La 4ª edizione di HospitalitySud, il salone dedicato alle forniture, ai servizi e alla formazione per l’hotellerie e l’extralberghiero, ha chiuso la due giorni presso la Stazione Marittima, nel cuore della città di Napoli.
150 i relatori nei 24 incontri di aggiornamento, a cui i 2.000 visitatori hanno avuto accesso gratuito, così come per il Salone Espositivo. Un’opportunità per approcciarsi con le più importanti aziende che si occupano di forniture e servizi dedicati al mondo dell’ospitalità, con 60 Espositori provenienti da 9 Regioni italiane (Abruzzo, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Sicilia, Toscana, Veneto), ma anche da Germania e Spagna, che hanno presentato le loro proposte in diversi settori merceologici.
La Fondazione dell’Ordine degli Architetti PPC di Napoli e provincia ha presentato una serie di talk dal tema “Culture dell’accoglienza”: il crescente interesse dei consumatori a vivere esperienze piuttosto che a consumare prodotti è diventato il motivo per cui l’architetto, che da sempre è una figura che dà forma alle mode e ai modi di vivere di un’epoca, non può prescindere dal creare scambi e connessioni con l’offerta culturale del territorio, per cui hanno partecipato al confronto non solo progettisti, ma anche esponenti della cultura napoletana e imprenditori.
“La presenza di quest’ultimi – spiega Grazia Torre Vice Presidente della Fondazione – vuole sottolineare la nostra convinzione che per attirare un turismo di qualità gli imprenditori debbano rivalutare anche la loro offerta e possono farlo attraverso gli architetti. Gli architetti possono essere il tramite tra gli imprenditori e una serie di imprese che lavorano nel settore e coordinare anche le attività relative ai finanziamenti esistenti”.
Per l’architetta Alessia Galimberti: “Il turismo e il mondo dell’hospitality sono in continuo cambiamento. Le nuove tendenze vedono l’espansione di strutture, note come “lifestyle hotel”, che offrono esperienze che si allontanano dal tradizionale concetto di hotel. Inoltre, cambiano le richieste degli ospiti e cambia il progetto architettonico e di interior; sempre di più si è alla ricerca di una experience. Credo che gli ingredienti giusti siano: maggior attenzione ai servizi offerti agli ospiti, innovazione e funzionalità nel design, una ricca selezione di materiali ecosostenibili e ingredienti che contribuiscono al benessere dell’ospite”.
ADI l’Associazione per il Disegno Industriale della Campania nel seminario “Future of Hospitality” ha parlato di come creare alternative alla ricettività contemporanea: occorre, infatti, ripensare l’albergo del terzo millennio per creare valore attraverso nuovi modelli di ospitalità ispirati all’accoglienza creativa, al soggiorno esperienziale, alla SocialRoom. Per dare continuità alle aziende turistiche di domani bisogna prevedere le esigenze dei viaggiatori che oggi hanno tra i 20 e i 40 anni, persone abituate a girare il mondo per piacere e per lavoro, ma sempre con un solo bagaglio, budget contenuti e itinerari imprevedibili. Una generazione di testimonial “fai da te” che sceglie un hotel o un ristorante in base alla sua instagrammability, che usa la lobby per conoscere gente, chiede una connettività performante e una doccia smisurata, preferisce gli allestimenti spartani rispetto ai costi alti e accetta entusiasta di mangiare a tavoli condivisi. Il progetto del futuro prevede un design audace, uno styling irrequieto e ambienti molto segnati, un brand deciso e un’atmosfera artistica e giocosa, magari vissuta con esponenti della comunità locale e con personale motivato.