Il prossimo 9 agosto 2024, gli stabilimenti balneari italiani rimarranno chiusi per due ore in segno di protesta contro l’attuale incertezza normativa riguardante le concessioni balneari: apriranno quindi alle 10/10:30 anziché come di consuetudine alle 8/8:30. La manifestazione, organizzata dal Sindacato Italiano Balneari (SIB) e dalla Federazione Italiana Pubblici Esercizi (FIPE), vedrà i servizi di ombrelloni e lettini partire con due ore di ritardo sulle spiagge di tutto il paese. Una protesta fatta dunque in piena stagione turistica, ma con modalità molto più soft della serrata minacciata alcuni giorni fa e che tutto sommato limiteranno i danni ai gestori degli stabilimenti.

Le ragioni della protesta

La principale causa della mobilitazione è legata alla direttiva europea Bolkestein del 2006, che impone all’Italia di mettere a gara le concessioni balneari per aprire il mercato alla concorrenza. Tuttavia, dal 2006 ad oggi, i vari governi italiani hanno prorogato le concessioni senza una soluzione definitiva, fino a rischiare la procedura di infrazione dall’Unione Europea. L’ultima proroga, decisa dal governo Meloni, estende le concessioni fino alla fine del 2024, ma si sta scontrando con una sentenza del Consiglio di Stato che nega questa possibilità, generando ulteriore incertezza tra i concessionari.

I balneari lamentano la mancanza di criteri nazionali uniformi per le gare, che permetta l a ogni ente locale di stabilire regole in autonomia, creando disparità di trattamento tra le diverse località. Inoltre, chiedono il riconoscimento di un indennizzo economico per i concessionari uscenti, un aspetto non chiarito dalla normativa vigente.

Le richieste degli operatori del settore

Gli operatori del settore balneare richiedono una riforma che tenga conto delle loro esigenze e delle specificità del settore. La protesta del 9 agosto rappresenta un appello al governo e al parlamento per intervenire con una legislazione chiara e definitiva. Le associazioni di categoria chiedono che venga definito un quadro normativo che tuteli i loro investimenti e garantisca una transizione equa in caso di cambio di concessione.

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