Via libera definitivo alla Riforma delle Guide Turistiche alla Camera dopo che la stessa era già stata approvata al Senato. Il documento è stato approvato con 139 voti a favore, 80 astenuti e nessun contrario. Ora il testo di legge, che è entrato in vigore il 17 dicembre ed è stato fatto per il rispetto del PNRR che chiedeva appunto la regolamentazione di questa professione, per essere pienamente operativo necessiterà dell’approvazione di una serie di decreti attuativi.
Per il ministro del Turismo Santanché “Dobbiamo essere orgogliosi di aver raggiunto questo importante traguardo, atteso da oltre 10 anni e reso possibile anche grazie alla fondamentale collaborazione che il ministero ha avviato nei mesi scorsi con le associazioni delle guide turistiche, che ci ha portati a trovare una sintesi efficace sulla disciplina, dimostrando – una volta di più – come solo con il gioco di squadra si possano raggiungere grandi risultati”
Guide turistiche, cosa cambia con la riforma
Le principali novità introdotte dalla legge includono:
- Esame di Abilitazione: Le nuove guide turistiche dovranno superare un esame nazionale, gestito dal Ministero del Turismo, che comprende prove scritte, orali e pratiche. Questo esame sarà indetto almeno annualmente.
- Elenco Nazionale: Verrà creato un elenco nazionale obbligatorio per chi desidera lavorare come guida turistica. L’esclusione dall’elenco è prevista solo per attività temporanee, occasionali o gratuite in siti non qualificabili come luoghi di cultura. L’elenco sarà mantenuto su una piattaforma informatica per la quale sono stati stanziati 300mila euro iniziali e 50mila annui di manutenzione. Agli iscritti è rilasciato un tesserino personale di riconoscimento e la possibilità di esercitare come guida turistica su tutto il territorio nazionale.
- Codice Ateco Specifico: L’Istat assegnerà un codice Ateco dedicato alla professione di guida turistica, per una classificazione più accurata delle attività legate a questa professione, entro 60 giorni dalla promulgazione della legge.
- Aggiornamento Professionale Obbligatorio: Le guide turistiche dovranno sottostare a un obbligo di aggiornamento periodico delle competenze, a cadenza triennale, con la possibilità di conseguire ulteriori specializzazioni mediante corsi autorizzati dal Ministero.
- Ingressi gratuiti in tutti i luoghi di cultura: le guide turistiche munite di tesserino personale di riconoscimento hanno diritto all’ingresso gratuito in tutti i siti in cui esercitano la professione o in cui accedono per finalita’ di studio e formazione, siano essi di proprieta’ dello Stato, di altri enti pubblici, degli enti territoriali o di istituti religiosi. Agli enti è vietato impedire il lavoro della guida turistica.
- Sanzioni per l’Abusivismo: La legge prevede sanzioni sia per chi esercita illegalmente la professione di guida turistica sia per chi si avvale di guide non autorizzate. La guida ha l’obbligo di esporre in maniera visibile il tesserino ed essere trasparente sulle tariffe. Le multe per gli abusivi vanno dai 3.000 ai 12.000 euro per chi non è iscritto nell’elenco nazionale e dai 5.000 ai 15.000 euro a chi impedisce alle guide iscritte di fare il proprio lavoro. La guida abilitata che non espone il tesserino o le tariffe è punita con una multa da 500 a 1.500 euro.
- E’ fatto divieto alle agenzie di viaggi, ai tour operator e agli altri intermediari di avvalersi di guide che non siano iscritte nell’elenco nazionale.
Per chi è già guida turistica, non sarà necessario sostenere il nuovo esame, ma si richiederà l’iscrizione all’Elenco nazionale tramite una semplice domanda. Inoltre, la riforma prevede requisiti specifici per l’accesso alla professione, come il possesso di una laurea e la conoscenza di almeno due lingue straniere, di cui una a livello C1 e l’altra a livello B2. La guida turistica deve anche essere assicurata a garanzia della responsabilità civile professionale.
