Il turismo italiano sta subendo i danni della perdita di due mercati essenziali per le città d’arte: quello asiatico e quello russo a cui è precluso il viaggio in Italia non avendo un vaccino riconosciuto da Ema, l’agenzia europea del farmaco. Da qui arriva la proposta di Fiavet, federazione delle agenzie di viaggio, che propone di accettare anche i vaccini cinesi Sinopharm, Coronavac, CanSino e il vaccino russo Sputnik per ottenere il Green Pass Valido per arrivare in Italia

“La mancata accettazione dei vaccini russo e cinese per il greenpass sta creando danni enormi: soffrono le infrastrutture, i servizi, e si aggiunge un danno a chi è già in una situazione grave” dichiara la presidente di Fiavet Ivana Jelinic. Basti pensare che in città come Roma il turismo cinese era diventato il terzo mercato per arrivi nel 2019 e che da Venezia era partito l’anno turismo europeo nel 2018 ridisegnando la via della seta. Su alcuni mercati siamo in perdita netta, ma il mercato russo e il cinese non esistono più. Si tratta di flussi turistici che pesano moltissimo nella bilancia dei pagamenti per i numerosi servizi associati ai viaggi (personal shopper, biglietti per eventi, musei, visite personalizzate). Città come Roma, Firenze, Venezia vivono grazie e soprattutto a un turismo straniero che da troppo tempo è assente e ci sono agenzie di viaggi e operatori turistici hanno un prodotto esclusivamente incentrato su questi mercati, per cui è complicato, se non impossibile, diversificare”.

La presidente di Fiavet fa osservare alle Istituzioni che persino l’ONU si sta esprimendo in questo senso
L’Organizzazione Mondiale del Turismo (UNWTO) ha, infatti, appena accolto con favore la richiesta dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) di revocare o allentare le restrizioni sui viaggi. “E’ ormai chiaro che le restrizioni sui viaggi non sono efficaci nel sopprimere la diffusione internazionale del virus come l’OMS ha dichiarato in questi giorni – afferma Jelinic – è la stessa OMS che nell’ultima riunione a Ginevra ha osservato che le misure di limitazione sanitaria possono causare danni economici e sociali”.

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