Dopo sette settimane di sciopero, i lavoratori della Boeing hanno accettato un nuovo contratto che prevede un aumento salariale del 38% distribuito su quattro anni, ponendo fine a una delle agitazioni sindacali più significative nella storia recente dell’azienda. Lo sciopero, iniziato il 13 settembre 2024, ha coinvolto circa 33.000 dipendenti, principalmente negli stabilimenti di Seattle e Portland.
La protesta è scaturita dal rifiuto di un precedente accordo che offriva un aumento del 25% in quattro anni, giudicato insufficiente dai lavoratori. La nuova intesa, approvata dal 59% dei votanti, include un bonus di ratifica di 12.000 dollari e un incremento salariale che porterà la retribuzione media annua dei macchinisti a circa 119.000 dollari entro il 2028. Tuttavia, l’accordo non prevede il ripristino del piano pensionistico aziendale, una delle principali richieste dei lavoratori.
Le conseguenze dello sciopero sono state significative per Boeing con ritardi a catena su tutta la linea di produzione. La consegna di modelli chiave come il 737 MAX è stata interrotta, con una perdita stimata di circa 50 milioni di dollari al giorno, accumulando un ammanco totale di circa 10 miliardi di dollari. Per far fronte alle difficoltà finanziarie, l’azienda ha annunciato il taglio di 17.000 posti di lavoro, pari al 10% della forza lavoro globale, e ha ritardato la consegna del nuovo jet 777X.
La fine dello sciopero rappresenta un passo cruciale per Boeing nel tentativo di ripristinare la produzione e riconquistare la fiducia dei clienti e dei fornitori. Tuttavia, l’azienda dovrà affrontare sfide significative, tra cui il miglioramento della qualità produttiva e la gestione delle relazioni sindacali, per garantire una ripresa sostenibile nel lungo termine.