Il Governo italiano sta ragionando sull’ipotesi di estendere l’obbligo di Green Pass ai lavoratori pubblici e privati nell’ottica di supportare la campagna vaccinale anti-covid: le nuove regole andrebbero in vigore ad ottobre al termine delle discussioni con sindacati, imprenditori e parti sociali. Il dibattito pubblico a oggi verte sul perimetro dell’estensione e sulla necessità di garantire tamponi gratuiti e chi non può o non vuole vaccinarsi. A seconda di dove penderà l’ago della bilancia ci troveremo davanti uno dei seguenti tre scenari con impatto diverso sul mondo dell’hospitality.
Scenario 1: Estensione minima del Green Pass
Lo scenario più semplice da attuare è quello che vede l’estensione del Green pass solo a dipendenti pubblici e attività per le quali il Green Pass è già obbligatorio per l’ingresso: in questo caso sarebbe quindi necessario per chi lavora nella ristorazione, per chi ospita e organizza eventi, per chi lavora in parchi, musei e piscine, nonché per chi lavora negli hotel nel caso abbiano in struttura servizi per i quali è obbligatorio il Green Pass.
Scenario 2: Estensione del Green Pass a tutti i lavoratori al pubblico
In questo scenario sarebbero coinvolte solo le professioni che prevedono il contatto con il pubblico, dai supermercati agli uffici informazioni. In questo caso tutte le attività del turismo sarebbero coinvolte: dagli agenti di viaggio su strada alle guide turistiche, dagli hotel agli stabilimenti balneari, parchi, musei, trasporti e qualunque tipo di location per eventi.
Scenario 3: Estensione del Green Pass a tutti i lavoratori
Lo scenario più restrittivo perché coinvolgerebbe anche uffici non al pubblico e industria è l’obbligo di green pass per accedere al posto di lavoro: difficile però ci si possa arrivare senza enormi garanzie da dare alle parti sociali.