In tempi di caro vita, l’ospitalità in casa durante i grandi eventi rappresenta un’opportunità di guadagno extra per i proprietari di casa e offre ai viaggiatori opzioni di alloggio adatte a tutte le tasche. Per questo c’è attesa per il ritorno della Milan Design Week nella sua tradizionale collocazione di aprile, dopo le edizioni posticipate e sotto tono causa emergenza Covid degli ultimi anni. Secondo i dati Airbnb, le ricerche per soggiornare a Milano durante la Design Week 2023 (18-22 aprile) mostrano una crescita di oltre 20 volte (2000%) rispetto a quelle effettuate nello stesso periodo del 2021 per soggiorni a Milano nell’aprile 2022 (mese orfano dell’evento, poi posticipato al 7-12 giugno 22). Nell’edizione ‘estiva’ 2022, l’Host medio milanese aveva comunque guadagnato circa 750 euro in una settimana, con i ricavi totali degli host che avevano superato i 5.700.000 Euro. Dati da cui ricaviamo che gli appartamenti occupati durante la design week sono stati circa 7.600 nell’edizione scorsa, nonostante la non alta affluenza. L’opportunità di guadagno quest’anno si annuncia invece in linea con i fasti del passato, grazie al ritorno in pompa magna dei viaggiatori internazionali: il podio delle nazionalità più presenti alla Design Week 23 vede Germania, Stati Uniti e Francia, seguite da Gran Bretagna e Brasile.
“I grandi eventi come la Design Week sono caratterizzati da un picco estremo di domande di alloggio. Costituiscono un’enorme opportunità per chi ospita, con benefici economici per l’intero territorio urbano e non soltanto per il centro turistico – afferma Giacomo Trovato, Amministratore Delegato di Airbnb Italia – “L’ospitalità in casa ha un ruolo importante nel sistema di accoglienza milanese e permette anche di vivere il Salone in modo indimenticabile: per chi volesse viverne l’atmosfera senza sosta, su Airbnb in città sono segnalati oltre 50 appartamenti nella Categoria Design.”
Airbnb rappresenta quindi anche uno strumento di sviluppo economico poiché dà la possibilità ai residenti di Milano di ottenere un guadagno extra attraverso l’ospitalità in casa e, in questo modo, aiuta le famiglie a coprire parte delle spese. Secondo un sondaggio rivolto alla community di host Airbnb, il 41% dei rispondenti ha affermato che i soldi guadagnati attraverso la piattaforma sono stati utili per far quadrare il bilancio familiare. Di diverso avviso sembra invece essere il sindaco di Milano, Sala, che vorrebbe limitare i giorni di affitto breve a un massimo di 120 o 180 poichè secondo il primo cittadino “Un po’ di regolamentazione fa fatta, perché in questo momento sono troppi gli appartamenti tolti a chi a Milano vuol vivere”.
Quali sono dunque i dati reali? In realtà secondo Immobiliare.it sono 97mila gli alloggi sfitti a Milano su 785mila alloggi totali presenti in città, mentre gli annunci presenti su Airbnb sono meno di 20mila, per cui è difficile dare la colpa agli affitti brevi per la mancanza di case da affittare a lungo termine o per il caro prezzi. E’ chiaro invece che la prospettiva di guadagno e di facilità di gestione degli affitti brevi stia probabilmente orientando le scelte di investimento verso questo ambito rispetto alle problematiche di contratti 4+4 in cui ancora oggi resta impossibile sfrattare un inquilino moroso. Purtroppo limitare i giorni di affitto non appare una soluzione per far destinare più case all’affitto a lungo termine, visto che Milano può contare su grandi eventi come la Design Week in cui il costo delle camere e degli appartamenti è tale da ripagare anche i periodi di chiusura.