Si susseguono sulla stampa articoli che puntano il dito contro la sicurezza del turismo organizzato, oggi possibile principalmente tramite servizi di crociera e tramite i corridoi turistici validi fino al 31 gennaio prossimo.
Da una parte abbiamo sul banco degli imputati il protocollo delle compagnie di crociera che prevede doppio se non triplo tampone e che, nonostante queste precauzioni, sarebbe stato “bucato” con ben 150 persone contagiate su MSC Grandiosa il 3 gennaio scorso. Ora, se 150 persone positive tutte insieme indicano che nel caso specifico qualcosa a bordo non ha funzionato come avrebbe dovuto, lo stesso non si può dire del protocollo che ha identificato con certezza i positivi e ne ha permesso l’isolamento, nonostante la nuova variante Omicron tende a sfuggire ai controlli rapidi. Per questo MSC ha tenuto a ribadire che “La compagnia ha trasportato in sicurezza oltre un milione di passeggeri dalla ripartenza delle crociere (agosto 2020) ad oggi. A bordo vengono applicati protocolli di sicurezza che non trovano riscontro in nessun altro settore del turismo e dell’ospitalità, permettendo così di individuare casi di persone positive che a terra non sarebbero probabilmente mai stati identificati e che rappresentano, in ogni caso, una percentuale nettamente inferiore rispetto ai casi di contagio sviluppati a terra”. MSC Grandiosa, dopo aver sbarcato i positivi, è regolarmente ripartita da Genova per proseguire il suo itinerario settimanale.
L’allarme sui corridoi turistici è invece stato lanciato dal Corriere della sera che il 5 gennaio titolava: “Covid-19, focolaio alle Maldive: turisti italiani positivi, il virus ha violato il «corridoio sicuro”.
A questa notizia ha dovuto rispondere Astoi – Confindustria Viaggi evidenziando che, dall’inizio della programmazione da parte degli operatori turistici a seguito dell’ordinanza sui “Corridoi Turistici Covid Free” emanata dal Ministero della Salute di concerto con le Associazioni del comparto, le sei destinazioni interessate – Aruba, Egitto (Sharm El Sheikh e Marsa Alam), Repubblica Dominicana, Mauritius, Maldive, Seychelles – hanno registrato cumulativamente l’arrivo di 26.606 turisti di cui 67 – ovvero lo 0,25% – risultati positivi. Per quanto riguarda in modo specifico le Maldive, sono stati registrati 7.022 turisti di cui 42 – ovvero lo 0,60% – risultati positivi in loco prima del rientro in Italia. Per cui è verò che ogni tanto viene individuato un passeggero positivo, ma questo indica il buon funzionamento dei controlli e non certo che vengano bucati.
Continua infatti Astoi: “E’ di tutta evidenza come questi numeri facciano pensare ad una buona riuscita della sperimentazione che ha avuto una bassa incidenza dei contagi. E’ bene specificare che questi dati si riferiscono ai “veri corridoi turistici”, ossia ai viaggi effettuati attraverso operatori che rispettano tutte le norme contenute nei protocolli inseriti nell’ordinanza, mentre è d’obbligo sottolineare che, per l’assenza dei necessari controlli da parte delle autorità competenti – ad esempio sul cosiddetto “Travel Pass”, documento necessario rilasciato solo da operatori professionali – ancora si assiste ad una importante quota di viaggiatori “fai da te”. Andando nello specifico di quanto pubblicato, l’articolo in questione a nostro parere, propone un “mix di notizie” evidentemente non verificate. In primis si fa riferimento all’isola di Alimathà ove è presente il solo resort di un noto operatore turistico che programma i corridoi nella piena osservanza di quanto previsto dalla normativa e si dice che vi sono alcuni italiani positivi in struttura (fonte della notizia Facebook). A seguire viene riportato il commento del titolare di GoMaldive che, da quanto risulta a seguito di nostro approfondimento, si riferiva ad una ospite di una Guest House ubicata in un’altra isola, che nulla ha a che vedere con la struttura di Alimathà. Peraltro, il titolare di GoMaldive afferma di non essere un tour operator, di non organizzare viaggi e di fornire solo informazioni sulle strutture ricettive senza intervenire sulle prenotazioni “fatte in autonomia”. Aggiungiamo infine che, da quando sono stati avviati i corridoi turistici, in particolare l’isola di Alimathà ha ospitato 2.950 clienti di cui solo 14 sono risultati positivi al virus (0,45%). Ciò a comprova del pieno funzionamento del protocollo sui Corridoi Turistici che non possono, e non potevano sin dall’inizio, escludere la possibilità di qualche contagio. Lo scopo del protocollo era ridurre i rischi e, una volta verificata l’eventuale esistenza di contagi, adottare tutte le misure necessarie per bloccare il suo diffondersi. Ci sembra di poter affermare che entrambi gli obiettivi siano stati centrati, almeno sino ad oggi, sulle destinazioni oggetto di questa sperimentazione. Chiaramente nessun Paese al mondo è totalmente indenne dalla variante Omicron ed anche in Italia assistiamo a turisti sottoposti ai necessari periodi di quarantena nei luoghi di vacanza – come ad esempio in montagna o in altre località turistiche – ma non per questo riteniamo che si possa sostenere che siano stati “violati” i corridoi turistici e sicuramente il taglio dell’articolo e il suo allarmismo non riflettono l’oggettività della situazione”.