Intelligenza artificiale, internet of things e auto che si guidano da sole: tre richieste per evitare la ripetitività al lavoro, svolgere compiti di controllo domestico e migliorare la sicurezza stradale. Questo lo scenario che gli utenti internet di livello avanzato intervistati da Ericsson vorrebbero per il 2017, con un forte accento sulla sicurezza informatica, anche a scapito della privacy.

Il gruppo svedese ha recentamente pubblicato la sesta edizione del report “Hot Consumer Trends” per il 2017, un sondaggio online svolto su base mondiale dal proprio ConsumerLab e sottoposto a oltre 7 mila persone tra i 16 e i 69 anni con dimestichezza con la tecnologia e residenti in 14 metropoli: Berlino, Chicago, Città del Messico, Jakarta, Johannesburg, Londra, Mosca, New York, San Francisco, San Paolo, Shanghai, Tokyo e Toronto. Questi le tendenze emerse.

Al primo posto, l’intelligenza artificiale. Il 30% vorrebbe AI advisor, un assistente robotico che smaltisca le email o adempia ai doveri ripetitivi. Una persona su 4 vorrebbe addirittura un’intelligenza artificiale come capo. Al secondo posto, l’internet of things, che evidenzia come sempre più persone abbiano sul proprio smartphone app per controllare le cose e il il 40% ritenga che lo smartphone possa svolgere compiti domestici facendo diventare smart l’abitazione. Solo il 25% degli italiani crede in questa tendenza.

Terzo, le auto che si guidano da sole. Il 25% si sentirebbe più sicuro con le self-driving car invece delle auto tradizionali; il 65% degli intervistati desidera un’auto che si guida da sola. Anche in questo caso, l’Italia è in controtendenza: il 33% teme che le auto possano essere hackerate e solo il 18% ne vorrebbe una. Quarto, la realtà aumentata. Secondo l’80% nei prossimi 3 anni la realtà aumentata diventerà indistinguibile da quella reale e il 50% è interessato ad acquistare guanti o scarpe che a di interagire con oggetti virtuali.

Quinto, la sincronizzazione di tatto e vista. I malesseri e la nausea causati dall’utilizzo di dispositivi di realtà virtuale e macchine che si guidano da sole sono considerati un grosso ostacolo alla loro diffusione. Un problema da risolvere quanto prima. Sesto, il paradosso della sicurezza dei device. Lo smartphone viene considerato indispensabile per molte situazioni (chiamate, ricerca di informazioni, uso del GPS). Oltre la metà delle persone si sente più sicura quando lo ha con sé e il 60% ha ammesso che proprio perché ha con sé uno smartphone corre più rischi nella vita quotidiana di quanto non farebbe se non lo avesse.

Settimo, i social come silos. Se è vero che i social declinano notizie e informazioni sugli interessi degli utenti, è altrettanto veritiero che 25% degli utenti rivede periodicamente i propri contatti eliminando quelli che sente in disaccordo. Inverosimilmente, in un mondo globalizzato i contatti sono volontariamente limitati dall’omogeneità di interessi e opinioni. Inoltre, un utente su tre ammette che i social sono la sua principale fonte di informazione, prima di TV e giornali. In Italia questo dato si ferma al 20%.

Ottavo, la realtà aumentata personale. Oltre il 50% delle persone vorrebbe utilizzare la realtà aumentata per customizzare la loro esperienza della realtà. Per esempio, usando occhiali a realtà aumentata per illuminare spazi bui ed evidenziare i pericoli o per rendere più bello l’ambiente circostante o l’aspetto delle persone. Nono, la questione privacy. Il 46% degli utenti preferisce utilizzare servizi criptati, sebbene si renda conto che la sicurezza totale non esista e che la privacy sia un “bene di lusso” destinato a creare sempre più dilemmi tra tutela personale e sicurezza.

Decimo, i monopoli tech. La maggior parte degli intervistati ritiene che nei prossimi 5 anni si verificherà una sorta di monopolio delle 5 più grandi aziende tech. E la fiducia in queste compagnie è alta: il 40% acquisterebbe ogni tipo di servizio dalle 5 più grandi compagnie ITC: dall’affitto di appartamenti alle auto, dai corsi universitari alla sicurezza per la casa.

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