L’impatto del Coronavirus (COVID-19) ha risparmiato ben pochi aspetti della nostra vita quotidiana e del mondo in generale, e questo momento storico senza pari cambierà completamente anche il settore dei viaggi. Proprio in questo campo, l’innovazione accelererà come mai prima d’ora per rispondere ai nuovi comportamenti dei viaggiatori e alle loro aspettative. Oltre a prestare più attenzione alle mete scelte e ai compagni di viaggio, cercheremo una maggiore sicurezza e offerte più sostenibili. La recente riscoperta del turismo di prossimità continuerà a resistere, insieme al desiderio costante di visitare mete più lontane, e i viaggiatori troveranno nuovi modi per abbinare dovere e piacere (ovvero lavoro e viaggi). Tutti questi elementi ci faranno diventare sempre più esigenti per quanto riguarda il valore dei viaggi che prenoteremo in futuro.
Booking.com ha analizzato i risultati di una ricerca condotta su oltre 20.000 persone in 28 Paesi insieme alle informazioni sulle ricerche dei propri utenti e ai consigli dei viaggiatori lasciati sul sito, e ha usato la sua esperienza più che ventennale per individuare nove previsioni per il futuro dei viaggi, a partire dall’anno prossimo. Dato che oltre la metà dei viaggiatori a livello mondiale (53%) ha detto di non sentirsi a suo agio a viaggiare fino a quando non ci sarà un vaccino o una cura per il Coronavirus, potrebbe volerci ancora molto tempo prima di poter tornare a scoprire il mondo con la stessa libertà del passato. Nonostante ciò, il settore dei viaggi continuerà ad adattarsi con rapidità alla situazione, per rispondere alla nostra voglia di viaggiare, quando potremo tornare a farlo in sicurezza. Sono 9 i trend individuati dalla ricerca di Booking:
1 – Wandermust
Il desiderio innato di viaggiare fa parte della nostra natura e continua a resistere nonostante lo stop agli spostamenti, le restrizioni e la continua incertezza che stiamo vivendo. Durante i recenti lockdown, i due terzi dei viaggiatori (65%) si sono detti emozionati al pensiero di tornare a viaggiare, e il 61% ha detto di apprezzare i viaggi ora più di prima e di non voler quindi dare per scontata la possibilità di viaggiare in futuro. Gli interessati hanno anche detto di voler viaggiare con la stessa frequenza, rispetto a prima della pandemia (marzo 2019-marzo 2020), sia a livello nazionale che internazionale nei 12 mesi successivi alla rimozione delle restrizioni nel proprio Paese.
Il tempo che abbiamo passato in casa ci ha fatto venire una grandissima voglia di viaggiare e oltrela metà degli intervistati (53%) dice di voler vedere ancora più posti di prima, mentre il 42% desidererebbe viaggiare di più in futuro per recuperare il tempo perso nel 2020 (con percentuali del 51% tra i rappresentanti della Generazione Z e del 49% tra i Millenials). Inoltre, più di un terzo (38%) degli intervistati vorrebbe organizzare un viaggio per celebrare un’occasione a cui non ha potuto partecipare per il Coronavirus (per es. un compleanno importante o un matrimonio), mentre due quinti (40%) hanno intenzione di riprenotare un viaggio cancellato. Alla luce di ciò, nel 2021 le aziende attive nel settore dei viaggi dovranno essere più creative nel proporre nuovi itinerari e consigli, per attirare l’immaginazione di chi ha dovuto rinunciare a viaggiare nel 2020 e di chi vorrà visitare posti indimenticabili e dare un significato più profondo al proprio viaggio.
2 – Attenzione ai prezzi
Le conseguenze economiche del Coronavirus porteranno inevitabilmente a una maggiore attenzione ai prezzi. Il 62% dei viaggiatori prenderà decisioni di conseguenza per la ricerca e l’organizzazione di un viaggio, e il 55% cercherà con più probabilità offerte e possibilità di risparmiare, entrambi trend che dureranno per diversi anni.
