Cala il contagio, scende la preoccupazione, ma si raffredda anche la voglia di vacanze secondo un’indagine commissionata da Confturismo-Confcommercio a SWG e che è stata eseguita fra il 15 e il 20 aprile 2020 con metodologia CAWI su un campione di 1.035 persone rappresentativo della popolazione residente in Italia dai 18 ai 74 anni
Dalla ricerca risulta che più della metà degli intervistati, il 57% anche dopo la fine dell’emergenza, non si muoverà per fare una vacanza (a marzo era il 53%); il 32% dichiara che farà vacanze, ma di 2 o 3 giorni e senza allontanarsi troppo dalla propria residenza. Insomma, più che ferie estive, le vacanze degli italiani assomiglieranno ai cosiddetti “short break” di mezza stagione, con un impatto molto più ridotto sui consumi. Solo il 20% vorrebbe fare le valigie per una vacanza lunga appena l’emergenza sanitaria sarà conclusa, mentre il 15% è incerto per le disponibilità economiche, l’8% non sa se potrà farlo per le ferie e impegni lavorativi. Insomma regna l’incertezza
Crolla inoltre il desiderio di fare shopping o comprare regali in vacanza, probabilmente legato al timore di frequentare contesti urbani ma certamente connesso anche alla crisi economica percepita: solo il 7% degli intervistati lo mette tra gli obiettivi mentre lo scorso anno, sempre ad aprile, lo era per il 22%. A fortissimo rischio quindi anche la notoria trasversalità dell’economia del turismo, di cui beneficiano commercio, trasporti locali, cultura e decine di altri settori.
“In questa situazione – commenta il Presidente di Confturismo-Confcommercio Luca Patanè – non intervenire subito e con strumenti efficaci a supporto delle attività del settore e dei consumi, con una “manovra sincronizzata su più fronti”, vuole dire negare i fondamentali dell’economia e non avere assolutamente chiaro quali sono davvero i settori strategici nel nostro sistema Paese“.