E’ sicuramente una vittoria per le associazioni dei balneari quella ottenuta dall’Italia con Bruxelles: è stato infatti raggiunto l’accordo con l’Unione Europea riguardo alla gestione delle concessioni balneari, in seguito all’applicazione della direttiva Bolkestein. Il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto che proroga le concessioni attuali fino a settembre 2027. Tuttavia, entro il 30 giugno dello stesso anno, dovranno essere indette gare pubbliche per la riassegnazione delle concessioni, garantendo una maggiore apertura del mercato e rispondendo alle richieste dell’UE per una gestione più trasparente e competitiva.

Un elemento chiave del nuovo accordo è l’introduzione di un indennizzo per i concessionari uscenti, che sarà a carico dei nuovi concessionari subentranti. Questo indennizzo terrà conto degli investimenti fatti negli ultimi cinque anni. Inoltre, viene introdotto l’obbligo di garantire la continuità occupazionale ai lavoratori che dipendevano prevalentemente dalle precedenti concessioni per il proprio reddito.

L’intesa segna anche la fine di una lunga disputa tra Italia e Bruxelles, che aveva portato a varie procedure di infrazione contro il Paese. Grazie a questa soluzione, l’Italia chiuderà 16 casi di infrazione e il cosiddetto “caso EU Pilot”, legato proprio alla regolamentazione delle concessioni balneari.

La riforma prevede anche che la durata delle nuove concessioni possa variare tra i cinque e i venti anni, in base agli investimenti necessari per ammortizzare i costi sostenuti dalle aziende del settore. L’Unione Europea ha accolto con favore l’accordo, considerandolo una soluzione equilibrata e non discriminatoria, atta a garantire una gestione efficiente delle concessioni lungo le coste italiane​.

Nonostante le concessioni ottenute, le reazioni alla notizia sono state contrastanti, perché l’aspettativa era quella di riuscire ad esonerare dalla Bolkestein tutto il settore balneare: da una parte molti concessionari balneari hanno espresso comunque soddisfazione per la proroga fino al 2027, considerandola però solo una vittoria temporanea. Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari (SIB), ha dichiarato che la proroga fornisce un respiro necessario agli operatori, permettendo loro di continuare le attività e preservare posti di lavoro, soprattutto in un momento di incertezza economica​.

Invece altre associazioni di categoria, tra cui FIBA Confesercenti, hanno espresso preoccupazioni riguardo agli effetti negativi dell’accordo, tra cui l’aumento futuro dei prezzi. Maurizio Rustignoli, presidente della FIBA, ha sottolineato che l’accordo non risolve i problemi strutturali del settore, lasciando incertezza sugli investimenti futuri e la possibilità di perdere le concessioni storiche a favore di operatori internazionali.

Entrambi i sindacati sono comunque concordi sul dire: “Riuniremo gli organismi dirigenti delle nostre organizzazioni -per una valutazione del provvedimento legislativo e per decidere le conseguenti iniziative sindacali. Registriamo, con profondo rammarico, che il provvedimento non ha visto il coinvolgimento, non solo della categoria, ma, anche e principalmente degli Enti concedenti, (Regioni e Comuni), che esercitano, da decenni, le funzioni amministrative in materia. Riteniamo che sia interesse di tutti, non solo degli imprenditori balneari, una riforma organica della materia che salvaguardi le aziende turistiche attualmente operanti, frutto dell’attività e dei sacrifici di migliaia di famiglie di ‘onesti lavoratori’ che hanno costruito un modello di balneazione attrezzata efficiente, di qualità e di successo che il mondo ci invidia. Riteniamo, poi, sia interesse di tutti che questa questione non sia oggetto di strumentalizzazioni politiche ma, piuttosto, di un serio e obiettivo dibattito pubblico”.

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  • Redazione Qualitytravel.it

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