colosseo

L’espressione latina ad libitum non è riferita al contenuto o all’attendibilità delle statistiche del turismo, ma al loro uso spesso disinvolto che molti (politici, manager, esperti, operatori, giornalisti ecc.) ne fanno, a seconda della convenienza a supporto delle proprie tesi e dei propri ragionamenti. Basta leggere alcuni articoli di giornale e soprattutto alcune dichiarazioni di illustri esponenti del mondo del turismo, che commentano lo storico sorpasso dell’Italia al secondo posto in Europa nei confronti della Francia circa il numero di presenze turistiche complessive nel 2024.

Stando infatti ai numeri comunicati da Eurostat e pubblicati nella tabella 1, il nostro Paese con 458,3 milioni di pernottamenti avrebbe superato la Francia ferma a 451 milioni, con la Spagna che si riconferma ancora al primo posto con 500,1 milioni. Nel 2023 infatti i numeri e le relative classifiche erano un po’ diversi, con la Spagna sempre al primo posto con 485 milioni di presenze, seguita al secondo posto dalla Francia con 460,3 milioni e dall’Italia al terzo posto con 447,2.

Da notare al riguardo che sia la Spagna sia l’Italia hanno registrato un aumento delle presenze, mentre la Francia ha avuto una flessione di 8,7 milioni, dovuta quasi esclusivamente al movimento turistico interno dei residenti, passato da 321,9 milioni a 312,5, mentre è rimasto quasi invariato (138,5 contro 138,4 del 2023) il movimento turistico internazionale, fatto questo che lascia un po’ perplessi se si considera che nel 2024 si sono svolte le Olimpiadi a Parigi, che presumibilmente avrebbero dovuto incrementare la domanda turistica internazionale, che è uno degli obiettivi che “giustificano” i grandi investimenti in infrastrutture sportive e turistico-ricettive che i vari Stati sostengono per ospitare tali eventi.

Fonte: Elaborazioni di G. Maresu da Eurostat: “Tourism statistics, annual results for accommodation”
N.B. Nel 2024 per i pernottamenti internazionali la 10^ posizione è stata occupata dalla Cechia con 25,5 milioni. Non sono state però comunicati da Eurostat le statistiche relative alla Turchia che se dovesse almeno confermare le stesse performance del 2023 con 203,2 milioni di pernottamenti totali, si classificherebbe al 5° posto nel ranking delle nazioni europee, scavalcando la Grecia. Eurostat infine non ha comunicato i dati relativi alla Gran Bretagna.

La domanda internazionale invece sembra abbia privilegiato l’Italia, che dai 234,2 milioni di pernottamenti del 2023 è passata a 250 milioni nel 2024 che corrispondono al 54,6% del movimento turistico complessivo, con un incremento di 15,8 milioni, numeri che riconfermano il nostro Paese come il più visitato al mondo dopo la Spagna e dopo gli USA, di cui però non si hanno ancora i dati definitivi relativi né al 2023 né al 2024.
Questa posizione nel podio del nostro Paese è stata sempre ignorata da politici, tecnici, giornalisti ed esperti vari, che invece da anni sostengono erroneamente che spetti alla Francia il primato come Paese più visitato al mondo dal turismo internazionale, perché tutti prendono come parametro di riferimento il maggior numero di arrivi alle frontiere, come ha sempre dichiarato la Francia, ma sulla cui attendibilità parlerò più avanti.

1 – Turismo, l’Italia supera la Francia nel 2024 grazie ai turisti stranieri

Con il titolo di questo paragrafo “Il Sole 24Ore” del 7 marzo scorso annunciava una “non notizia” in quanto il sorpasso dell’Italia sulla Francia per quanto riguarda il movimento turistico internazionale si era verificato già da diversi anni, cosa di cui evidentemente non si erano accorti né i giornalisti de “Il Sole 24 Ore”, né gli operatori turistici, né tanto meno, fatto ancora più grave, i dirigenti del Ministero del Turismo, che hanno fatto fare una figura barbina alla Ministra Daniela Santanché, con alcune dichiarazioni alquanto opinabili che riporto qui di seguito.