Tale attenzione però non si limiterà ai prezzi, dato che tre quarti (74%) degli intervistati dichiarano di volere una maggiore trasparenza da parte delle piattaforme di prenotazione anche riguardo alle condizioni di cancellazione, alle procedure di rimborso e alle opzioni per l’assicurazione di viaggio. Inoltre, il 46% trova essenziale poter prenotare un alloggio con la cancellazione gratuita per il prossimo viaggio, aspetto importante anche per il 36% degli intervistati che apprezza avere la flessibilità di poter cambiare gratuitamente le date del soggiorno.
Il 70% dei viaggiatori vuole supportare la ripresa del settore dei viaggi e il 67% vorrebbe che le prenotazioni che effettuerà in futuro possano aiutare le comunità locali in tutto il mondo a rimettersi in piedi. Anche il settore in sé però è chiamato a fare la sua parte, per esempio trovando modi originali per dare ai viaggiatori di domani più valore, più scelta, maggiore flessibilità e trasparenza, oltre a esperienze più significative nel momento in cui considereranno la propria capacità di spesa a partire dal 2021.
3 – Luoghi di casa
Nel nuovo mondo post Coronavirus i viaggi di prossimità sono tornati alla ribalta, dato che permettono di spostarsi in modo più semplice, sicuro e spesso anche più sostenibile. In futuro, soggiornare più vicino a casa e sentirsi come gli abitanti del posto invece che turisti continuerà a essere importante per i viaggiatori. Il 47% delle persone vuole fare un viaggio sul territorio nazionale a medio termine (entro 7-12 mesi), mentre il 38% pensa di farlo a lungo termine (ovvero a oltre un anno da ora). Per quanto riguarda i viaggi a livello locale, il 43% delle persone ha intenzione di visitare una nuova meta nella regione o nel Paese in cui vive, e il 46% vuole scoprire la natura del proprio Paese, mentre la metà degli intervistati (50%) vuole tornare in un posto già visto (non necessariamente vicino a dove vive) proprio perché lo conosce già.
Il turismo di prossimità offre la possibilità di risparmiare in termini di tempo e denaro: le mete di tutto il mondo risponderanno a questo interesse offrendo più tour storici e culturali per educare e intrattenere i visitatori, e cercheranno di conquistarsi l’affetto dei turisti tramite un’offerta più originale, che potrà includere guest chef e cocktail personalizzati.
Tuttavia, non dimenticheremo nemmeno l’amore per i viaggi a lungo raggio. L’interesse per i luoghi famigliari infatti andrà a braccetto con l’amore per i viaggi in mete lontane e l’anticipazione di poter tornare a farli, dato che circa un quarto (21%) delle persone dice di voler fare un viaggio all’altro capo del mondo entro la fine del 2021, rispetto a solo il 6% che vorrebbe farlo entro la fine del 2020.
4 – Voglia di evasione
La nostra fame di contenuti, la volontà di organizzare viaggi in modo più creativo e condividere i nostri sogni con gli altri continuerà ad aumentare in modo esponenziale durante il prossimo anno. Per affrontare il lockdown e distrarsi nelle settimane passate in casa, la stragrande maggioranza dei viaggiatori (95%) ha passato il proprio tempo cercando ispirazioni di viaggio e oltre un terzo (38%) dice di aver cercato almeno una volta alla settimana possibili mete. Con il fluttuare delle restrizioni, le mete e le strutture ricettive troveranno modi più originali di capitalizzare sul crescente desiderio dei viaggiatori di scappare dalla realtà, mettendoli in contatto proprio con le esperienze che cercano. Tali iniziative possono includere per esempio un restyling della propria presenza sui social network tramite contenuti creati dagli influencer che hanno visitato una certa meta o struttura prima del lockdown, oppure l’utilizzo di immagini generate al computer (CGI) da parte degli enti del turismo locali per mostrare il meglio che una destinazione ha da offrire.
