La tendenza è ormai consolidata, ed emerge chiaramente dalle analisi che ogni anni svolge l’Osservatorio ExpoTraining “che mette a confronto le opinioni di circa 500 tra manager di grandi, medie e piccole imprese, esperti di formazione e di comunicazione”.

Ebbene, solo nel 2016 il 27% del panel aveva indicato le materie umanistiche come “strategiche” nel futuro del lavoro. Ma nel 2018 siamo già al 35%.

Le materie umanistiche, secondo il panel di ExpoTraining, sono e saranno sempre più preziose per vari motivi, ma sopratutto per la capacità di “produrre contenuti interessanti”, fondamentali per il web, dai social all’e-commerce.

“Oggi la tecnologia avanza velocemente, ed ormai non è un problema per nessuno realizzare un sito internet, aprire dei profili sui social, o avviare una attività di e-commerce. Quindi l’attenzione delle aziende, più che sulla forma, si sposta sempre più sul contenuto, sulla capacità di raccontare e di raccontarsi, di creare contenuti interessanti. – ha dichiarato Carlo Barberis, Presidente di ExpoTraining – Delle materie umanistiche sono inoltre apprezzate le capacità di sintesi e quella di mettere in collegamento tra loro fatti, suggestioni, idee.”.

Il 35% degli intervistati (Metodo Cawi su panel pluririsposta di 500 partecipanti nel mese di giugno 2018) ha indicato facoltà come lettere, filosofia, storia e le expertise di scrittori e giornalisti tra le competenze che saranno più preziose da qui ai prossimi anni. Il 35% ha indicato le competenze tecniche IT (raggruppando competenze nel web, nella programmazione e più in generale nelle tecnologie), il 38% ha indicato quelle più prettamente scientifiche, il 40% quelle economiche.

Ogni anno l’Osservatorio ExpoTraining avvia le sue attività di ricerca ed analisi sul mondo del lavoro e della formazione, che si concludono in occasione di ExpoTraining, uno dei maggiori eventi italiani sulla formazione in programma quest’anno il 24 e 25 ottobre a Fiera Milano, in collaborazione con le maggiori organizzazioni sindacali ed imprenditoriali, con le istituzioni e con centinaia di aziende.

“Emerge sempre più chiara la necessità non già di ridurre i percorsi di studi umanistici, ma di saperli coniugare con i saperi legati al mondo del web e dell’IT. Perché se è vero che il mondo tra 10 anni avrà bisogno di esperti di tecnologia, è anche vero che avrà anche bisogno di lettere, lingue, storia e filosofia. Saper unire questi due mondi ancora troppo distanti, anche attraverso la formazione, è la vera sfida per il lavoro di domani.” – ha concluso Barberis.

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