“Per il turismo abbiamo un solo obiettivo in Italia, che è destagionalizzare. Abbiamo da recuperare ancora 50 milioni di presenze, i numeri veri sono che oggi la Francia fa 106 milioni, la Spagna ne fa 85, l’Italia ne fa 57”. Questa dichiarazione fu fatta da Massimo Caputi, presidente di Federterme nel corso del “Forum Internazionale del Turismo” che si è svolto l’8 e il 9 novembre a Firenze, confondendo gli arrivi alle frontiere con le presenze negli alberghi, numeri riferiti al 2023.

Non da meno è stata la replica della Ministra del Turismo Daniela Santanché che ha ribadito lo stesso “abbaglio” sugli arrivi di M. Caputi: “Il dottor Caputi ha detto che ci mancano circa 50 milioni di turisti ma questo dato deve essere messo nella cornice giusta perché non siamo più nel podio, nelle prime tre posizioni, del ranking del turismo mondiale. È il gap che dobbiamo colmare per tornare a essere primi sul podio. E questa deve essere la nostra sfida, il nostro impegno, la nostra volontà per tornare lì”. 

Tralascio qui l’argomento “destagionalizzazione” del dottor Caputi sia per carità di patria, sia perché mi porterebbe fuori tema, e in quanto alla “cornice giusta” confesso che non ci ho capito granché. Mi interessa invece l’argomento del podio, perché calza con l’uso “ad libitum” delle statistiche: la Ministra Santanché infatti nel novembre scorso usava quelle relative agli arrivi alle frontiere per tirare giù dal podio l’Italia, ora invece usa quelle delle presenze per ricollocarla sul podio con un comunicato stampa del Ministero del Turismo del 6 marzo scorso, dove si legge che: “La nostra Nazione consolida il suo ruolo di destinazione privilegiata a livello mondiale, superando la Francia e collocandosi al secondo posto in Europa per numero di presenze turistiche, preceduta dalla sola Spagna. Un altro risultato storico, che ci riempie di orgoglio e testimonia la qualità e l’appeal della nostra offerta turistica, capace di affascinare e attrarre visitatori da ogni dove. Infatti, gli oltre 250 milioni di presenze straniere…rilanciano l’Italia come punto di riferimento per i viaggiatori esteri, andando di pari passo con la grande credibilità internazionale che abbiamo riguadagnato in virtù del lavoro del Governo Meloni…Continueremo quindi a lavorare per rafforzare l’attrattività dell’Italia, puntando su qualità, sostenibilità, innovazione e accessibilità con l’obiettivo di raggiungere nuovi traguardi e consolidare il nostro primato nel panorama turistico internazionale”.

Occorre notare che il miracolo di tale primato si sarebbe verificato in soli quattro mesi, il tempo cioè intercorso tra le due dichiarazioni della Ministra Santanché: quella di Firenze di novembre 2024 e il comunicato del Ministero del 6 marzo 2025. Purtroppo però non si tratta né di miracolo né di meriti da attribuire a chicchessia: sarebbe bastato semplicemente che qualche dirigente del ministero informasse la ministra che l’Italia ha da anni superato la Francia come destinazione per la domanda turistica internazionale! Basta leggere correttamente le statistiche sulle presenze turistiche e non sugli arrivi alle frontiere sia di Eurostat sia dell’Organizzazione Mondiale del Turismo.

2 – Turismo Internazionale: l’Italia ai vertici mondiali

I primi dati al riguardo sono pubblicati nella Tabella 1 dove risulta che già nel 2023 si era verificato tale sorpasso, che risale però addirittura al 1988, quando secondo Eurostat, le presenze internazionali in Italia furono 121,24 milioni contro i 99,34 della Francia e i 121 della Spagna: quell’anno l’Italia fu il Paese leader in Europa per numero complessivo di pernottamenti tra nazionali e internazionali con 299,5 milioni, seguita dalla Germania con 273,5, dalla Francia con 258,2 e al quarto posto dalla Spagna con 201 milioni di pernottamenti complessivi.
Il sorpasso della Spagna nei confronti dell’Italia come destinazione leader in Europa per il turismo internazionale si verificò invece nel 2004, quando la Nazione Iberica realizzò 209,1 milioni di pernottamenti, contro i 141,2 dell’Italia e i 104,2 della Francia, che tra presenze internazionali e nazionali realizzò in totale 283 milioni classificandosi però solo al quarto posto per pernottamenti complessivi, preceduta al terzo dalla Germania con 338,8 milioni, al secondo dalla Spagna con 344,3 milioni e al primo posto dall’Italia che realizzò in totale 345,6 milioni di pernottamenti. Questi dati li ho desunti sia da Eurostat sia dalla XV Edizione del “Rapporto sul Turismo Italiano 2006/2007”, realizzato a cura di Mercury Srl, in collaborazione con ISTAT ed ENIT e con il Patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Ma esistono altre fonti che suffragano l’affermazione del titolo del presente paragrafo e in primis la “Indagine sul Turismo Internazionale ai fini della compilazione della bilancia dei pagamenti”, che la Banca d’Italia conduce da anni e che di solito pubblica annualmente nel mese di giugno.

