Frontiere aperte, tante ricorrenze importanti, la ripartenza dei festival. Tutto è pronto per accogliere i turisti italiani che tanto amano l’Irlanda, una terra dove l’accoglienza è nel DNA di tutta la popolazione. Come la voglia di condividere, sperimentare cose nuove, festeggiare, tutte cose che accomunano irlandesi e italiani.
“Scegliere l’Irlanda quale meta per un viaggio, – esordisce Marcella Ercolini, direttrice di Turismo Irlandese in Italia, significa prendersi tempo e spazio per vivere la natura, sperimentare la cultura, entrare in contatto profondo con l’ambiente e con le persone, vivendo nuove emozioni con i nostri compagni di viaggio ma anche con le persone del luogo. Il senso degli Irlandesi per l’accoglienza è cosa nota. Turismo Irlandese presenta per il 2022 una panoramica di nuove esperienze, tra arte, cultura, natura, avventure soft e sport per un turismo attivo o lento, sempre attento e sostenibile”.
E si comincia con un’iniziativa davvero interessante nel capoluogo meneghino, nella settimana in cui si festeggia San Patrizio: per la prima volta in Italia, dal 12 al 19 marzo, ci sarà la IrishWeek, patrocinata dal Comune di Milano. In tutta la città ci saranno eventi diffusi che celebrano i diversi volti della cultura e identità irlandese: una mostra fotografica all’aperto in Via Dante, incontri di letteratura in libreria e nei pub con la James Joyce Foundation, una rassegna di cinema irlandese in lingua con la prima assoluta italiana di Ireland, narrato da Liam Neeson; iniziative legate al food & beverage in Irish pub anche in collaborazione con Guinness; una futuristica installazione in Piazza XXV Aprile dipinta da uno street art 3D con un coinvolgente led-wall immersivo e una tre giorni di Spirit of Ireland Festival presso lo Spirit de Milan, dedicato alla cultura e alla musica irlandesi.
I quattro pillars della strategia irlandese
Sono quattro gli asset su cui punta l’Irlanda. Il primo è naturalmente la natura, resa fruibile ai turisti con scelte consapevoli volte alla conservazione e alla valorizzazione dell’immenso patrimonio naturalistico, con lo sviluppo di infrastrutture a impatto leggero. Perché la sostenibilità è strettamente collegata all’universo otudoor.
Il secondo tema è quello del turismo attivo e delle soft adventures,e cioè l’attenzione a quei viaggiatori che scelgono una destinazione in base alle loro passioni sportive – e in questo senso il Golf la fa da padrone con 400 campi prestigiosi – e a coloro che una volta a destinazione, scelta magari per altre motivazioni, decidono di provare un’attività, come ad esempio fare un tratto del percorso in bici potendo contare su un’organizzazione perfetta, come ad esempio la consegna dei bagagli alla prossima vostra tappa.
Un altro punto su cui investe il Turismo Irlandese è il Luxury, inteso come esperienza autentica, grazie alla creazione di 65 esperienze ultra-lux suddivise tra la scoperta del patrimonio storico-culturale, la gastronomia e lo sport. Parole d’ordine, personalizzazione, servizio e soggiorni in strutture upscale ma integrate con il territorio e la cultura locale. Lusso inteso come la scoperta di gemme nascoste, la ricerca gastronomica di eccellenza e le esperienze offerte, strettamente legate all’anima green del territorio, vissuto dagli ospiti a cavallo, in bicicletta, in canoa, magari di notte sotto un cielo stellato senza inquinamento luminoso.
A metà strada tra sostenibilità e lusso si colloca la gastronomia, con la presenza di 21 ristoranti stellati da una parte, e la grande attenzione alla tradizione artigianale, basata su ingredienti e lavorazioni locali, e alle nuove tecniche degli chef che prevedono l’uso di alghe e del foraging: un percorso comune sia ai ristoranti rinomati che al cibo offerto nelle dimore storiche e nei locali più tradizionali. Infine la cultura, che è una leva strategica per la promozione della destinazione. Da Dublino città della letteratura a Belfast città della musica, dai castelli ai siti Unesco, all’amore per la letteratura che si respira ovunque, per cui non è infrequente sentirne parlare anche nei pub dalla gente comune.
Non per niente l’Irlanda ha dato i natali a quattro autori insigniti del premio Nobel: Samuel Beckett, George Bernard Shaw, William Yeats e Seamus Heaney, ma soprattutto a James Joyce, che pur avendo lasciato l’Irlanda nel 1904 per ragioni sociopolitiche, l’ha sempre portata nel cuore e tutti i suoi romanzi sono ambientati lì. Quest’anno ricorre il 140 anno dalla sua nascita e il centenario dalla pubblicazione del suo romanzo più famoso, l’Ulisse. Le sue celebrazioni culmineranno il 16 giugno con il Bloomsday, che si festeggia in tutto il mondo.
Tra gli altri eventi imperdibili c’è il Festival di San Patrizio che ritorna in presenza, il 17 marzo, a Dublino, Kilkenny e Limerick, accompagnato dall’ormai celebre Global Greening, giunto alla decima edizione, cioè l’illuminazione di verde di più di 700 monumenti in tutto il mondo. A Milano tra i nuovi edifici illuminati vedremo la torre Unicredit e Porta Romana. Un segnale ancora più importante quest’anno dato che è nato per sottolineare l’amicizia fra i popoli.
Subito dopo San Patrizio, ripartirà Press the Green Button, una delle più importanti campagne di comunicazione nella storia di Turismo Irlandese, volta a favorire l’incremento degli arrivi turistici nell’isola. Anche se per tornare ai livelli pre-pandemia, bisognerà aspettare il 2023, come sottolinea Marcella Ercolini (i turisti italiani sono stati 370mila nel 2019). Parallelamente riprenderanno viaggi educational, workshop in presenza e virtuali e la partecipazione a fiere come la Fiera del Cicloturismo a Milano e il TTG a Rimini.