Si è tenuto la scorsa settimana a Milano il media event organizzato da Tahiti Tourisme, che ha posto al centro temi fondamentali come la sostenibilità e la scoperta autentica delle Isole di Tahiti nella Polinesia Francese per una destinazione che vede l’Italia come secondo mercato europeo dopo la Francia nella scoperta delle Isole Marchesi con già oltre 6000 visitatori nel corso del 2024.
Jean-Marc Mocellin, ceo di Tahiti Tourisme, ha spiegato come Tahiti stia tracciando una nuova rotta per lo sviluppo turistico, con un piano strategico che punta a coniugare sostenibilità, coinvolgimento delle comunità locali e valorizzazione delle risorse naturali e culturali. Questo ambizioso progetto, che coprirà i prossimi dieci anni, si distingue per l’approccio innovativo e partecipativo, mettendo al centro il dialogo con i cittadini e il rispetto per l’identità del territorio.
Un nuovo approccio alla pianificazione turistica
In passato, la mancanza di una pianificazione strutturata rendeva difficile prendere decisioni sugli investimenti turistici. Oggi, Tahiti ha cambiato paradigma, avviando un inventario completo delle aree idonee allo sviluppo, selezionate non solo per la loro potenzialità economica ma anche per il consenso delle comunità locali. Questo strumento consentirà di identificare le priorità e le zone da valorizzare, evitando interventi disorganizzati e puntando su progetti condivisi e mirati. Uno degli aspetti più innovativi del piano è stato il coinvolgimento diretto della popolazione. Un’indagine ha raccolto oltre 4.000 risposte da tutti gli atolli, molto più delle 1.000 previste, fornendo una visione chiara delle preferenze delle comunità sul tipo di sviluppo desiderato. Parallelamente, sono stati condotti cinque studi approfonditi e un forum che ha riunito partner industriali, servizi pubblici e operatori turistici per discutere i risultati e formulare un piano d’azione concreto.
Il piano strategico non si limita alla sostenibilità come concetto teorico, ma la integra in ogni aspetto dello sviluppo turistico. Tahiti ha aderito al Global Sustainable Tourism Council (GSTC), adottando standard internazionali per la gestione delle destinazioni, le strutture ricettive e le attività turistiche. Questo approccio permetterà di creare un turismo che non solo rispetti l’ambiente, ma che migliori la qualità della vita delle comunità locali.
Il piano d’azione sarà finalizzato entro la fine dell’anno e presentato pubblicamente tra maggio e gennaio prossimi. L’implementazione inizierà l’anno successivo, con una roadmap chiara per raggiungere gli obiettivi stabiliti. La priorità rimane costruire un modello turistico che bilanci sviluppo economico, sostenibilità ambientale e valorizzazione culturale, facendo della popolazione il vero protagonista del cambiamento. Tahiti si prepara così a diventare un esempio di turismo organizzato, concreto e rispettoso delle sue radici. Con una strategia decennale basata su dati, partecipazione e sostenibilità, l’arcipelago guarda al futuro con fiducia, offrendo un modello innovativo per lo sviluppo turistico globale.
L’intervento di Travel World Escape
Anche Travel World Escape è stato invitato all’evento come speaker e ha avuto l’onore di condividere la propria esperienza e la propria visione su come trasformare il viaggio in un’opportunità per vivere il luogo in modo consapevole e rispettoso.
L’intervento di Silvia Gatto, Marketing & Sustainability Specialist di Travel World Escape, ha sfatato i classici stereotipi legati alla Polinesia Francese, vista spesso esclusivamente come un paradiso di lusso. Come ha spiegato, “Le ville overwater e le acque cristalline esistono, certo, ma sono solo una parte della realtà. È quando si esce da questa gabbia dorata che si scopre la vera essenza delle Isole di Tahiti: una cultura viva, una popolazione accogliente e una natura che invita a essere rispettata.”
Un elemento centrale dell’intervento è stato il concetto di turismo rigenerativo, un modello che non si limita a ridurre l’impatto ambientale ma che contribuisce attivamente al benessere della destinazione e delle comunità locali.
“Essere viaggiatori significa andare oltre i percorsi turistici tradizionali, immergersi nella vita quotidiana del luogo e stabilire un dialogo autentico con chi lo abita,” ha spiegato Silvia Gatto. “Non è solo una questione di rispetto, ma anche di arricchimento reciproco: chi viaggia in modo consapevole torna a casa con un bagaglio di esperienze e valori inestimabili.”
L’importanza del turismo sostenibile è stata ribadita più volte durante l’evento. “Un viaggio responsabile non è solo un investimento economico, ma soprattutto un investimento di tempo e consapevolezza”.