Per quanto riguarda il sognare a occhi aperti il prossimo viaggio, i social network non saranno l’unica fonte d’ispirazione per i viaggiatori di tutto il mondo, dato che il 36% dice che ricorrerà anche a una più tradizionale chiacchierata con amici o parenti per trovare idee. Inoltre, un terzo degli intervistati (32%) avverte un senso di nostalgia nel riguardare le foto delle vacanze fatte in passato per scegliere una prossima meta. Possiamo quindi aspettarci di vedere una presenza sempre più forte di questo tipo di fonti d’ispirazione anche sui social media. Se da un lato ci sarà una maggiore attenzione a come, dove e quando condividere le nostre esperienze di viaggio in un contesto con più restrizioni e in continua evoluzione, quando potremo tornare a viaggiare in sicurezza la condivisione delle nostre storie sarà alla base di nuovi trend che ci permetteranno di connetterci con gli altri. Tra questi rientreranno rivisitazioni delle vecchie foto delle vacanze e nuovi modi ancora più semplici di dare e ricevere consigli sui propri viaggi tramite itinerari interattivi da condividere con amici e parenti.
5 – Sicurezza e pulizia
Il 79% dei viaggiatori di tutto il mondo prenderà maggiori precauzioni per contrastare il Coronavirus, e a tal proposito si aspetterà un aiuto dal settore dei viaggi per prepararsi a questa nuova normalità. Governi, associazioni di viaggiatori e fornitori dovranno collaborare per creare standard coerenti, che possano garantire la sicurezza dei viaggiatori. Con l’aumentare delle aspettative, alcune mete e attività dovranno lavorare ancora più duramente per riconquistare la fiducia dei visitatori. Il 59% dei viaggiatori eviterà mete specifiche (valore che raggiunge il 67% tra i Baby Boomer) e il 70% si aspetta che le attrazioni turistiche prendano le misure necessarie per garantire il distanziamento fisico. Allo stesso tempo, il 70% prenoterà una struttura specifica solo se potrà trovare indicazioni chiare sulle misure per la salute e l’igiene che ha adottato, e i tre quarti (75%) preferiranno strutture che dispongono di prodotti disinfettanti e igienizzanti.
Nel breve periodo vedremo anche cambiare le preferenze relative ai mezzi di trasporto, dato che circa la metà degli intervistati (46%) dichiara che eviterà i mezzi pubblici per paura di contrarre il Coronavirus. Ciò causerà un cambiamento più sul lungo termine nel modo di raggiungere la meta del proprio viaggio e su come ci si sposterà al suo interno, dato che sempre più persone noleggeranno un’auto o utilizzeranno la propria. La “nuova normalità” vedrà i viaggiatori diventare sempre più attenti e rispettosi delle misure per la salute e la sicurezza, che per molti diventeranno una conoscenza acquisita prima di quanto immaginiamo. Così come ci siamo abituati a non portare liquidi nel bagaglio a mano per i viaggi in aereo e a toglierci le scarpe quando passiamo al metal detector in aeroporto, i due terzi degli intervistati (67%) accetteranno di visitare mete che prevedono controlli sanitari all’arrivo e il 62% indosserà la mascherina nei luoghi pubblici. La quarantena invece continua a non essere molto popolare, come dimostra il 27% dei viaggiatori che accetterebbe questo tipo di misura per poter raggiungere una meta specifica.
6 – Consapevolezza
Oltre la metà dei viaggiatori di tutto il mondo (53%) vuole viaggiare in modo più sostenibile in futuro. Il Coronavirus ha rafforzato la consapevolezza dell’impatto che ognuno di noi ha sull’ambiente e sulle comunità locali durante i propri viaggi e il 2021 porterà con sé comportamenti più attenti da questo punto di vista. Più di due terzi delle persone (69%) si aspettano che il settore dei viaggi offra opzioni più sostenibili e dichiarano di voler visitare mete alternative al di fuori dell’alta stagione (51%) anche per evitare il sovraffollamento (48%). Di conseguenza, il 63% delle persone eviterà attrazioni turistiche affollate: sulla base di ciò, questo tipo di mete dovranno adottare nuove misure per la gestione dei flussi di visitatori e per rispondere alle loro aspettative.
