Nei giorni scorsi è andato in scena un giallo nella discussione sul disegno di legge sulle locazioni turistiche voluto dal ministro Santanché: al protrarsi delle discussioni, che vanno avanti da marzo, e permanendo notevoli disaccordi tra le associazioni dopo la diffusione delle ultime bozze di proposte di legge, il ministero del turismo aveva deciso di accelerare e di presentare il ddl nella forma di decreto legge già nel primo consiglio dei ministri utile. E’ circolata una nuova bozza che conteneva le motivazioni di improrogabilità e urgenza utili per realizzare il decreto, ma questo testo ha acceso le proteste all’interno della stessa maggioranza, con diverse dichiarazioni contrarie, a partire dal ministro dei Trasporti Salvini che ha dichiarato che la proprietà privata è sacra e non può essere limitata, con riferimento al limite minimo di due notti nell’affitto di un appartamento. Così il decreto è rientrato nei ranghi e il ministro Santanché si è affrettato a smentire all’Ansa: “Non capisco chi parla di decreto legge sugli affitti brevi, io sono il ministro e ho sempre detto che doveva essere un disegno di legge. E’ una materia complessa dove nesssun altro ha voluto mettere le mani e non è una questione di governo, è giusto che se ne occupi il Parlamento e si arrivi a un testo condiviso”.
La bozza di decreto, che vi proponiamo di seguito per dovere di cronaca, potrebbe quindi essere un falso, nonostante confermi l’impianto circolato a inizio settembre con poche variazioni: sono confermati ad esempio il codice unico nazionale per tutte le locazioni turistiche e case vacanze, pena multe salatissime. Questa è probabilmente l’unica misura che mette d’accordo tutto il settore perché fa ordine nel caos attuale.
Ma sono confermate anche misure divisive come il minimum stay di due notti che ora è obbligatorio nei centri storici delle città metropolitane: Roma, Milano, Napoli, Torino, Venezia, Firenze, Bari, Palermo, Catania, Bologna, Reggio Calabria, Messina, Cagliari e Genova. Viene poi abbassato a due il limite di appartamenti di proprietà oltre il quale è presunta l’imprenditorialità: è praticamente la fine del regime della cedolare secca. C’è infine un allentamento sui requisiti di sicurezza degli affitti brevi: restano obbligatori i rilevatori di monossido di carbonio e gli estintori portatili, ma la normativa completa dell’anticendio è richiesta solo nel caso di proprietari che affittano oltre 25 posti letto nello stesso stabile. Di seguito la bozza del decreto che è stata diffusa: ovviamente continueremo a seguire l’iter legislativo e aggiorneremo l’articolo secondo le novità che saranno apportate al testo ora che tornerà a essere un disegno di legge.