Taxi

Taxi volanti a Dubai e Dallas, identity check-in mobile con selfie, pagamenti digitali sempre più diffusi e infine un’app per scaricare da una landing page in 3 secondi, il tempo che i Millennials sono disposti ad aspettare prima di passare ad altro e abbandonare la pagina… (ora ci vogliono 22 secondi).

Quattro esempi di tecnologie – rispettivamente di Uber, Master Card, Amazon Pay e Google – che saranno disponibili entro il 2020, “perché il futuro è già qui, stiamo vivendo la quarta rivoluzione industriale”, esordisce Marco Benincasa, country manager di Sabre Italia, nell’introduzione al TTX, Travel Technology Exchange, l’annuale evento di aggiornamento sulle tecnologie legate al mondo dei viaggi.

E quattro principi da rispettare se si vogliono intercettare le nuove tendenze: learn, meet, engage, inspire.

Cos’hanno in comune Uber, MasterCard, Amazon Pay e Google?? Tre priorità: semplificare, integrare e andare sul mobile se si vuole comunicare con le nuove generazioni.

Il punto chiave è rendere fruibili immediatamente i Big Data, perché se ho informazioni importanti, ad esempio un qualsiasi imprevisto in aeroporto, e non riesco a condividerli in tempo reale, i dati e le informazioni diventano totalmente inutili. La priorità è sviluppare strategie sul mobile, unico accesso della generazione dei Millenials.

È questo il concetto espresso da Olaf Slater, Direttore internazionale Strategia e Innovazione di Sabre Hospitality, nel suo intervento. “La soglia della nostra attenzione è passata da 12 secondi del 2000 a 8 secondi nel 2013, meno di quello di un pesce rosso” asserisce Slater.

Bisogna sapere creare un’atmosfera, personalizzare le esperienze, superare i bisogni basici e focalizzarsi sui servizi che ci portano a una migliore qualità della vita. E cita una parola danese, “Hygge”, che è intraducibile ma significa creare un senso di accoglienza, comfort, benessere mentre si sperimentano i piaceri della vita, ed è per questo, continua Slater, che l’industria dei viaggi deve essere capace di reinventarsi introducendo tutte le nuove tecnologie disponibili, come realtà virtuale, realtà aumentata e interfacce via chat e focalizzarsi sull’esperienza e non sul prodotto.

Viviamo l’era della Virtual Experience Economy, in cui le esperienze digitali diventano moneta corrente nel mondo reale. La realtà virtuale e la realtà aumentata diventano accessibili ovunque ma le esperienze sono totalmente uniche e personalizzabili. Di questo deve tener conto la travel industry e soprattutto il mondo dell’hospitality per fare in modo che ci si senta conosciuti, bene accolti e provare un senso di appartenenza.

Allo speech di Slater sono seguiti altri tre interventi di Graziano Cavallo di Nh Hotels, Daniela Mastropasqua di GFK e Cristina Ziliani dell’Università di Parma. Ve ne parliamo nel post di domani.

Autore

  • Laureata in Geografia, giramondo e appassionata di fotografia, Roberta F. Nicosia parla quattro lingue ed è la nostra inviata speciale. A dieci anni, complice la copia di National Geographic che ogni mese trovava sulla scrivania e i filmini Super8 del papà, sapeva già dove erano il Borobudur, Borocay o Ushuaia e sognava di fare il reporter. Sono suoi quasi tutti gli articoli sulle destinazioni e le foto apparsi sul nostro Magazine. Dopo una parentesi con ruoli manageriali nel campo della comunicazione e dell’advertising, si è dedicata alla sua vera passione e negli ultimi vent’anni ha collaborato con riviste leisure come Panorama Travel, D di Repubblica, AD, specializzandosi poi nel MICE con reportage di viaggio, articoli su linee aeree e hotellerie. È stata caporedattore e direttore di diverse riviste di questo settore, e ha pubblicato una trentina di Guide Incentive con la collaborazione degli Enti del Turismo italiani.

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