Inoltre, l’impatto del Coronavirus ha ispirato più della metà dei viaggiatori (53%) a cercare di produrre meno rifiuti o riciclare di più la plastica prodotta in viaggio, dimostrando che le persone hanno a cuore non solo il proprio benessere ma anche quello dei luoghi che visiteranno una volta rimosse le restrizioni agli spostamenti.
I viaggiatori pensano che il settore dovrà adattarsi sul lungo termine a questo tipo di comportamenti sostenibili offrendo pacchetti di viaggio più accattivanti in bassa stagione (46%) e proponendo mete alternative per scongiurare il sovraffollamento (36%). Allo stesso tempo sta emergendo chiaramente la necessità di una maggiore trasparenza da parte degli operatori del settore dei viaggi su come impiegano i soldi dei viaggiatori per supportare la ripresa delle comunità locali, fattore che aprirà la strada a un turismo di tipo rigenerativo. I due terzi (67%) degli intervistati vorrebbero infatti che le proprie scelte di viaggio supportassero gli sforzi per la ripresa della meta visitata e oltre la metà (55%) vuole vedere chiaramente come i propri soldi vengono reinvestiti a favore della comunità locale.
7 – L’ufficio è un lontano ricordo
La pandemia ha reso il lavoro da remoto parte integrante della nostra quotidianità e di conseguenza in futuro cercheremo di fare viaggi più lunghi, che possano abbinare lavoro e svago come mai prima d’ora. Non essendo più confinati in un ufficio cinque giorni alla settimana, e avvertendo sempre di più il bisogno di uscire dalle quattro mura che delimitano il nostro home office, vedremo un aumento importante delle “workcation”, ovvero vacanze che possano prolungarsi di una settimana o due grazie alla possibilità di lavorare da remoto, oppure organizzate apposta in base alla possibilità di poterlo fare. I computer portatili diventeranno presenze fisse nei nostri bagagli e la possibilità di scegliere una meta o uno spazio ben attrezzato in cui lavorare diventerà un must nel decidere dove soggiornare.
Oltre un terzo (37%) dei viaggiatori ha già pensato di prenotare un alloggio per lavorare da un posto diverso rispetto a dove vive, mentre il 40% accetterebbe di stare in quarantena se potesse lavorare da remoto. Le piattaforme di viaggio e le strutture ricettive quindi metteranno sempre più in risalto i servizi e le dotazioni offerte per lo smart working e la velocità della connessione WiFi nel tentativo di attirare questa nuova ondata di nomadi digitali. Allo stesso modo, il mondo dei viaggi di lavoro vedrà aumentare la richiesta di privacy, pulizia e soggiorni più lunghi tra i viaggiatori business, che saranno sempre più interessati a spazi “work-friendly” in tipologie di alloggio alternative. Mentre in futuro le aziende rivaluteranno senza dubbio il proprio approccio ai viaggi di lavoro, i dipendenti continueranno a trarre il meglio dalle trasferte, come dimostra il 52% delle persone che vorrebbero cogliere l’occasione per prolungare il proprio viaggio di lavoro per godersi anche un po’ di tempo libero nella meta in cui si trovano.
8 – Il piacere delle piccole cose
Mentre impariamo a convivere con le conseguenze della pandemia, a partire dal 2021 i viaggiatori inizieranno a scoprire il mondo in un modo più semplice ed essenziale. Il tempo trascorso in casa con i nostri cari ha contribuito a ridefinire le priorità in fatto di viaggi e ci ha portato a desiderare un contatto più vicino con la natura. Su Booking.com i consigli relativi ai “piccoli piaceri della vita”, per temi come escursioni (94%), aria pulita (50%), natura (44%) e relax (33%) sono aumentati dall’inizio della pandemia***, e le ricerche dimostrano che oltre due terzi dei viaggiatori (69%) apprezzeranno esperienze più semplici, come passare del tempo all’aperto o insieme alla famiglia durante una vacanza. Oltre la metà (56%) cercherà esperienze rurali, lontano dai sentieri più battuti, per immergersi nella natura.
