Airbnb e gli affitti brevi offrono un concreto aiuto nel rilancio dell’economia e nel contrasto allo spopolamento: un nuovo studio condotto dal Politecnico di Torino ha mostrato come la presenza di annunci Airbnb nei borghi possa portare un beneficio alle microimprese quantificabile in una crescita del 23% dei redditi dopo 4 anni. Un altro fattore in grado di favorire lo sviluppo dei borghi è poi il turismo legato al patrimonio storico-culturale e diffuso: sulla piattaforma Airbnb sono presenti diversi alloggi di tipo rurale, come gli agriturismi, ma anche 12.000 dimore storiche, residenze spesso situate in zone scarsamente popolate: secondo i dati dell’Associazione Italiana Dimore Storiche, il 90% si trova infatti in zone poco densamente popolate.
Lo studio del Politecnico di Torino dimostra che, nel contesto di aree economiche marginali (caratterizzate da una situazione economica in declino), Airbnb favorisce l’imprenditorialità e genera indotto. In particolare, quando in un borgo o in un’area rurale vengono attivati degli annunci sulla piattaforma si osservano effetti positivi tra cui:
- Incremento dell’attività micro-imprenditoriale locale (+23% dei redditi degli imprenditori a 4 anni dalla prima diffusione di Airbnb nella zona)
- Contrasto del fenomeno di depopolamento
- Concorre ad una più eguale distribuzione della ricchezza
- Genera ulteriori effetti positivi sui lavoratori in loco
Tra gli effetti immediatamente tangibili sulle comunità locali rientrano la crescita del settore hospitality (+8,6%), dei trasporti (+10,8%), dell’intrattenimento (+11,5%) e delle agenzie di viaggio (+7,9%).
Il turismo in casa
I dati Airbnb mostrano come già nel 2022 il turismo sia tornato a pieno regime, con un aumento del 20% delle notti prenotate rispetto al 2019 per-pandemia. Gli ospiti, già dall’anno scorso, hanno infatti ricominciato a visitare le città d’arte e a scegliere mete internazionali: le notti prenotate per viaggi all’estero nell’ultimo trimestre del 2022 sono cresciute del 49% rispetto all’ultimo trimestre 2021, e quelle prenotate per soggiornare in città del 22%. Guardando al 2023, la domanda sulla piattaforma è rimasta costante nel primo trimestre, evidenziando tra i principali trend l’interesse per il turismo diffuso e la popolarità delle destinazioni rurali.
Il turismo storico culturale
Le stime di ADSI riportano più di 37.700 edifici storici in Italia, che nel 2019 sono stati visitati da oltre 45 milioni di persone. Le dimore storiche costituiscono un’opportunità concreta per le economie locali, con un indotto che parte dall’organizzazione di eventi, alle visite private, fino ai pernottamenti e alle esperienze nel settore enogastronomico. L’anno scorso, grazie anche a una donazione da parte di Airbnb, in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio l’associazione ha creato un fondo del valore di 1 milione di Euro per supportare i proprietari di dimore storiche aperte all’ospitalità. Ad oggi, la categoria Dimore storiche su Airbnb conta più di 45.000 alloggi in Europa, dei quali più di 12.000 in Italia.