In una nota stampa ASTOI auspica che il Governo adotti immediatamente un piano per la gestione del rientro dei nostri connazionali rimasti ancora bloccati nelle diverse destinazioni, anche per mezzo di voli speciali, in accordo con le compagnie aeree.

Da oltre un mese, ossia dall’inizio dell’emergenza sanitaria da Covid19, i Tour Operator aderenti ad ASTOI Confindustria Viaggi, l’Associazione che rappresenta il 90% del mercato del tour operating in Italia, sono in prima linea nella gestione e nell’organizzazione dei rimpatri dei nostri connazionali dall’estero, nell’assistenza agli italiani posti in quarantena nei diversi Paesi stranieri, nelle riprotezioni dovute a cancellazioni di voli.

“Sino ad oggi, ben 12.000 italiani sono stati riportati in Italia con l’invio di voli charter vuoti, per i quali si stima, solo fino a ieri, 14 marzo, che abbiano operato con 48 rotazioni e su 134 tratte aeree – prosegue Astoi nella nota – A questi si aggiungono altri 10.000 connazionali che sono stati gestiti attraverso riprotezioni su voli di linea. Sono moltissime le destinazioni estere che hanno adottato inizialmente misure restrittive, respingendo all’ingresso i cittadini italiani, spesso quando i clienti erano già partiti, che hanno sospeso i voli diretti da e per l’Italia o che stanno chiudendo le frontiere. Solo a titolo esemplificativo, i Tour Operator ASTOI hanno fatto rientrare gli italiani dai seguenti Paesi: Cina, Giappone, Vietnam, Indonesia, Israele, Mauritius, Giamaica, Repubblica Dominicana, Capo Verde, Oman, India, Thailandia, USA, Spagna/Canarie, Maldive, Marocco, Messico, Zanzibar, Kenya, Egitto, Guadalupa Francese, Cuba, Belgio, Francia, Sud America”.

I tour Operator si sono quindi fatti carico, sopportandone i costi correlati, della complessa ed imprevista gestione operativa ed organizzativa dovuta a: rimpatri anticipati dall’estero, eventuale permanenza aggiuntiva dei propri clienti in destinazione, riprotezione su nuovi voli, etc.

Ci sono poi da considerare migliaia di cittadini italiani che si sono recati all’estero non rivolgendosi a Tour Operator, ma organizzando il viaggio autonomamente. Se per quelli che hanno prenotato tramite un Tour Operator è stata attivata dagli stessi un’assistenza tempestiva – gravata, comunque e come al solito, sulle singole aziende – per tutti gli altri italiani, che invece avevano prenotato in maniera autonoma, non è stato fornito alcun supporto, tanto che alcuni Tour Operator, sia per etica che per serietà professionale, quando possibile, hanno fatto rientrare anche alcuni di questi connazionali.

Astoi non lesina critiche: “Il supporto dato dalla maggior parte delle Ambasciate e dai Consolati è stato praticamente nullo; è possibile affermare senza timore di smentita che il network diplomatico si è dimostrato impreparato, distante e certamente di poco aiuto. Nonostante le affermazioni rilasciate dal Ministro degli Affari Esteri, Luigi Di Maio che, in un post sui propri canali social, sostiene che “MAE e Farnesina sono riusciti “già a risolvere molte situazioni”, si evidenzia, al contrario, l’assenza e l’inefficacia del Ministero”

ASTOI e i Tour Operator hanno auspicato ripetutamente la messa in campo di azioni volte a fronteggiare la gestione emergenziale e straordinaria derivata da questa situazione, sia in termini di attivazione di una rete diplomatica di coordinamento e di puntuale informazione verso i vari Paesi esteri, sia con riferimento all’adozione di misure atte a gestire in modo concreto e tempestivo le conseguenze causate a turisti e a operatori italiani. Il rischio oggi è il collasso delle aziende del comparto del turismo organizzato che conta oltre 12.000 imprese e dà occupazione a più di 50.000 addetti. ASTOI Confindustria Viaggi chiede, quindi, che tali costi – ancora in fase di quantificazione – vengano considerati nelle misure economiche straordinarie ed urgenti che il Governo sta adottando in questi giorni.

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