La settimana scorsa abbiamo parlato delle mete che nel 2017 saranno più gettonate dai travel designer che fanno parte di Traveller Made, il network di agenzie di lusso che attualmente conta 270 associati, con una crescita che ha segnato +50% degli affiliati rispetto all’anno precedente.
Le agenzie del network hanno raggiunto nel 2016 un fatturato globale di 1.9 miliardi di euro con un aumento dell’11,9% di fronte a una crescita del mercato globale del 3,9%, secondo i dati dell’UNWTO, a dimostrazione che mentre alcuni settori del turismo lamentano una fase di stanchezza, il target ultra luxury continua ad andare a gonfie vele.
“Ma – come sottolinea Quentin Desurmont – siamo solo all’inizio. Il capitale degli ultra ricchi è raddoppiato negli ultimi 10 anni, e siccome molti sono millenials, il mercato è giovane e in crescita”.
La prima delle ragioni del successo del network è che le agenzie non si avvalgono di semplici addetti alle vendite in agenzia ma di “travel designer” – opportunamente selezionati e formati – che conoscono in prima persona le località e le strutture che propongono ai loro clienti. Veri esperti in svariati ambiti, da quello culturale a quello antropologico, i consulenti propongono viaggi esperienziali su misura in località incontaminate e fuori dai sentieri battuti.
Durante Essence of Luxury diversi interventi hanno sottolineato l’importanza del brand – come ad esempio quello del Ceo dell’Institute Paul Bocuse, Hervé Fleury – e della reputation, paragonata da Pierre Marie Chauvin, professore alla Sorbona, a una duna che ci mette molto tempo a formarsi, ma è fragile e soggetta a mutamento, quindi si può distruggere in un momento.
Interessante il rapporto fra brand e reputation in quanto uno nutre e supporta l’altro:
ed ecco il valore aggiunto di far parte di un network di prestigio, come avviene per il settore alberghiero con Leading Hotels of the World o Small Luxury Hotels of the World, che si è appena aggiunto agli oltre 600 partner (hotel, dmc, enti di promozione del territorio) di Traveller Made.
Ma chi sono i clienti di queste agenzie?
Come abbiamo accennato, si tratta di 220mila famiglie nel mondo che hanno un reddito netto estremamente elevato. Un mercato in rapida crescita: si stima che entro il 2020 la crescita dei cosiddetti UNHW sia del 35%, con punte di +56% e +59% in Asia e Medio Oriente, contro 22% e 35% in America e in Europa che sono mercati più maturi.
E cosa cercano questi ultra ricchi? Privilegio, Personalizzazione, Sviluppo Personale e Perfezione. Ed esperienze fuori da comune, come osservare la via lattea al Salar de Uyuni o affittare un’intera isola tropicale per una celebrazione speciale.
Ed ecco che il ruolo di un travel specialist diventa fondamentale, soprattutto per quello che concerne itinerari elaborati, che sono scelti dal 45% dei clienti, secondo lo Yearly Barometer 2017 prodotto da Traveller Made ogni anno.
Perché questi viaggiatori non si accontentano più solamente di soggiorni in hotel di lusso o in resort esclusivi, ma cercano sempre più esperienze insolite e contatti con luoghi inesplorati e sorprendenti: se è vero che il relax è richiesto ancora dal 29% dei clienti, la cultura si piazza al secondo posto col 19%, l’avventura segue con il 17%, e via via altre motivazioni, dalle ricorrenze private (16%) al benessere (8%), alla gastronomia (7%), lo sport (4%) e al viaggio per ragioni mediche, aree sulle quali c’è molto ancora da fare.
Per quello che riguarda il tipo di ospitalità, gli hotel rappresentano l’85% delle richieste, (52% catene alberghiere, 48% hotel indipendenti che offrono un servizio personalizzato e un’identità unica) ma la domanda di luoghi privati come ville, chalet, yacht e appartamenti di lusso è in crescita, e richiede ancora più professionalità e conoscenza nell’organizzazione di tutti i dettagli da parte del travel designer.
Che, nell’era del web e delle Ota, si rivelano indispensabili per questo settore.