Un 2023 in crescita per il turismo via mare in Adriatico, trainato dalle previsioni di ulteriore ripresa del traffico crocieristico, da una generale previsione di crescita di quello ferry indicata dai principali porti delle due coste, e dalla fiducia di marine e società di charter nautico nei volumi di clientela attesi per il prossimo anno.
È quanto emerge dalla nuova edizione di Adriatic Sea Tourism Report, il report di ricerca a cura di Risposte Turismo presentato da Francesco di Cesare – Presidente Risposte Turismo, in apertura della quinta edizione di Adriatic Sea Forum – Cruise, Ferry, Sail & Yacht, l’appuntamento internazionale itinerante dedicato al turismo via mare in Adriatico in corso di svolgimento al Terminal Crociere di Bari.
L’appuntamento, ideato da Risposte Turismo e organizzato quest’anno in partnership con l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Adriatico Meridionale e Pugliapromozione, è stato ancora una volta la cornice per la presentazione dei risultati principali del lavoro di ricerca di Risposte Turismo, punto di riferimento per tutti gli operatori attivi nel maritime tourism nell’area.

Continua la ripresa del traffico croceristico: nel 2023 attesi 4,3 milioni di passeggeri movimentati (+27% sul 2022)

Per quanto riguarda il traffico crocieristico, secondo lo studio di Risposte Turismo nel 2023 saranno 4,3 milioni i passeggeri movimentati (imbarchi, sbarchi e transiti) nei porti crocieristici dell’Adriatico, in crescita del 27% sulle previsioni di chiusura 2022 ma ancora distanti dal record storico dell’area registrato nel 2019 (5,7 milioni di passeggeri movimentati).

Secondo le previsioni di Risposte Turismo sarà Corfù ad aprire la classifica dei porti crocieristici dell’Adriatico, con oltre mezzo milione di passeggeri attesi. Performance simili sono previste anche da Dubrovnik (525.000) e Kotor (oltre 500.000). I porti pugliesi dell’Adriatico dovrebbero accogliere oltre mezzo milione di passeggeri, in particolare nei porti di Bari e Brindisi.

Tali previsioni sono il frutto della proiezione effettuata da Risposte Turismo sulle stime di 16 porti crocieristici dell’Adriatico, scali che, complessivamente, nel 2022 hanno rappresentato il 69% del totale passeggeri movimentati e il 70% delle toccate nave.

Passeggeri movimentati via traghetto nel 2023 nuovamente sopra i 18 milioni

Analizzando la movimentazione passeggeri su traghetti, aliscafi e catamarani, secondo l’Adriatic Sea Tourism Report i quattordici principali porti dell’Adriatico attendono per il 2023 un incremento di traffico rispetto all’anno in corso, pur con diversa intensità: da una parte, nell’Adriatico orientale, è prevista una crescita più marcata grazie al rafforzamento delle connessioni interne tra terraferma e isole; dall’altra è prevista una crescita contenuta o una sostanziale stabilità rispetto al 2022. Nel totale si tornerà a superare la soglia dei 18 milioni di passeggeri (+5-10% sul 2022).

Tra i porti esaminati, previsioni positive per Zadar (2,3 milioni, +4% sul 2022), Dubrovnik (480.000, +3%), Sibenik (137.000, +3%), Rijeka (134.000, +60%). Buone le performance di Bari e Brindisi, per cui si attende un incremento del +10% e che dovrebbero quindi superare rispettivamente circa 1,1 milioni e 400 mila passeggeri.

Oltre 100 milioni di euro di investimenti sulle marine già avviati o in programma entro il 2024

Come nelle precedenti edizioni, il report di ricerca di Risposte Turismo contiene anche un approfondimento sul turismo nautico nei sette paesi che si affacciano sull’Adriatico.

Con riferimento alle nuove marine in arrivo e agli investimenti in programma, tra la seconda parte del 2022 e il 2024 in Adriatico vedrà nuovi ormeggi in 9 strutture (7 nuove e 2 progetti di espansione) per un totale di oltre 3.000 nuovi posti barca, con investimenti superiori ai 100 milioni di euro, tra Italia, Croazia ed Albania.

