Lo scorso 8 marzo, in occasione della festa della donna, la rivista tedesca di settore Tw–Tagungswirtschaft e l’M+A Report hanno lanciato una survey insieme ad Imex dal titolo: Le donne nella meeting industry: partner o assistenti? La ricerca era rivolta alle professioniste dell’industria internazionale degli eventi ed è stata condotta sia in tedesco sia in inglese.
L’indagine mira a stabilire a che punto è arrivata l’industria internazionale degli eventi in termini di uguaglianza, opportunità di carriera ed equilibrio tra lavoro e vita. Il progetto aveva già ricevuto un enorme supporto prima del suo inizio, dato che un gran numero di associazioni dell’industria tedesca e internazionale, nonché le organizzazioni partner del gruppo Imex, avevano invitato le loro socie a partecipare.
Il livello estremamente elevato di partecipazione al sondaggio ha superato tutte le aspettative. In tre settimane, 3.059 donne hanno aperto il collegamento all’indagine, e quasi un terzo (909) ha risposto alle domande: 578 hanno risposto in tedesco, 331 in inglese. 628 provenivano dall’Europa, di cui 473 dalla Germania, 35 dall’Austria, 28 dalla Gran Bretagna, 19 dal Belgio, 11 dall’Italia e 62 da altri Paesi europei; 150 hanno risposto dal Nord America, dieci dall’Asia, sette dall’Africa, due dal Sud America e una dall’Australia. Quest’alto tasso di risposta mostra che l’indagine ha affrontato un argomento importante al momento giusto.
I risultati sono estremamente indicativi: in particolare il 66 per cento delle rispondenti ama far parte di quest’industria. Tuttavia, solo tre donne su dieci hanno detto di sentirsi uguali in termini di stipendio e sei su dieci non credono di avere le stesse prospettive di carriera delle loro controparti maschili.
Ulteriori risultati dell’indagine saranno presentati oggi, mercoledì 17 maggio, alle ore 11.00 ad Imex presso il Research Pod dell’Inspiration Hub.
I risultati forniscono un quadro chiaro dell’attuale stato dell’industria, ma il tema merita sicuramente d’essere monitorato in futuro, in particolare perché rivela che c’è molto lavoro da svolgere per raggiungere la parità di trattamento sui luoghi di lavoro.