L’industria del turismo in Italia ha registrato una crescita significativa nel 2023, segnalando un ritorno alla normalità dopo le restrizioni imposte dalla pandemia di COVID-19. Secondo i dati forniti dal Gruppo di Lavoro Inter-istituzionale sul Turismo, che ha elaborato delle proiezioni sui dati raccolti dal portale Alloggiati Web, il settore ha evidenziato un incremento sia negli arrivi che nelle presenze rispetto al 2019, anno pre-pandemico di riferimento. Nel 2023, infatti, le strutture ricettive italiane hanno accolto oltre 134 milioni di arrivi e 451 milioni di presenze. Questi numeri rappresentano un aumento rispettivamente del 2,3% e del 3,3% rispetto al 2019, con 3 milioni di arrivi e 14,5 milioni di presenze in più. Inoltre, rispetto al 2022, gli arrivi sono cresciuti del 13,4%, con un incremento di circa 16 milioni, e le presenze sono aumentate di oltre 39 milioni.
L’integrazione dei dati provenienti dalle strutture ricettive alberghiere ed extra-alberghiere, insieme alle informazioni raccolte dalle questure territorialmente competenti, ha permesso di ottenere stime regionali affidabili. Questo processo ha evidenziato una crescita diffusa su tutto il territorio nazionale, con alcune regioni che hanno registrato performance particolarmente positive. Il turismo internazionale ha giocato un ruolo cruciale nel 2023, con un notevole afflusso di visitatori stranieri che hanno contribuito significativamente alla ripresa del settore. Tuttavia, anche il turismo interno ha mostrato segni di robusta ripresa, con un aumento degli italiani che hanno scelto di viaggiare all’interno del paese, sfruttando le molteplici offerte culturali, paesaggistiche e gastronomiche.
Rispetto al 2019 sono le Isole le regioni che registrano la maggior crescita, fermo restando che la maggior parte dei turisti continua a insistere sul nord del Paese.
Nonostante i risultati positivi, il settore turistico italiano deve affrontare alcune sfide cruciali per mantenere e migliorare questa tendenza. Se è vero che il turismo cresce in tutte le sue componenti, è altrettanto vero che la maggior crescita si registra nel settore extralberghiero che ormai vale stabilmente quasi il 40% del compartimento ricettivo con due regioni italiane, la Toscana e le Marche, in cui fa addirittura registrare più arrivi che negli alberghi, consolidando il suo ruolo come componente fondamentale dell’industria turistica nazionale, checché ne dicano le analisi di parte. Questo segmento, che include bed & breakfast, case vacanza, agriturismi, campeggi e altre forme di ospitalità alternativa, ha beneficiato di un rinnovato interesse da parte dei viaggiatori alla ricerca di esperienze più autentiche e personalizzate, ma anche di prezzi più contenuti per via delle dinamiche inflattive che hanno penalizzato le famiglie e i viaggi di gruppo.
“I numeri non mentono mai. L’Italia sta tornando a occupare il posto che merita nel panorama mondiale del turismo. Il record storico di andamento evidenziato dalle stime che presentiamo oggi grazie al lavoro congiunto di Ministero e ISTAT non è un risultato casuale ma frutto di una strategia mirata che mette il turismo al centro delle politiche del governo. Ora, però, la sfida non è solo quella di aumentare il numero delle presenze, quanto piuttosto di puntare sempre più su un turismo di qualità, e quindi su offerte turistiche in grado di soddisfare, in modo sostenibile, ogni tipo di esigenza. Ciò significa gestire i flussi e incentivare la nascita di hotel, anche di lusso, per poter innalzare il livello della nostra offerta affinché non sia solo mordi e fuggi ma possa proporre ai turisti esperienze immersive e attirare più risorse sui nostri meravigliosi territori. Territori fatti di tanti piccoli borghi che dobbiamo saper mettere a reddito favorendo politiche di destagionalizzazione e distribuzione dei flussi. La nostra visione industriale del comparto risulta vincente, a giudicare dai dati, e su questo continueremo a lavorare intensamente,” ha commentato il ministro del Turismo, Daniela Santanchè.