Le imprese del mondo travel sono sicuramente tra le più colpite dalla crisi, alcune stanno reagendo con lentezza altre invece si dimostrano resilienti e pronte alla ripartenza, WeRoad è tra queste ultime.
Studiando il sentiment della propria community, WeRoad si è resa conto che sognare ad occhi aperti non basta più. Per questo la società ha lanciato sul mercato le Gift Card, speciali carte acquistabili direttamente sul sito che permettono di regalarsi (o regalare!) un viaggio per una delle oltre 100 destinazioni proposte. Si tratta di gift card di cinque tagli da 100, 300, 500, 1.000 e 1.400 € con validità di due anni che sono state proposte con sconti fino al 50% nei primi giorni di lancio, riscuotendo un grande successo tra i WeRoader. La promozione andrà avanti con sconti fino al 40% fino al 10 aprile e fino al 30% fino al 20 aprile. Gli aspiranti WeRoader hanno acquistato soprattutto le Gift Card con il taglio più alto, approfittando forse del maggiore sconto.
Le Gift Card sono la risposta alla community che non vede l’ora di tornare a viaggiare, ma anche il preludio di una strategia e un di un portfolio prodotto che si sta evolvendo per adattarsi alla situazione. Il team sta infatti lavorando a nuovi e originali itinerari alla scoperta della nostra penisola per sostenere le economie locali e incentivare i viaggi on the road in Italia quando sarà possibile tornare a mettere lo zaino in spalla. Saranno disponibili itinerari “lunghi” (7-8 notti) ed esperienze in barca a vela, che si aggiungono ai già disponibili itinerari express.
“La risposta è stata incredibile, in poche ore siamo stati travolti da richieste. È la dimostrazione che le persone, pur vivendo un momento di incertezza, hanno voglia di assicurarsi l’idea che presto torneranno a viaggiare” – commenta Fabio Bin, co-founder di WeRoad – “L’anima del nostro business sono le community. Questo perchè WeRoad in grado di toccare la vita delle persone: i WeRoader stringono molte amicizie e vivono esperienze uniche, i Coordinatori girano il mondo e aumentano le loro relazioni. Tutto questo crea un fortissimo senso di appartenenza”