Il Ddl Santanché per regolamentare gli affitti brevi è alle battute finali prima della presentazione in Parlamento e il ministro ha inviato quella che si presume sia la bozza pressoché definitiva ai rappresentanti delle associazioni di settore. Questa bozza introduce diverse novità per gli operatori dell’extralberghiero. In particolare riduce da 4 a 2 il numero di immobili di proprietà per i quali è possibile avvalersi del regime della cedolare secca: chi possiede tre immobili sarà considerato imprenditore e dovrà aprire partita iva. Inoltre stabilisce l’obbligatorietà di rilevatori di fumo e misure antincendio all’interno degli appartamenti, quindi un onere aggiuntivo per i proprietari. Viene ribadita l’istituzione del codice univoco nazionale (CIN) da esporre negli annunci così come viene confermata la regola del minimum stay nel centro città delle principali città turistiche: non si potrà affittare per meno di due notti. Infine sparisce il riferimento ai nuovi codici Ateco per i property manager, ma questo è probabilmente dovuto al fatto che c’è ancora una consultazione pubblica in corso. Di seguito il documento completo:

Sul nuovo testo, che non è comunque ancora definitivo è molto critica la posizione di Aigab, l’associazione gestori afitti brevi: “La nostra opinione – spiegano in una nota – è che siamo in presenza di un testo peggiorativo rispetto alla prima bozza del ddl locazioni turistiche messa a punto dal Ministero del Turismo. Di fatto sono state accolte richieste del mondo alberghiero volte a introdurre limitazioni attraverso complessi adempimenti relativi agli immobili (assoggettamento alle norme antincendio, introduzione nelle case di rilevatori di monossido di carbonio), incomprensibili restrizioni dirette volte a rendere meno conveniente il ricorso a questo strumento (come quelle del minimum stay, quindi possibilità di affittare una casa solo soggiornando almeno due notti) o rendere più complicata la vita del proprietario (costringendolo a diventare imprenditore nel caso abbia 3 o più immobili, mentre prima la soglia era di 5). Positivo, come abbiamo invocato più volte, che il ddl centralizzi con l’introduzione sacrosanta del CIN nazionale e demandi ai sindaci, che non avranno alcuna autonomia su ulteriori limitazioni, l’onere dei controlli. Queste misure avranno come conseguenza negativa un minor gettito per l’Agenzia delle Entrate e, a causa della diminuzione del prodotto, meno offerta per i viaggiatori spinti verso gli hotel”.

Secondo i dati di Aigab case immesse nel mercato degli affitti brevi sono 640 mila (rappresentando l’1,5% delle abitazioni nazionali). Di queste circa 200mila sono gestite da aziende su cui il decreto va a impattare direttamente.. Complessivamente, gli operatori professionali sono circa 30 mila, con un indotto nel mondo del lavoro tra 120 e 150mila persone.

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  • Redazione Qualitytravel.it

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