L’assegnazione ad Amsterdam della sede dell’Agenzia Europea del Farmaco (Ema) dopo un infausto sorteggio ai danni di Milano lo scorso 20 novembre non è ancora stata digerita negli ambienti politici meneghini.
E la notizia che la nuova sede dell’Ema non sarà pronta, come da accordi, agli inizi del 2019 ha dato il la a un doppio ricorso presentato dal comune di Milano e dal Governo con guest star l’edificio del Pirellone a dar manforte nella nebbia a un messaggio chiaro, ribadito dal presidente regionale uscente Roberto Maroni: “Se Amsterdam non è pronta, Milano c’è”. Proprio il grattacielo che svetta sulla stazione centrale di Milano sarebbe dovuto essere la nuova base degli 800 dipendenti dell’Ema che nel 2019, in coincidenza con la Brexit, abbandoneranno gli attuali uffici londinesi.
Al ricorso presentato dal Governo italiano al Tribunale dell’Unione Europea si aggiunge così quello del Comune di Milano, annunciato in un’intervista radiofonica dal sindaco Beppe Sala: “Il ricorso per EMA partirà oggi stesso – spiega il primo cittadino – sarà un percorso difficile, ma noi vogliamo provarci. L’Europa non può rischiare sulla salute dei cittadini Europei e aspettare che la sede di Amsterdam sia pronta oltre la scadenza”.
Il ricorso per EMA partirà oggi stesso: sarà un percorso difficile, ma noi vogliamo provarci. L’Europa non può rischiare sulla salute dei cittadini Europei e aspettare che la sede di Amsterdam sia pronta oltre la scadenza #TG24Pomeriggio pic.twitter.com/0TtHzjqs4G
— Beppe Sala (@BeppeSala) January 30, 2018
Sulla stessa lunghezza d’onda il ministro Padoan: “Milano oggettivamente merita l’assegnazione dell’Ema, poi sappiamo tutti come è andata. Il Governo si sta muovendo con il Comune di Milano per vedere come, nell’ambito delle regole europee, si possa riaprire uno spiraglio”.
Le speranze però sono ridotte: in Olanda accusano l’Italia di non saper perdere mentre dal governo fanno sapere che “il Vivaldi Building, sede definitiva dell’Ema ad Amsterdam, sarà pronto prima della metà del novembre 2019” e che “è stata l’Ema a scegliere Palazzo Spark come sistemazione-ponte invece che le altre due opzioni offerte, perché ha preferito centralizzare le operazioni in un luogo, invece di suddividerle”.
Anche dall’Europa reazione gelida con il Commissario europeo alla salute Andriukaitis che ha definito il doppio ricorso un dibattito da campagna elettorale italiana.
Con la mancata assegnazione dell’Ema Milano perde un indotto per l’industria turistica di 36mila arrivi e 25 milioni di euro. Oltre a quasi 500 nuovi eventi in città per la meeting industry. Motivi per cui vale la pena anche fare un improbabile ricorso. Soprattutto perché difficilmente ricapiterà un’occasione come quella della Brexit.