Un settore che vale il 13% del PIL avrà solo l’1,5% del Recovery Fund. La denuncia arriva da Confindustria Alberghi: “Siamo sconcertati dalle bozze che stanno girando in queste ore – ha dichiarato Maria Carmela Colaiacovo Vice Presidente Confindustria Alberghi – secondo cui il #NEXT GENERATION ITALIA prevedrebbe per il turismo 3.1 miliardi, da dividere con la cultura (!), sui 196 complessivi disponibili. Il solo settore alberghiero nel 2020 ha già perso oltre 16 miliardi, l’80% del fatturato. E’ evidente che si tratta di risorse del tutto insufficienti e ben lontane dalle esigenze di uno dei settori di punta dell’economia italiana. In un piano per la ripartenza del Paese ci saremmo aspettati risorse adeguate per il settore che come è ormai chiaro è stato il più colpito dalla crisi la cui stessa sopravvivenza è messa fortemente a rischio. Le aziende che riusciranno a sopravvivere a questa crisi si troveranno nei prossimi anni a “combattere con le armi spuntate” su un mercato globale sempre più competitivo. Un settore che in questi anni ha dato un contributo importante al pil ed alla occupazione del Paese, cosi come all’occupazione ed alla economia dei territori. Se non si interviene ora per salvaguardare il settore, si rischia di perdere la possibilità recuperare i livelli pre-crisi e di tornare crescere nei prossimi anni. Se non ci sarà un piano forte, strutturato e di medio lungo periodo per accompagnare le aziende e riqualificare il prodotto, l’Italia sarà destinata a soccombere nel confronto con altri paesi che stanno sostenendo con risorse importanti le loro aziende”.
“A questo punto dobbiamo chiederci se l’Italia crede nel turismo – continua Maria Carmela Colaiacovo – L’Italia è di gran lunga il Paese più importante al mondo per il turismo, ma a quanto sembra la realtà ed il potenziale economico di questo settore, il patrimonio di capacità e competenze delle imprese e dei lavoratori, non sono considerate strategiche per il Paese”.