Voglio quindi sottolineare che è da decenni che l’Italia supera costantemente la Francia per numero di presenze turistiche internazionali, un fatto di cui evidentemente non si sono mai accorti non solo la Ministra Santanché, ma neanche i dirigenti del suo dicastero, i tecnici, i manager, i giornalisti e tutta una pletora di esperti e consulenti! Eppure sarebbe bastato documentarsi un po’ alle fonti ufficiali delle statistiche, e prendere in considerazione soprattutto i dati sulle presenze turistiche invece che quelli sugli arrivi alle frontiere, che oltre tutto non comportano alcuna ricaduta sull’economia del turismo del Paese di destinazione, oltre a distorcere le classifiche internazionali sulle Nazioni più visitate al mondo.

Fonte: Elaborazione di G, Maresu su dati: “UNWTO Tourism Highlighs 2023” e “UNWTO Tourism Statistics Database 2023”
N.B. Per l’anno 2020 non si è ritenuto opportuno elaborare il ranking mondiale perché la pandemia del covid ha inciso in maniera anomala e diversificata sul movimento turistico internazionale da Paese a Paese. **Nel 2022 il ranking mondiale relativo alle presenze risulta un po’ falsato in quanto non sono stati pubblicati i dati relativi agli USA e alla Gran Bretagna.

Inoltre l’attendibilità delle statistiche sugli arrivi alle frontiere dei Paesi facenti parte dell’Unione Europea è inficiata dal fatto che con l’entrata in vigore nel 1993 degli accordi di Shengen, è stato introdotto il principio della libera circolazione delle persone all’interno dei confini dell’U.E. senza alcun controllo alle frontiere: come fa quindi la Francia a contare i turisti europei che vi arrivano?

Al di là di tutto ciò, l’inattendibilità matematica dei dati sugli arrivi alle frontiere dei turisti internazionali, interpolati a quelli sulle presenze relativi alla Francia, è dimostrata dalla tabella 2, elaborati in base alle statistiche più recenti, quelle del 2022, diffuse dall’Organizzazione Mondiale del Turismo (UNWTO), da cui risulta che la Francia avrebbe occupato il primo posto al mondo per numero di arrivi di turisti internazionali con 79,4 milioni, seguita nell’ordine dalla Spagna (71,7), dagli USA (50,9), dalla Turchia (50,5) e dall’Italia che, con 49,8 milioni si sarebbe collocata al quinto posto.
Le presenze turistiche internazionali ribaltano però clamorosamente tale classifica che invece, sempre nel 2022 avrebbe visto al primo posto la Spagna con 271,4 milioni di presenze, seguita al secondo posto dall’Italia con 201,1 milioni, al terzo posto dalla Turchia con 147,2 milioni, mentre la Francia si sarebbe collocata solo al quarto posto con 123,9 milioni, anche se non sono state comunicate le presenze nel 2022 negli USA.

Tuttavia il risultato più sorprendente sul movimento turistico internazionale riguarda le giornate di permanenza media dei turisti nei vari Paesi visitati, che si ottengono dividendo le presenze complessive per il numero di arrivi alle frontiere. Tali calcoli hanno portato ai seguenti risultati, sintetizzati sempre nella tabella 2: nel 2022 ogni turista internazionale avrebbe soggiornato in Francia mediamente soltanto 1,44 giorni, dato che l’ha collocata all’ultimo posto (come peraltro era già successo nel 2019!) tra i dieci paesi più visitati al mondo, contro 4,17 giorni di permanenza media in Spagna (prima), 4,03 in Italia (seconda), 4,01 in Grecia (terza) e 3,74 giorni in Austria, quarta nel mondo.
Di fronte a questi dati incontestabili penso crolli definitivamente il mito della Francia come Paese più visitato al mondo dai turisti internazionali, sperando che d’ora in poi non lo si riproponga più da parte di chicchessia e soprattutto che la Francia si decida finalmente e fornire statistiche più attendibili circa il movimento turistico internazionale che si verifica al suo interno.