E’ possibile leggere il testo completo della riforma a questo link sulla Gazzetta Ufficiale
Come per tutte le riforme di questo tipo i commenti si dividono tra entusiasti e critici, vediamone alcuni. Tra chi commenta positivamente c’è Valeria Gerli, presidente di Confguide: “Giunge finalmente al termine un lungo iter durato dieci anni, durante i quali Confguide ha lavorato duramente, assieme a Confcommercio Professioni, per ottenere un provvedimento in linea con le esigenze della categoria. Si tratta di una legge assolutamente necessaria per contrastare l’abusivismo, garantire il lavoro alla categoria, dare accesso alla professione in modo legittimo a nuove guide turistiche. Resta la preoccupazione per le deroghe al possesso dell’abilitazione in alcuni casi particolari, le attività svolte da remoto, a titolo accessorio e didattiche”
Anche Simone Fiderigo Franci, presidente di GTI – Guide Turistiche Italiane, esprime soddisfazione per l’introduzione di un elenco e un patentino nazionali, che conferiscono un riconoscimento uniforme alla professione su tutto il territorio nazionale. Per l’assessore al Turismo lombardo Barbara Mazzali “Con questa riforma il Governo ha finalmente regolato i princìpi fondamentali della professione della guida turistica. Il nostro Paese è un museo a cielo aperto, unico per bellezza e importanza culturale, monumentale, artistica e storica, un patrimonio che va raccontato e valorizzato da guide turistiche formate e preparate”.
Tra le criticità e le preoccupazioni viene invece citata la complessità normativa nel passare da una regolamentazione che era a carattere regionale a una di respiro nazionale, le difficoltà nell’attuazione di quanto statuito mentre slcune associazioni, come AGTA, hanno espresso la preoccupazione che i nuovi requisiti di accesso alla professione possano essere troppo stringenti e limitare l’accesso alla professione a un numero minore di persone ma in generale il giudizio è positivo. Per Isabella Ruggiero, presidente AGTA “Tenuto conto del contesto in cui questo provvedimento è nato, siamo molto soddisfatti. Ci sono alcuni punti che avremmo voluto modificare, per limitare maggiormente l’abuso dell’attività da parte dei prestatori occasionali europei e del riconoscimento dei patentini esteri, ma i tempi erano strettissimi e l’obiettivo principale era arrivare in tempo al traguardo, segnato dall’inserimento nella finanziaria e nel PNRR. In compenso, i punti positivi di questo testo sono molti e importanti: 1. Un’ottima definizione della professione e della visita guidata; 2. Per la prima volta, finalmente, per legge si stabilisce che “l’ingresso e lo svolgimento dell’attività di guida turistica non può essere interdetto o ostacolato” negli istituti e nei luoghi della cultura, anche appartenenti a soggetti privati aperti al pubblico. 3. Il diritto all’ingresso gratuito in tutti i siti pubblici, sia per lavoro che per formazione. 4. Le specializzazioni – facoltative – che permetteranno di rispondere ai cambiamenti del turismo e alle richieste del mercato e di certificare le competenze. 5. Il riconoscimento automatico di tutte le guide già abilitate, inclusa la loro specializzazione territoriale. 6. Il nuovo accesso alla professione in futuro tramite un esame di Stato. 7. Norme più stringenti per il riconoscimento dei patentini acquisiti all’estero. 8. Un serio impianto per il contrasto all’abusivismo, basato su varie norme e strumenti sparsi in tutto il DdL, tra cui l’Elenco nazionale, il patentino uguale per tutti, sanzioni sia contro gli abusivi che contro le agenzie e gli intermediari che li usano, incluse le piattaforme digitali e i siti web, incarico dei controlli ai Comuni.
La riforma della professione delle guide turistiche in Italia ha suscitato anche alcune critiche riguardanti la specializzazione territoriale e la generalizzazione della professione. Secondo alcune fonti, vi sono preoccupazioni che la riforma possa portare a una guida “generalista”. Questo potrebbe implicare che le guide non sarebbero adeguatamente qualificate per trattare in modo approfondito argomenti specifici relativi a determinate aree o siti culturali. Questa preoccupazione è stata espressa in particoalre da ANGT (Associazione Nazionale Guide Turistiche), forse la voce più critica verso la riforma per non garantire standard di qualità culturali e linguistici adeguati per lo svolgimento della professione. In sintesi, però, la riforma è generalmente vista come un passo positivo per professionalizzare ulteriormente il settore e contrastare l’abusivismo.