su un panel di aziende rappresentative di un settore o su una serie di progetti non contestualizzati rappresenta la chiave per il successo del nostro futuro.