3 – Turismo internazionale in Italia: Banca d’Italia versus ISTAT

Ritornando alle affermazioni della Ministra Santanché circa il sorpasso dell’Italia sulla Francia, esistono però altre fonti che invece suffragano l’affermazione che sia l’Italia e non la Spagna ai vertici del turismo mondiale come nazione più visitata al mondo dai turisti internazionali: si tratta della “Indagine sul turismo internazionale alle frontiere” della Banca d’Italia, già citata.

Mettendo quindi a confronto le due fonti, l’ISTAT da una parte e la Banca d’Italia dall’altra, ho sintetizzato i risultati nella tabella 3, relativi alle presente (pernottamenti) dei turisti stranieri in Italia negli anni dal 2021 al 2023 (non sono stati ancora pubblicati i dati relativi al 2024 dalla Banca d’Italia), da cui si evince che nel 2021 secondo l’ISTAT le presenze sarebbero state oltre 106 milioni, mentre secondo la Banca d’Italia sarebbero state quasi il doppio: 208 milioni e mezzo, Nel 2023 secondo l’ISTAT sarebbero state 234,2 milioni, mentre secondo la Banca d’Italia sarebbero state 387,8 milioni!
Tali macroscopiche differenze si spiegano con il fatto che l’ISTAT analizza solo il movimento turistico che si verifica nelle sole strutture ricettive alberghiere ed extralberghiere ufficialmente classificate come tali dalle varie leggi nazionali e regionali, che consistono in 224.644 imprese che offrivano complessivamente 5.200.234 posti letto nel 2022.

I dati sono espressi in migliaia
Fonte: elaborazione di G.Maresu da: ISTAT, “Annuario Statistico Italiano 2023 Turismo” e da: Banca d’Italia, “Indagine sul Turismo Internazionale, Statistiche 18 giugno 2024”

L’ISTAT non analizza però il movimento turistico ospitato negli oltre 3 milioni di case e appartamenti offerti in locazione turistica soprattutto nelle località balneari e montane e nelle principali città d’arte, secondo lo studio di Mercury/Rescasa: “Il turismo italiano negli appartamenti. Primo Rapporto 2005”. Tale offerta ricettiva è stata peraltro riconfermata più di recente anche della FIAIP, Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali, nel “Report Immobiliare delle locazioni brevi ad uso turistico nelle principali località italiane” del 2022.

Ipotizzando che questi appartamenti dispongano mediamente di soli 4 posti letto, si arriverebbe a un’offerta ricettiva di 12 milioni di posti letto che attiverebbero il cosiddetto “Turismo che non appare”, come viene così definito anche nel “XX Rapporto sul Turismo Italiano – Edizione 2015/2016” a pagina 48.
La Banca d’Italia invece nella sua “Indagine sul turismo internazionale alle frontiere” tiene conto di tutte le transazioni relative ai turisti internazionali che soggiornano nel nostro Paese in qualsiasi tipologia di struttura ricettiva, classificata o meno, comprese le case vacanza in affitto anche presso amici o parenti.

4 – Il “Turismo che non appare” ma che esiste ed è pure da record mondiale!

Non esistono tuttavia statistiche da fonti ufficiali come ISTAT e Banca d’Italia, che analizzino anche il movimento turistico degli italiani che soggiornano per vacanza negli oltre 3 milioni di case e appartamenti cui si è accennato, ma esiste solo un’indagine pubblicata nel “XX Rapporto sul Turismo Italiano, Edizione 2015/2016” a cura del CNR-Consiglio Nazionale delle Ricerche, dove al capitolo “Fra congiuntura e lungo periodo”, curato da Emilio Becheri, sono stati presi come dati di riferimento le statistiche ufficiali dell’ISTAT riferite al movimento turistico degli italiani e degli stranieri in Italia nel 2014 cui sono stati applicati dei “moltiplicatori” (3,61 per i pernottamenti degli italiani e 1,75 per i pernottamenti degli stranieri), desunti da varie indagini, che hanno prodotto i seguenti risultati, sintetizzati nella tabella 4:
– i pernottamenti effettivi dei turisti italiani sarebbero stati 689,6 milioni contro i 191 milioni circa rilevati dall’ISTAT nelle sole strutture ricettive classificate;
– i pernottamenti dei turisti internazionali sarebbero stati 326,4 milioni contro i 186,8 milioni circa rilevati dall’ISTAT nelle sole strutture ricettive classificate;
– di conseguenza i pernottamenti turistici totali verificatisi nel 2014 in Italia sarebbero stati 1,16 miliardi contro i 377,8 milioni circa rilevati dall’ISTAT nelle sole strutture ricettive classificate!

