Dopo 4 anni di indagini Booking.com ha raggiunto un accordo con lo Stato italiano sulle accuse di evasione dell’IVA in Italia per totali 153 milioni di euro. Il portale con sede in Olanda ha infatti effettuato un pagamento di 94 milioni di euro al Tesoro italiano, tramite una procedura di composizione con l’Agenzia delle Entrate, ponendo così fine a una controversia fiscale iniziata nel 2019 e legata alla mancata presentazione di alcune dichiarazioni IVA per gli anni 2013-2021. L’evasione fiscale era stata scoperta dalla Guardia di Finanza di Chiavari, sotto il coordinamento della Procura di Genova, e ne avevamo parlato in questo articolo. Secondo l’accusa Booking applicava il reverse charge sull’IVA anche alle strutture extralberghiere prive di partita IVA, come appunto i B&B non imprenditoriali e le locazioni turistiche, togliendo la somma al fisco italiano.
Dall’indagine era infatti emerso che Booking.com emetteva fatture per servizi di intermediazione online applicando male la regola dell’IVA, utilizzando il meccanismo del reverse-charge per tutti i clienti italiani. In questo sistema, l’IVA per ogni servizio non è dovuta dal fornitore ma dal cliente, ma solo se questi è in possesso di una partita IVA. I clienti non imprenditoriali avrebbero dovuto ricevere fatture comprensive di IVA e questo, dal 2013 al 2021, non è avvenuto, con conseguente mancata presentazione delle dichiarazioni IVA annuali.
L’inchiesta della Procura di Genova è stata facilitata anche dalla documentazione fornita dalle autorità giudiziarie olandesi, dopo un incontro di coordinamento nel 2022 presso la sede di Eurojust. Per l’anno fiscale 2022, Booking ha presentato in Italia una dichiarazione IVA in conformità alle richieste dell’Agenzia delle Entrate, per un importo di oltre 19 milioni di euro. Infine, Booking ha adottato un modello organizzativo conforme alle normative fiscali italiane: se un cliente con una struttura ricettiva non fornisce un numero di partita IVA, o ne fornisce uno non valido per l’UE, Booking ora applica un IVA del 22% sulla fattura e gestisce la dichiarazione e il pagamento dell’imposta in Italia per tutte le transazioni con privati non in possesso di partita IVA.
In una nota stampa Booking ha dichiarato: “In Booking.com ci impegniamo a garantire di operare nel rispetto delle leggi in tutti i Paesi in cui siamo presenti. Ciò include la nostra diligenza nel pagamento di tutte le tasse applicate alle nostre attività. Oggi come in passato, riteniamo di essere in regola con le vigenti leggi italiane sull’IVA e possiamo confermare di aver aderito ad un accordo di reciproca soddisfazione con l’Agenzia delle Entrate per il periodo 2013-2021. Siamo quindi lieti di esser giunti a questa risoluzione e di poter continuare a concentrare tutti i nostri sforzi e la nostra attenzione per offrire servizi di massima qualità ai nostri clienti e partner in Italia”.
*immagine di copertina generata con Dall-E con il prompt: “A wide office scene with a large digital screen prominently displaying the logo of Booking.com. The screen shows an infographic with rising graph lines, euro symbols, and a large, highlighted number “94” representing a significant financial payment. In the foreground, diverse office workers, both male and female of different ethnicities, are actively discussing documents and pointing at the screen. The modern, well-lit office has corporate decor. An Italian flag is subtly included in the background, indicating the country involved in the news story”.