Dall’analisi delle marine nel versante italiano – oltre al completamento del porto turistico di San Pietro a Termoli, che prevede di aggiungere circa 100 ormeggi, e del porto turistico di San Foca (Lecce), il cui obiettivo è triplicare i 183 ormeggi attualmente disponibili – è prevista la costruzione di un nuovo porto turistico per superyacht (fino a 100 mt) a Bari, a fronte di un investimento di 36 milioni di euro, nell’ambito del progetto di riqualificazione del Molo San Cataldo.

Sul fronte croato, i lavori di costruzione del nuovo ACI Marina a Novalja, che ospiterà circa 300 posti barca, dovrebbero completarsi entro la fine di quest’anno. Mentre, entro la metà del 2023, la società croata ACI-Gitone dovrebbe iniziare i lavori di realizzazione del nuovo porto turistico di Porto Baroš a Fiume, che ospiterà 230 ormeggi e dovrebbe diventare operativo nel 2024. In completamento entro i prossimi due anni anche i progetti di espansione di Marina Korkyra a Vela Luka, che dovrebbe ampliare la sua capacità da 132 a 177 ormeggi, e di Marina Polesana a Pula, che dovrebbe dotarsi di 1.150 posti barca aggiuntivi.

In Albania, dovrebbero portarsi a compimento il complesso di lusso Porto Albania nella penisola di Kalaja e Turrës, dotato di un porto turistico con oltre 700 ormeggi, nonché il nuovo progetto “Durres, Yachts and Marina” nel porto turistico di Durazzo. Un progetto che verrà presentato oggi nel corso di Adriatic Sea Forum e che si estenderà su 44 ettari e che prevede riqualificazioni turistiche e waterfront per ulteriori 140 milioni di euro.

Analizzando la distribuzione geografica di strutture e posti barca, tra i Paesi che si affacciano sull’area l’Italia mantiene saldamente la propria leadership con 189 marine (56,1% del totale) e 48.677 posti barca (61,5% del totale). Sul secondo gradino del podio la Croazia (126 marine – 37,4% del totale – e quasi 21.000 posti barca – 26,4% del totale) davanti al Montenegro (3.545 posti barca – 4,5% del totale – e 8 marine – 2,4% del totale).

Il report contiene inoltre le previsioni per il 2023 relative all’attività di un campione rappresentativo di 58 marine (circa 20.000 posti barca e 695 addetti complessivi compreso gli stagionali) e di 23 società di charter attive in Adriatico.

Per entrambi i campioni intervistati l’indagine evidenzia una stabilità o crescita, rispetto all’anno precedente, tanto nella clientela servita nel 2022 che in quella attesa nel 2023, con previsioni particolarmente rosee da parte delle società di charter per quella che sarà la domanda di imbarcazioni a vela nell’anno prossimo. Resta tuttavia ancora prevalente, per le marine, la domanda di prossimità, risultato di una ripresa dei viaggi di lungo raggio ancora a rilento.

Continuando l’analisi sulle marine turistica, l’Adriatic Sea Tourism Report mostra per il 2023 una crescita attesa del tasso di occupazione (dal 78,3% del 2022 all’84,1%) e un incremento clienti in transito giornaliero (dal 68,3% del 2022 al 70,8%).

«Con il nostro lavoro di ricerca – commenta Francesco di Cesare – abbiamo rilevato informazioni che ci consentono di tratteggiare un 2023 in crescita rispetto al 2022 per tutto il maritime tourism in Adriatico. Cresce l’offerta, cresce la domanda, frutto di investimenti, di rapidità da parte degli operatori a riprendere gli assetti pre-pandemici, così come di desiderio da parte dei turisti di tornare a fare vacanza. Tuttavia, i volumi non torneranno quelli registrati nel 2019. Questo vale per la crocieristica, che in Adriatico sconta anche l’accesso limitato delle navi a Venezia, vale per il traffico traghetti e aliscafi che, se da un lato non mostrerà differenze rilevanti rispetto al 2019, continua a non accelerare sul fronte dei collegamenti disponibili, e vale per la nautica dal momento che il numero di strutture disponibili lungo le coste dell’Adriatico, nonché il potenziale attrattivo delle diverse mete dell’area, potrebbero generare un traffico ben più ampio dell’attuale. È giusto dunque sottolineare le previsioni in crescita per il 2023 rispetto al 2022, così come i numeri di quest’anno più alti di quelli del precedente, ma allo stesso tempo è necessario riflettere sugli elementi che impediscono un più rapido recupero dei livelli pre covid così come uno slancio verso risultati che più meriterebbe un’area di grande potenziale e ricchezza come l’Adriatico».

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