Non c’entra la Brexit, che pure accadrà inesorabilmente alla mezzanotte del 31 dicembre, ma una mutazione del coronavirus Covid 19 riscontrata nel sud-est dell’Inghilterra e che sembra sia avvenuta già a fine settembre. Per questo motivo, dopo la rivelazione della scoperta, nell’area è stato sancito il più alto livello possibile di lockdown e gli altri Paesi Europei stanno interrompendo i voli verso il Regno Unito, inclusa l’Italia. L’annuncio sullo stop ai voli è arrivato nella giornata di domenica 20 dicembre dal Ministro degli Esteri Luigi Di Maio con effetto immediato dalla firma del provvedimento, come confermato a stretto giro dal ministro della Salute Roberto Speranza. “Ho firmato una nuova ordinanza che blocca i voli in partenza dalla Gran Bretagna fino al 6 gennaio e vieta l’ingresso in Italia di chi negli ultimi 14 giorni vi è transitato – spiega su Facebook- Chiunque si trovi già in Italia, in provenienza da quel territorio, è tenuto a sottoporsi a tampone antigenico o molecolare contattando i dipartimenti di prevenzione. La variante del Covid, da poco scoperta a Londra, è preoccupante e dovrà essere approfondita dai nostri scienziati. Nel frattempo scegliamo la strada della massima prudenza”.
Nella serata Enac ha confermato le disposizioni e in una nota stampa ha comunicato: ” In applicazione dell’Ordinanza del Ministro della Salute del 20 dicembre 2020 l’ENAC, Ente Nazionale per l’Aviazione Civile, ha emesso un Notam (Notice to Airmen) con cui dispone l’interdizione del traffico aereo dal Regno Unito (Gran Bretagna e Irlanda del nord), a partire da oggi e fino al 6 gennaio 2021. Sono esclusi dal provvedimento i voli cargo e i voli di emergenza sanitaria. L’ENAC invita i passeggeri con voli prenotati da e per queste destinazioni a contattare la propria compagnia aerea”.
Lo stesso provvedimento era stato assunto da Belgio e Olanda il giorno prima e sempre nella giornata del 20 dalla Francia e dalla Germania.
Il motivo delle misure risiede nel fatto che si teme la nuova variante possa diffondersi più velocemente, dati i tassi di contagio in aumento nell’area interessata, oltre che vanificare le ricerche sul vaccino se il virus mutato dovesse mostrarsi resistente. Dal Regno Unito fanno sapere che è stata allertata l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e che si sta continuando ad analizzare i dati disponibili per migliorare la comprensione dell’impatto della nuova variante del virus. Secondo Chris Whitty, Chief Medical Officer del Regno Unito “non ci sono evidenze che suggeriscano che il nuovo ceppo causi un tasso di mortalità più elevato o che influisca sui vaccini e sui trattamenti”. Nel dubbio, però, si prendono le massime precauzioni: la presenza della mutazione del coronavirus covid-19 è stata già segnalata in Danimarca, Olanda e Australia.