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Il vaiolo delle scimmie (chiamato anche mpox o monkeypox) è tornato al centro delle preoccupazioni globali, con un nuovo focolaio che ha colpito duramente l’Africa e spinto l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) a dichiarare nuovamente lo stato di emergenza sanitaria pubblica di rilevanza internazionale (Pheic). Questa decisione, comunicata il 14 agosto 2024 dal direttore generale dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus, è avvenuta a seguito di una rapida espansione del virus.
In particolare in Congo, spiega ViaggiareSicuri.it, è stata registrata una variante di MonkeyPOX, un nuovo ceppo, noto come Clade 1b, con oltre 11.000 casi, tra cui 445 decessi, quindi ad alto tasso di mortalità, oltre il 4%. I bambini sono particolarmente colpiti da questa epidemia, facendo registrare tassi di mortalità ancora più elevati. Anche per questo rimangono sconsigliati i viaggi non necessari nella Repubblica Democratica del Congo.
L’aumento dei casi ha contribuito a un’escalation dell’infezione, diffondendosi anche in Paesi che finora non erano stati colpiti, come il Kenya, il Ruanda e l’Uganda. Questa recrudescenza ha allarmato gli esperti sanitari, che hanno sottolineato l’importanza di una risposta internazionale coordinata per contenere l’epidemia e prevenire ulteriori diffusioni al di fuori del continente africano.
Anche in Italia, l’attenzione sul vaiolo delle scimmie è tornata a crescere, soprattutto in seguito alla scoperta di due mini focolai a Firenze, che hanno spinto le autorità sanitarie locali a raccomandare la vaccinazione per i contatti stretti. Questi episodi mostrano che, nonostante la diminuzione dei casi globali registrata dopo il focolaio del 2022, il virus continua a rappresentare una minaccia sanitaria. In Italia ci sono circa un migliaio di casi di vaiolo delle scimmie, costantemente monitorati su questa pagina del Ministero della Salute.
Cos’è il vaiolo delle scimmie e come si trasmette
Il vaiolo delle scimmie, noto anche come mpox, è un’infezione virale zoonotica, ovvero trasmessa dagli animali all’uomo. Identificata per la prima volta nelle scimmie in un laboratorio nel 1958, la malattia è stata classificata come patogeno umano negli anni ’70, con i primi casi registrati nella Repubblica Democratica del Congo. L’infezione si diffonde principalmente attraverso il contatto diretto con animali infetti o con persone già contagiate, tramite lesioni cutanee o secrezioni respiratorie, e recentemente sono emerse nuove modalità di trasmissione legate ai rapporti sessuali in presenza di lesioni cutanee.
L’eruzione cutanea, i fluidi corporei (come liquido, pus o sangue da lesioni cutanee) e le croste sono particolarmente infettivi. Ulcere, lesioni o piaghe della bocca possono essere infettive e il virus può diffondersi attraverso la saliva o attraverso droplet (goccioline respiratorie) in caso di contatto prolungato faccia a faccia (a maggior rischio gli operatori sanitari, i membri della stessa famiglia e altri contatti stretti dei casi confermati). Anche indumenti, lenzuola, asciugamani o stoviglie contaminati dal virus di una persona infetta possono contagiare altre persone.
I sintomi e decorso del vaiolo delle scimmie
Dal punto di vista dei sintomi, il vaiolo delle scimmie si manifesta con febbre, dolori muscolari, linfonodi gonfi e un’eruzione cutanea caratteristica che evolve in pustole e croste. La maggior parte dei casi si risolve spontaneamente in 2-4 settimane, ma le persone immunocompromesse, i bambini e le donne in gravidanza sono a maggior rischio di complicazioni severe.
Per prevenire il vaiolo Mpox nelle persone a partire dai 18 anni di età ad alto rischio di infezione, è stato recentemente approvato il vaccino MVA-BN (virus vaccinico vivo Ankara modificato, prodotto dall’azienda Bavarian Nordic). Ad oggi non è comunque raccomandata la vaccinazione di massa.
La prima emergenza del 2022
L’emergenza legata al vaiolo delle scimmie è stata dichiarata già nel 2022 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) a causa della sua rapida diffusione, soprattutto al di fuori delle aree endemiche, con focolai rilevati in oltre 70 Paesi durante l’epidemia del 2022. Sebbene il tasso di mortalità globale sia relativamente basso, attorno all’1%, il virus ha mostrato un impatto significativo in alcune regioni dell’Africa, in particolare nella Repubblica Democratica del Congo.
Impatto del vaiolo delle scimmie sul turismo
L’impatto del vaiolo delle scimmie sul turismo è stato evidente durante l’epidemia del 2022, con numerosi Paesi che hanno implementato misure di prevenzione nei confronti dei viaggiatori provenienti da aree colpite. L’OMS ha emesso linee guida per limitare la diffusione della malattia, raccomandando una maggiore sorveglianza negli aeroporti e nei luoghi ad alto traffico internazionale. Anche se l’impatto sul turismo è stato meno drammatico rispetto alla pandemia di COVID-19, i Paesi interessati da focolai hanno visto un calo del numero di visitatori e un aumento delle misure di controllo sanitario.
Sebbene il vaiolo delle scimmie non rappresenti neanche lontanamente una minaccia di proporzioni globali come il COVID-19, rimane una sfida significativa per i Paesi con infrastrutture sanitarie deboli. La vigilanza internazionale è fondamentale per prevenire una recrudescenza della malattia, che potrebbe avere ulteriori ripercussioni sulla salute pubblica e l’economia globale, incluso il settore turistico.
Per quanto riguarda le restrizioni ai viaggi, al momento non ci sono divieti internazionali diffusi, ma molti Paesi, inclusa l’Italia, hanno adottato misure preventive per monitorare i viaggiatori provenienti dalle zone a rischio, come il controllo della temperatura negli aeroporti e l’obbligo di segnalare eventuali sintomi riconducibili alla malattia. Le autorità sanitarie raccomandano anche la vaccinazione per le persone che si recano in aree endemiche o che sono in contatto stretto con individui infetti, come una misura preventiva contro la diffusione del virus.