“Ci appelliamo al Governo affinché siano approntati con urgenza nuovi corridoi verdi per consentire anche a operatori internazionali vaccinati non Ema di partecipare alle fiere in Italia. Il rischio per la seconda industry fieristica europea è di perdere il proprio carattere internazionale – discriminante fondamentale per l’export delle imprese del made in Italy – lasciando il campo libero ai competitor tedeschi, che hanno già adottato programmi di ingresso anche in favore di operatori e buyer provenienti dai Paesi terzi con vaccini diversi da quelli riconosciuti dall’Agenzia europea del Farmaco, come rilevato dall’Auma l’associazione di riferimento per le fiere in Germania”. È l’appello lanciato oggi al Governo dai presidenti di Aefi – Associazione esposizioni e fiere italiane e del Cfi – Comitato fiere industria, rispettivamente Maurizio Danese e Massimo Goldoni.
Secondo i presidenti: “Il parere favorevole, espresso la scorsa settimana dalla Camera su proposta dell’onorevole Benedetta Fiorini – che impegna a valutare protocolli specifici per l’ingresso di operatori internazionali con vaccini non riconosciuti da Ema – va nella direzione giusta, ma occorre dare un seguito immediato agli obiettivi, perché allo stato attuale il sistema fieristico sta andando in ordine sparso alle prese con rinvii e forti difficoltà a mantenere il livello di internazionalizzazione richiesto dalle imprese. Servono regole chiare sulla falsariga di quelle tedesche, che prevedono la possibilità di accogliere gli operatori internazionali, senza quarantena e per un massimo di 5 giorni, in occasione di eventi fieristici”.
Le attuali regole italiane richiedono per le fiere vaccinazioni suppletive con vaccini riconosciuti da Ema. Queste disposizioni scoraggiano chi deve venire in Italia con continue disdette di operatori, in particolare dei Paesi terzi che provengono da Asia e Russia. Sono circa 70 le manifestazioni rinviate in questo inizio di anno.