Fonte: E, Becheri in: “XX Rapporto sul Turismo Italiano, Edizione 2015/2016” a cura di CNR/IRISS, Consiglio Nazionale delle Ricerche/Istituto di Ricerca su Innovazione e Servizi per lo Sviluppo

Per quanto clamorosi possano sembrare questi dati, tuttavia essi rispecchiano, forse addirittura per difetto, la reale dimensione e consistenza del movimento turistico effettivo che si verifica annualmente nel nostro Paese, in massima parte purtroppo non rilevato ufficialmente e che di conseguenza “non appare”, anche se esiste: basterebbe che si facessero delle ispezioni a tappeto sulle località balneari soprattutto delle Regioni meridionali, della Liguria e delle isole maggiori per rendersi conto che le sole strutture ricettive classificate non hanno una capacità ricettiva sufficiente ad ospitare i milioni di turisti che affollano le loro spiagge!

Non sono infatti molto convinto del fatto che l’introduzione del CIN per le strutture offerte per affitti brevi faccia emergere del tutto il sommerso delle presenze turistiche non rilevate negli oltre 3 milioni di appartamenti offerti in locazioni turistiche rilevati dalla FIAIP:
Comunque, applicando il moltiplicatore complessivo di 2,69, come calcolato per le presenze del 2014 (tabella 4) ai 458,3 milioni di presenze complessive rilevate da Eurostat e da ISTAT, nel 2024 nel nostro Paese (tabella 1), si arriverebbe addirittura a 1,23 miliardi complessivi di pernottamenti!
Un record difficilmente attaccabile nel mondo né dalla Francia né dalla Spagna. Bisognerebbe però farlo sapere anche ai giornalisti, ai manager, ai dirigenti del Ministero del Turismo e alla stessa ministra Daniela Santanché.

Autore

  • maresu

    Gavino Maresu è un esperto di turismo con una lunga carriera accademica, manageriale e giornalistica. Ha insegnato “Gestione delle imprese e degli eventi turistici” presso l’Università di Genova, nel Corso di Laurea in Scienze Geografiche, fino al 2015. Autore prolifico, ha pubblicato oltre 50 studi scientifici, tra libri e saggi, sui temi della politica, economia, marketing e management del turismo. Le sue opere sono state edite da Class Editori, Ulrico Hoepli, FrancoAngeli e pubblicate su autorevoli rapporti e riviste, tra cui il “Rapporto sul Turismo Italiano” del CNR, il “Rapporto Italia Eurispes” e la rivista "Turistica, Italian Journal of Tourism". Ha ricoperto il ruolo di docente in corsi di specializzazione e master presso istituzioni italiane e internazionali, tra cui l’Università di Genova, la Megatrend University di Belgrado, la Scuola Superiore Interpreti e Traduttori di Milano, il CEIDA di Roma, la Fondazione Edoardo Garrone di Genova e la Scuola di Alti Studi in Economia del Turismo Culturale di Siracusa. Nel 2006-2007 è stato membro della Commissione Ministeriale “Istituti e Territorio” del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, mentre fino al 2009 ha diretto il Dipartimento per le Politiche del Turismo dell’Eurispes. Relatore in oltre 100 convegni nazionali e internazionali sul turismo, è anche giornalista pubblicista, con all’attivo articoli, inchieste e commenti pubblicati su testate nazionali e stampa di settore. La sua attività giornalistica è stata riconosciuta con i premi “Città di Taranto” (2003) e “Città di Riccione” (2007). È membro della SISTUR – Società Italiana di Scienze del Turismo, contribuendo attivamente alla ricerca e alla divulgazione scientifica nel settore.

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