Sono dati drammatici quelli del turismo italiano: rispetto allo scorso anno, solo tra marzo e giugno di quest’anno, secondo i dati di Istat e Banca d’Italia, c’ stata una riduzione degli arrivi di turisti italiani e stranieri nelle strutture ricettive dell’87% con un calo della spesa dell’82%, mentre a luglio, secondo i dati della NaDEF, si è registrato un ulteriore crollo del 60% della spesa degli stranieri in Italia e del 56% della spesa degli italiani all’estero.
Ciò a fronte di un’estate che, nel complesso, ha visto arrivare in Italia 1 turista straniero su 4 e ben il 40% degli italiani che non sono praticamente andati in vacanza, e di prenotazioni per Natale e Capodanno che, stante la forte apprensione per l’andamento degli indici epidemiologici, risultano praticamente congelate: è quanto si legge in una nota di Confturismo-Confcommercio in audizione oggi in Commissione Industria del Senato sui “Sistemi di sostegno e promozione dei servizi turistici e le filiere produttive associate alla valorizzazione del territorio”.
Il turismo – prosegue la nota – è stato il primo settore a percepire gli effetti della crisi del COVID-19 già da febbraio, con la chiusura dei voli dalla Cina, Hong Kong e Taiwan, e si presuppone che sarà anche l’ultimo a superarla. Si bruceranno quasi sicuramente, entro la fine dell’anno, 100 miliardi di valore della produzione del settore. Oltre ai provvedimenti trasversali messi in campo da Governo e Parlamento per mitigare gli effetti della crisi, anche quelli specifici per il settore devono essere prorogati, estesi e rafforzati almeno per la prima parte del 2021: dall’esenzione IMU al tax credit sulle locazioni, dal supporto per la riqualificazione turistica al contributi a fondo perduto per agenzie di viaggi, guide e accompagnatori turistici. Ma bisogna anche estendere al turismo il superbonus 110% – nell’ottica della green transition che ci si chiede per accedere ai fondi del Recovery Fund – e riattivare il tax credit per la digitalizzazione, anche in questo caso nella logica della digital transition che chiede l’Europa.
Riforma delle professioni turistiche, intervento normativo sulle locazioni brevi, sviluppo dei distretti turistici e rinvio delle scadenze di imposte e versamenti contributivi previste di qui a fine anno – conclude la nota – dovranno completare il quadro degli interventi più urgenti. Bisogna poi attivare velocemente il processo di definizione dei piani del turismo da inserire nel PNRR per il Recovery Fund, sul quale Confturismo-Confcommercio conferma di non essere stata chiamata fino ad ora a dare il proprio contributo.