Emirates ha stanziato 200 milioni di dollari per finanziare progetti di ricerca e sviluppo (R&S) incentrati sulla riduzione dell’impatto dei combustibili fossili nell’aviazione commerciale. Si tratta del più grande impegno da parte di un singolo rispetto a qualsiasi compagnia aerea in materia di sostenibilità, con fondi che saranno erogati in 3 anni. Emirates individuerà partnership con organizzazioni leader che lavorano a soluzioni nel campo dei carburanti e delle tecnologie energetiche avanzate.
Sir Tim Clark, Presidente di Emirates Airline, ha dichiarato: “Stiamo stanziando 200 milioni di dollari per investire in soluzioni avanzate che riducano l’impatto ambientale del carburante e dell’energia richiesta dall’aviazione, che è il settore in cui le compagnie aeree attualmente affrontano il più grande ostacolo. Abbiamo analizzato a lungo e con attenzione la realtà che ci troviamo ad affrontare: dalla tecnologia degli aeromobili commerciali e dei motori, alla catena di approvvigionamento del carburante e ai requisiti normativi ed ecologici del nostro settore. È chiaro che con gli attuali percorsi a disposizione delle compagnie aeree in termini di riduzione delle emissioni, il nostro settore non sarà in grado di raggiungere gli obiettivi di emissioni zero nei tempi previsti. Crediamo che il nostro settore abbia bisogno di soluzioni migliori, ed è per questo che stiamo cercando di collaborare con organizzazioni leader nel campo della ricerca e dello sviluppo. Il nostro obiettivo è contribuire in modo significativo a soluzioni pratiche che permettano di garantire la sostenibilità a lungo termine nell’aviazione commerciale. Fino a quando non si troveranno soluzioni praticabili, Emirates continuerà a implementare pratiche responsabili dal punto di vista ambientale in tutta la sua attività, compreso l’aumento del SAF (carburante sostenibile per l’aviazione) dove possibile, assicurando operazioni di flotta efficienti e introducendo aerei moderni all’interno della nostra flotta. Il nostro fondo di 200 milioni di dollari è destinato alla ricerca e allo sviluppo, e non a costi operativi come l’acquisto di SAF o di compensazioni di carbonio per soddisfare i requisiti normativi – attività che consideriamo business-as-usual.”