Cervinia - Le Breuil

Con l’entrata in vigore del decreto firmato dal presidente della regione Valle d’Aosta, Cervinia, celebre località sciistica alpina, la scorsa settimana ha formalmente cambiato il proprio nome in Le Breuil. La notizia ha suscitato notevoli reazioni e discussioni, soprattutto per le potenziali ripercussioni sul turismo e sull’immagine della regione. Questo cambiamento è avvenuto all’interno di un ampio piano di ristrutturazione toponomastica avviato dal Comune di Valtournenche, cui appartiene Cervinia. Il processo, iniziato nel 2011, mirava a ripristinare antiche denominazioni di vari luoghi del comune, in un contesto di riconoscimento e valorizzazione dell’identità storica e culturale locale. Tuttavia, la decisione di rinominare Cervinia in Le Breuil ha sollevato preoccupazioni tra gli operatori turistici e le autorità locali.

Impatto sul Turismo del cambio di nome di Cervinia

Cervinia è nota a livello internazionale come meta sciistica e turistica. La sua fama e riconoscibilità sono legate al nome “Cervinia”, un marchio consolidato nel settore turistico. Pertanto, il cambiamento del nome in Le Breuil ha destato preoccupazioni sul possibile impatto negativo sul turismo. Molti hanno espresso timori che la perdita del “brand Cervinia” possa danneggiare seriamente il settore turistico alberghiero e l’immagine dell’intera Valle d’Aosta​​, a partire dal ministro del turismo Daniela Santanché che, senza mezzi termini, ha dichiarato a caldo sui social: “Ma siete matti? Ma voi avete idea di quanto tempo ci vuole a costruire una destination, o una brand reputation? Ripensateci”.
Più diplomatico Roberto Pagliara, CEO di Nicolaus Valtur, che pure ha investito considerevolmente nella riapertura del Valtur Cervinia Cristallo Ski Resort: “Non ci sembra una buona idea cambiare un nome iconico nel panorama delle più belle località sciistiche al mondo come Cervinia, ma qualunque sarà la decisione finale Cervinia rimarrà l’identificativo di individuazione della destinazione, anche perché il nome del monte Cervino sicuramente non cambia”.

Dopo il polverone mediatico causato le istituzioni ci hanno effettivamente ripensato, annunciando che nulla cambierà: la sindaca di Valtournenche, Elisa Cicco, di concerto con il presidente di Regione, ha deciso di intervenire nuovamente per mantenere il vecchio nome: per questo è stato avviato il procedimento per ripristinare lo status quo e la dopiia denominazione Breuil – Cervinia. Tuttavia, il processo per il ripristino, richiede una serie di procedure giuridiche e amministrative, poiché il cambio di nome è ormai effettivo, anche se sono state bloccate tutte le procedure di cambio della cartellonistica e delle denominazioni, avviate in un primo momento. Questa situazione sottolinea l’importanza di considerare l’impatto di tali decisioni sulla percezione pubblica e sull’economia locale, in particolare in aree fortemente dipendenti dal turismo.

Come accennato, il cambio di nome faceva parte di un progetto più ampio che mira a recuperare e valorizzare le denominazioni storiche dei vari luoghi del comune. La denominazione “Breuil-Cervinia” risale agli anni ’30, quando il regime fascista la modificò nell’ambito di un’italianizzazione forzata di molti nomi e toponimi.

Cosa significa Le Breuil

Breuil è il nome di Cervinia in francese prima dell’italianizzazione, derivato dalla voce arpitana breuill (o braoulé), dialetto valdostano che possiamo tradurre con terra di molte acque e indica una pianura paludosa in montagna.

Perchè si è deciso di cambiare nome a Cervinia

La recente decisione di tornare al nome originale “Le Breuil” riflette un desiderio di riconnettersi con la storia e l’identità locale​​, ma non ha evidentemente preso in considerazione l’impatto economico derivante dalla riconoscibilità internazionale di una destinazione, un aspetto con cui l’identità culturale e il recupero di toponimi storici va evidentemente bilanciata, specialmente in località turistiche di fama mondiale come Cervinia. Se infatti analizziamo le ricerche su Google Trends di Cervinia e Le Breuil negli ultimi 5 anni, come da figure seguenti, non c’è ovviamente paragone e il secondo termine è sostanzialmente noto solo in Francia: in questo caso il valore di un brand che è radicato nella memoria non ha prezzo e probabilmente le aziende continueranno a usare il vecchio nome e a fare pubblicità sulla base di quello che cerca la gente e non di quello che impone la politica.

Autore

  • Domenico Palladino

    Domenico Palladino è editore, consulente marketing e formatore nei settori del travel, della ristorazione e degli eventi. Dal 2019 è direttore editoriale di qualitytravel.it, web magazine trade della travel & event industry. Gestisce inoltre i progetti editoriali di extralberghiero.it, dedicato agli operatori degli affitti brevi e cicloturismo360.it, per gli amanti del turismo su due ruote. Ha pubblicato per Hoepli il manuale "Digital Marketing Extra Alberghiero". Laureato in economia aziendale in Bocconi, indirizzo web marketing, giornalista dal 2001, ha oltre 15 anni di esperienza nel travel. Dal 2009 al 2015 è stato web project manager del magazine TTG Italia e delle fiere del gruppo. Dal 2015 al 2019 è stato direttore editoriale di webitmag.it, online magazine di Fiera Milano Media dedicato a turismo e tecnologia.

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