Lavorare in vacanza - foto di Laura Hoffman su flickr.comLavorare in vacanza - foto di Laura Hoffman su flickr.com

La workaholism, o work addiction, è stata introdotta nel 1971 da Wayne Oates (psicologo statunitense) e identifica la “dipendenza da lavoro” come una vera e propria patologia. I sintomi principali entro i quali si riconosce questa malattia moderna sono essenzialmente tre:

  • Sentirsi costretti a lavorare a causa delle pressioni interne
  • Continuare a pensare al lavoro anche quando non si è in ufficio
  • Lavorare al di là delle aspettative e delle richieste

In periodo di vacanze estive, Michael Page condivide alcuni consigli per non trascorrere le vacanze inseguiti dall’incubo del lavoro, eccoli:

  1. Concediti un po’ di lavoro: appare assurdo che il primo consiglio su come non portarsi il lavoro in vacanza sia quello di lavorare, ma c’è una spiegazione. Gli psicologi hanno infatti riscontrato che privare totalmente di lavoro un “work addicted” ha degli effetti traumatici. Il rischio è che la persona abbandoni le vacanze e se ne torni direttamente a lavoro. Meglio quindi che per i primissimi giorni di vacanza ci si imponga di lavorare a piccolissime dosi, rendendosi magari reperibili un paio d’ore al giorno e diminuendo man mano che le ferie proseguono.
  2. Divieto smartphone: ormai il fatto di vivere in un mondo connesso h24 è una realtà più che assodata (basti ricordare che il 63% dei lavoratori appartenenti alla Generazione X dichiara di lavorare da remoto di sera, di notte o nel weekend[1]). Il controllo ossessivo dello smartphone ha origini profonde, legate direttamente ai nostri ormoni che rilasciano dopamina (responsabile della felicità) quando guardiamo cosa succede sullo schermo e cortisolo (causa dello stress) quando abbiamo l’ansia di scoprire cosa ci stiamo perdendo. Un piccolo trucco è spostare dalla schermata principale le app che causano più tensioni (mail, calendario, news…), ma concedersi, almeno inizialmente, qualche accesso durante la giornata.
  3. Mantieniti occupato: il cervello deve abituarsi al relax totale e per alcune persone è davvero complicato passar del tempo senza far nulla. Fai attività fisica, riordina casaapprofittane per portare a termine i lavori domestici che rimandi da tempo. Sono tutte attività che allontanano la mente dalla propria professione, ma che allo stesso tempo portano a risultati tangibili.
  4. Scegli attentamente con chi trascorri il tempo: le persone con le quali passiamo le nostre vacanze incidono enormemente su come le viviamo. Circondarsi di persone positive e con le quali non viene naturale parlare di lavoro è un grande passo per lasciarsi l’ufficio alle spalle, senza tornare in continuazione su argomenti che ci ricordino il lavoro da svolgere
  5. Cambia mindset: come ultimo consiglio condividiamo quello che può essere il più complicato da mettere in pratica, ma che è alla base di ogni cambiamento. Molte persone sono convinte che la totale dedizione al lavoro sia la filosofia perfetta per dimostrare il proprio valore e far carriera. La realtà è che non concedersi mai una tregua è una strategia logorante e controproducente. Prenditi una pausa, magari aiutati con la meditazione e lascia che la mente si ricarichi per affrontare al meglio il prossimo obiettivo.

“La cosa più importante è trovare il proprio equilibrio, concedersi una pausa facendosi aiutare da alcune abitudini. Io per esempio guardo le mail sempre negli stessi momenti, la mattina presto o la sera, quando i bambini sono a dormire. Per distrarmi invece faccio attività fisica, preparo le valige per tutti o mi dedico al giardinaggio. Se si rispettano i primi quattro punti, il cambio di mindset verrà da sé. Piano piano apprezzeremo il rallentare, il concedersi più pause ed il silenzio e torneremo dalla vacanza con una nuova energia che ci permetterà di ritornare ai nostri ritmi ma con uno spirito completamente nuovo.” conclude Francesca Caricchia, Executive Director di Michael Page. 

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