Considerata la rinnovata importanza di privacy, spazio e la possibilità di controllare di persona la pulizia e l’igiene dell’alloggio, non sorprende il fatto che i viaggiatori cercheranno strutture più simili a casa propria. Il 42% dice infatti che preferirà soggiornare in una casa vacanze o in un appartamento piuttosto che in un hotel, in netto contrasto rispetto ai dati del 2019, in cui il 64% dei viaggiatori propendeva per un soggiorno in hotel****. Circa la metà (46%) sceglierà di non andare al ristorante, quindi in futuro avere a disposizione una cucina ben accessoriata sarà essenziale per le case vacanze. Anche i viaggi all’insegna del relax saranno molto richiesti nella nostra “nuova normalità”, come dice oltre la metà degli intervistati (51%), che indica proprio questo tipo di viaggio come prima preferenza, seguita dai viaggi in spiaggia (40%) e da quelli in città (29%).
9 – La spontaneità è tech
L’innovazione tecnologica avrà un ruolo cruciale nel ricostruire la fiducia dei viaggiatori e vedremo un utilizzo della tecnologia sempre maggiore e al servizio di un nuovo tipo di viaggiatore. La tecnologia ci aiuterà a riconquistare il senso di spontaneità e semplicità a cui eravamo abituati in passato, aiutandoci anche a viaggiare in sicurezza e con responsabilità. Il 64% dei viaggiatori pensa già che la tecnologia sarà importante per prevenire i rischi per la salute durante un viaggio e il 63% dice che le strutture ricettive dovranno usare le ultime tecnologie disponibili per far sentire sicuri i viaggiatori. Più della metà (53%) userà la tecnologia per prenotare un ristorante last minute e quasi un quarto (21%) preferirà usare opzioni self service piuttosto che acquistare biglietti a una postazione con personale. Oltre la metà (55%) si dice emozionata per il potenziale offerto in futuro dalla tecnologia per personalizzare ancora di più la propria esperienza di viaggio. Sempre più persone si affideranno alla tecnologia, che a sua volta diventerà ancora più precisa e parte integrante dei nostri viaggi.
Le innovazioni che vedremo in futuro porteranno altri cambiamenti e le esperienze online influenzeranno il nostro comportamento e il modo in cui organizzeremo i nostri viaggi. Più di un terzo (36%) delle persone si sentirebbe più a suo agio nel visitare una meta sconosciuta se prima potesse esplorarla tramite la realtà virtuale (VR). Tuttavia, la realtà con la R maiuscola resterà fortunatamente imbattibile. Solo il 30% infatti pensa che parteciperà a più esperienze online/virtuali organizzate da attrazioni turistiche, o a tour o workshop locali, il che prova che, pur affidandoci implicitamente alla tecnologia per una maggiore comodità, personalizzazione e tranquillità, il suo ruolo principale resta nell’essere un mezzo che ci permette di vivere l’esperienza reale in prima persona, piuttosto che un modo per sostituirla.
Arjan Dijk, Senior Vice President e Chief Marketing Officer di Booking.com commenta: “Il 2020 è stato un anno senza precedenti e, anche se ci vorrà ancora un po’ prima che i viaggi possano tornare ai livelli pre-pandemia, tutto sembra sottolineare il ruolo fondamentale e persistente che viaggiare ha nelle nostre vite. In tutto il mondo i viaggi continuano a portare momenti di gioia e ispirazione durante questo periodo di incertezza, sia che si tratti solo di sognare a occhi aperti, di organizzare un viaggio o di ricordare quelli che abbiamo avuto già la fortuna di fare. I viaggi ci permettono di approfondire la conoscenza delle altre persone e soddisfare il nostro desiderio di esplorare ciò che c’è oltre l’orizzonte, e credo che negli anni che verranno il nostro possa tornare a essere un settore più forte che mai, oltre che uno stimolo per la crescita, l’uguaglianza e il benessere delle persone di tutto il mondo. Nel frattempo, seguendo la nostra missione di rendere il mondo davvero alla portata di tutti, restiamo a disposizione dei nostri clienti offrendo loro la più ampia scelta, convenienza e semplicità d’uso in ogni parte del mondo e da ogni dispositivo, per permettere a tutti di vivere le esperienze indimenticabili che il nostro pianeta ha da offrire.”