ANGT, Associazione Nazionale Guide Turistiche esprime disappunto per il mancato accoglimento delle proposte emendative al DDL 833 di riforma della professione di Guida turistica, presentate da Senatori di diversi schieramenti politici, prima fra tutte, la richiesta dell’obbligo della specializzazione abilitante per esercizio nel territorio regionale prescelto, livelli linguistici adeguati alla mediazione di contenuti complessi e limiti alle deroghe al possesso dell’abilitazione nei confronti del terzo settore turistico culturale.
L’associazione invece esprime perplessità sul fatto che siano stati invece approvati emendamenti che stravolgono la ratio iniziale del DDL, andando a ridurre le finalità dell’operare della Guida turistica e lasciando spazio a sacche di lavoro non tutelato e spesso mal pagato: sono state infatti eliminate dal testo la finalità didattica della visita guidata svolta a favore di studenti, la necessità di utilizzare una Guida abilitata per curare visite da remoto e la possibilità, per gli enti preposti, di sanzionare piattaforme o siti web che promuovano percorsi guidati da abusivi.
ANGT in una nota spiega che “pur condividendo alcuni punti del DDL 833, ha sempre espresso la totale contrarietà nei confronti degli articoli che di fatto, istituendo una guida “generalista” con eventuale facoltà di specializzazione, liberalizza la professione non garantendo standard di qualità culturali e linguistici adeguati per lo svolgimento della professione stessa. Le conseguenze pratiche di questo decreto sono evidenti: territori sguarniti di professionisti con una formazione consona alle richieste e alla tutela del consumatore, nessuna ricaduta economica sui territori e incentivo al turismo di massa, in contraddizione con quanto sostenuto dal Piano strategico per il Turismo riguardo il turismo sostenibile e responsabile”.